Questo lo avevo scritto sul vecchio blog alle ore 00:39 del giorno 28/11/2010
Il libro è diviso in due parti: i "Racconti stravaganti", ambientati in un mondo immaginario e i "Racconti casuali", ambientati in un mondo quasi verosimile.
Con questi racconti, scritti in vari momenti della mia vita, in realtà non voglio dire proprio nulla.
Li ho scritti semplicemente perché sono apparsi all'improvviso nella mia testa e ho ritenuto opportuno farli venire alla luce, fermamente convinto di ciò che ha scritto Erasmo Da Rotterdam nel suo "Elogio alla follia":
"Ben più felice è la vita dello scrittore che nei suoi vaneggiamenti attiene ai consigli della follia.
Egli non ha bisogno di scervellarsi: basta che scriva quello che gli salta in testa. Non spreca alcuna energia, soltanto qualche foglio di carta. E ha il successo assicurato: quanto più sciocche sono le mattane che scrive, tanto più folto sarà il suo pubblico, formato per l'appunto da folli e stolti.
E cosa importa se tre o quattro critici stroncheranno l'opera (ammesso che si prendano la briga di leggerla!)? l'enorme successo di pubblico metterà sicuramente a tacere l'opinione di un pugno di eruditi."
Con ciò non voglio dire, caro lettore - e ti ringrazio per la fiducia accordata - che tu sia folle o stolto nel senso deteriore del termine. No. Sei semplicemente il lettore ideale al quale vorrei piacere: scanzonato, fuori degli schemi, amante del surreale, con qualche leggero postumo da sindrome di Peter Pan non curata bene.
Senza velleità demiurgiche.
Non pretendo di insegnare nulla a nessuno, tantomeno di mandare messaggi di alcun tipo e, ancora meno, di trattare temi di finissima filosofia esistenziale. I miei scritti sono a tua disposizione e puoi interpretarli come meglio credi.
La follia e la stoltezza - quelle sane, non patologiche - fanno parte della nostra natura e io amo chi lo ammette, sinceramente.
Per "distopìa" si intende una società indesiderabile sotto tutti i punti di vista. Il termine è stato coniato come opposto di "utopia" (ossia puramente ideale e non effettivamente raggiungibile) ed è soprattutto utilizzato con riferimento alla rappresentazione di una società fittizia (spesso ambientata in un futuro prossimo), nella quale le tendenze sociali sono portate ad estremi apocalittici. Esiste anche una cinematografia dedicata alla distopia, all'utopia ed alla ucronia, (anche detta storia alternativa, allostoria o fantastoria)
L'ucronia è un genere basato sulla premessa generale che la storia del mondo abbia seguito un corso alternativo rispetto a quello reale (il classico esempio è quello di un mondo immaginario e assurdo in cui invece il nazismo non è mai stato sconfitto). Per la sua natura, l'ucronia è spesso assimilata al più vasto genere della fantascienza e si incrocia con la fantapolitica, mescolandosi sia all'utopia sia alla distopia quando va a descrivere società ideali o, al contrario, indesiderabili.
Credo che ognuno di noi, per un motivo o per un altro, sia convinto di vivere in un mondo distòpico mentre vorrebbe - paradossalmente - vivere in un mondo utòpico (se non addirittura ucrònico).
La foto di copertina rappresenta la mia, oramai "ex", autovettura - delle due che si vedono è quella di sotto - alla rottamazione. Tredici anni e oltre quattrocentomila chilometri vissuti assieme non sono pochi. Così come non sono pochi i mondi distòpici che abbiamo visitato assieme, anche nostro malgrado.