Questo lo avevo scritto sul vecchio blog alle ore 23:37 del giorno 05/11/2009
Prologo
0° Episodio - Psicosterio voyager.
1° Episodio - Incipiente.
Esco per strada e cerco di mantenere un comportamento normale, mi sforzo.
Devo tenere a freno l’eccitazione di questa novità, di questa mia nuova determinazione, che mi sta instillando ondate di vigore estremo.
Se non sto attento rovino tutto e non voglio sprecare quest’ultima opportunità. Ma c’è un intoppo.
Sento la ghiandola pineale sovreccitarsi. Hanno messo in azione i proiettori emozionali, non ci voleva. Sento i raggi che bombardano la mia testa, a stento riesco a stare calmo. Periodicamente li azionano per scovare le persone ancora emotivamente imperfette. Droga di Stato che induce nei soggetti da recuperare comportamenti fisici facilmente rilevabili. Il decreto parla chiaro, non si ammette ignoranza o sciocche iniziative.
Non c’è nessuno per la strada ma non mi fido, devo resistere fino al cortile della casa, solo la sarò almeno per il momento al sicuro. Non ci voleva proprio questa, un’inutile e pericolosa perdita di tempo.
La vedo sullo sfondo, la casa decadente. Entro nel cortile, quello è rimasto così com’era. Ci sono ancora quelle macchie sui muri. Posso finalmente lasciare andare il mio corpo: lascio che obbedisca agli stimoli neuropineali indotti artificialmente.
Inizio lentamente a muovermi seguendo il ritmo di una musica immaginaria, ossessionante e struggente, instillata nelle mie sinapsi dal bombardamento emozionale. Quei raggi stimolanti fanno emergere ogni componente antisociale facilitando il lavoro degli Ispettori Governativi, i quali non devono fare altro che sorprendere e arrestare tutti coloro i quali presentano reazioni non protocollate.
Mi muovo seguendo una coreografia impossibile, il mio corpo assume posizioni al limite di ogni equilibrio; mi inebrio completamente e perdo ogni contatto con la realtà.
Questa volta il bombardamento pineale è particolarmente violento, mi lacera la mente, scava nelle pieghe cerebrali, mischia l’io con l’es, rivolta ogni stato di coscienza.
Mi sento leggerissimo, mi alzo da terra, in un volo sinuoso ed elegante, mi lascio andare a qualche giravolta, atterro su un piede e subito riparto spinto dall’insostenibile leggerezza della mia mente. Nessun passo è uguale all’altro, ma tutti sono ritmati da quella musica mentale che si è impossessata delle mie psicoreazioni.
Se i funzionari del Governo mi scoprono adesso, per me è finita.
Il bombardamento sta cessando lentamente e lentamente finisce la mia folle danza mentale. Dalla finestra di un palazzo un bambino mi sta osservando. Ha il casco educatore, probabilmente non mi ha messo a fuoco, è troppo presto per lui.
Sono fermo in piedi, al centro del cortile, ho di fronte la casa decadente e sento una strana sensazione, nuova, probabilmente un effetto postumo dei violenti bombardamenti pineali degli ultimi tempi.
È incredibile: esco dal mio corpo, non me lo aspettavo. Rientro subito. Ce l’ho fatta, riesco a muovermi come voglio. Esco di nuovo, corro verso il muro, lo colpisco forte con i palmi delle mani e rientro. Ma adesso basta rischiare, esco dal cortile. La casa decadente è dietro di me e io sono di nuovo per la strada. Riprendo il mio viaggio.
Fino a questa notte con ogni probabilità non ci saranno altri bombardamenti pineali, un po’ di tregua. Spero di riuscire a fare più cose possibili, oramai la discesa è iniziata. Oggi non sono andato a lavoro, giornata libera.
Sto giocando col fuoco, è un attimo bruciarsi. Ogni volta sono riuscito a toccare il fondo e a rientrare in me e nelle regole, questa volta non so come andrà a finire. Ma è giusto così.
Arrivo di fronte al palazzo del tribunale. Arancione, tetro e silenzioso. Sulla facciata tre grandi finestre ad arco sovrastano la scritta Giustizia Democratica Statale. La G.D.S., forzatura normalizzatrice, strumento insanguinato.
Probabilmente inizio da qui, devo solo trovare la situazione giusta. Ogni attimo è rubato, so che mi stanno cercando e che ben presto mi individueranno.
Posso fare un mucchio di cose, devo solo scegliere da quale iniziare.
“Lei è già stato trasferito per ben 3 da volte da un universo coassiale ad un altro. Lei è folle, sta rischiando la lobotomizzazione, desista immediatamente”, le parole dell’avvocato ogni tanto riaffiorano.
Fuori dal tribunale c’è un gran viavai di persone. Dalla valigetta di un signore che mi passa accanto cade un foglio. Lui non se ne accorge e io lo raccolgo poi vado a rintanarmi nel bagno di un bar per leggerlo. È una sentenza. La leggo in questo squallido bagno.
3° Episodio - Dislagarsi
4° Episodio - All'imbrunire.