
Cercavo qualcosa su ebay, l’avevo trovato ma ho subito capito che l’account del mio potenziale venditore era stato hackerato. Sì, qualcuno se ne era impossessato e così, dopo una serie di segnalazioni, ne ho potuto conoscere il “vero” titolare.
Si chiama Simone, ha la passione della fotografia. E ne ha realizzate di notevoli. Poi è successo che ha pubblicato una sua creazione, una “semplice” prospettiva del Po (lui è di Torino) che è stata scelta per la copertina di un’antologia di racconti (Cronache dalla fine del mondo), curata da Laura Costantini (giornalista Rai e scrittrice), edita da Historica Edizioni.
Trovo che abbia talento e gli ho chiesto un’intervista.
Eccolo.
Ciao Simone, grazie per la disponibilità. Per rompere un po’ il ghiaccio, ti andrebbe di dirci qualcosa di te, tipo nascita, residenza, scuole e/o altri gossip personali?
Ciao Mario, certamente! Mi chiamo Simone Arena, ho 24 anni, e sono nato il 10 Novembre del 1988. Sono a nato a Rivoli in provincia di Torino ma vivo a Beinasco, sempre in provincia di Torino. Ho frequentato il Liceo Scientifico Tecnologico E. Amaldi a Orbassano e sono iscritto al terzo anno della facoltà di Economia e commercio a Torino.
Gossip? Mmmh non saprei, sono felicemente fidanzato da qualche mese e finalmente sembra essere quella giusta !
Ti dedichi con passione alla fotografia. È l’unica passione o ne hai altre?
La mia prima grande passione hai detto bene è la fotografia!
Un’altra grande passione è la musica, di ogni genere, purtroppo non so suonare nessuno strumento, ma amo ascoltare e giocare con la musica nei miei servizi.
In particolar modo amo la musica House, Progressive, e questo mi ha consentito di avvicinarmi anche fotograficamente a questo mondo unendo così le mie più grandi passioni in servizi e in importanti concerti.
Intersecando, quindi, queste due strade, sono riuscito a farmi conoscere nel settore, diventando il fotografo ufficiale di importanti appuntamenti della nigthlife.
Com’è nata questa passione?
La fotografia mi ha sempre appassionato, sin da bambino, io ero quello che scattava sempre, qualsiasi cosa, amici, situazioni ero sempre l’addetto alle foto diciamo.
Con gli anni la voglia di creare racconti sempre più belli e di qualità mi ha spinto a frequentare dei corsi e a sviluppare questa mia passione. Penso che l’unica cosa che possa catturare un ricordo in eterno sia una fotografia, certo la mente le cose importanti le ricorda, ma la mente negli anni tende a modificare e a volte anche dimenticare piccoli dettagli che invece hanno fatto di quel momento qualcosa di unico. Per questo ho voluto imparare a catturare al meglio quelle emozioni!
Come la coltivi? Frequenti corsi, laboratori o altro?
Ho frequentato i corsi base, avanzato e professionale presso lo studio del maestro Claudio Molinaro, con il quale ora lavoro come assistente in diversi servizi.
Nell’anno passato ho fatto da assistente ai nuovi allievi dei corsi di fotografia e quest’anno debutto come insegnante.
Praticamente due sere alla settimana le passo con il maestro, colleghi e allievi per insegnare, migliorare e crescere con questa mia passione insieme.
Inoltre, esco spesso con loro per scattare in compagnia, trovo fondamentale la condivisione per crescere insieme e più velocemente. Odio i fotografi che vivono questa arte “di nascosto” con la paura che qualcuno “rubi” la conoscenza… non è questa la fotografia!
Quali sono i soggetti che preferisci?
Due sono le mie principali vocazioni: il ritratto e gli eventi.
Amo catturare emozioni, scene e momenti, che sia in set appositamente studiati e montati per uno shooting a qualche modella/o o a qualche evento, dove la musica e il movimento si fondono nelle mie immagini.
Cos’è per te una fotografia?
Per rispondere a questa domanda mi piace “rubare” una citazione di Bresson che dice “Fotografare è mettere sulla stessa linea di mira la testa, l’occhio e il cuore”.
Gli occhi per visualizzare le immagini, per seguire e riprenderne il movimento; la mente per raccontarne la storia, e il cuore per trasmetterne l’emozione nello scatto. Questa per me è la fotografia e non solo: è proprio diventato un modo di vivere.
Quali progetti hai per il futuro, cosa vorresti fare “da grande”?
Eh eh da grande vorrei fare di questa passione il mio lavoro.
Quando sono con la mia macchina fotografica, anche nel più lungo lavoro (ho fotografato eventi per più giorni consecutivamente) la stanchezza non la sento, ne mentale ne fisica, sto bene quando sono nel mio mondo e quando vivo la mia passione. Molti pensano che a fare il fotografo non si sudi o non ci si stanchi… eheh vi invito una volta a venire con me !
Penso non ci sia cosa più bella di esser felici nel proprio lavoro no? Di tornare a casa anche dopo una giornata di corse con pesi non indifferenti addosso ma essere soddisfatti e fieri di ciò che si è creato. Si perché per me, ogni scatto è una creazione e come tale, motivo di orgoglio; anche lo scatto mal riuscito, quello che non è perfetto tecnicamente o che manca di qualcosa, è comunque uno scatto da cui imparare, uno in meno da sbagliare la prossima volta!
Quindi in conclusione, vorrei che fosse il mio lavoro a tutti gli effetti!
Passando alla foto scelta per l’antologia, come è nata cosa ci dici di lei?
La foto di copertina è nata in un pomeriggio, proprio durante l’uscita con i ragazzi del corso.
Era una giornata un po’ grigia, poca la luce che si intravedeva tra le varie nuvole che minacciavano tempesta.
Mi trovavo sul lungo Po e vedendo una situazione di degrado di quest’ultimo, con quel cielo e quella vista, appunto, apocalittici, ho deciso di fare il mio scatto.
Viste le condizioni di luce, sicuramente non avrei potuto tirare fuori un buono scatto se non utilizzando una tecnica chiamata HDR ( High Dynamic Range ).
Questa tecnica si basa principalmente sull'idea di prendere scatti multipli dello stesso soggetto in modo da compensare, con diverse esposizioni, la perdita di dettagli nelle singole zone sottoesposte o sovraesposte. La successiva elaborazione consente di ottenere un'unica immagine, con una corretta esposizione sia delle aree più scure sia di quelle più chiare.
Ho parlato qualche lingua strana?
Penso in questo modo, di aver catturato a pieno quella situazione, quei colori, quelle sensazioni che provavo in quel momento.
Hai dei modelli, dei fotografi famosi cui ti ispiri?
Forse non si dovrebbe dire, ma non ho un modello in particolare. Penso che importanti fotografi del passato hanno fatto la storia e hanno dato il loro contributo fondamentale, ma penso che ci siano un sacco di ragazzi oggi che continuano a crescere e sviluppare nuovi modi di vedere e vivere la fotografia. Oltretutto i cambiamenti delle attrezzature sono in continua evoluzione e ciò cambia spesso le carte in gioco.
Ci sono gruppi di fotografi online che sperimentano giornalmente lenti, situazioni e set per cercare di creare sempre qualcosa di nuovo.
Quindi diciamo che conoscere la fotografia di ieri e vivere quella di oggi, spero mi farà diventare qualcuno che contribuisca nel proprio piccolo a quella di domani.
Cosa pensi della fotografia “su rullino” e relativi apparecchi, la pratichi?
Purtroppo sono nato nell’era del digitale… mi piacerebbe esplorare anche quel mondo, sicuramente è una fotografia diversa, penso si riesca ad avere più la sensazione di costruire l’immagine proprio con mano. A oggi sto seguendo un sacco di progetti che non mi lasciano il tempo di approfondire quel mondo però non nego che la curiosità di esplorarlo è forte.
E delle foto in b/n?
Le foto in bianco e nero sono un mondo a parte… non è il click o l’impostazione su B/N a fare di una foto, una buona foto in B/N.
Un buon B/N è il risultato di uno scatto già pensato per una conversione in B/N, dalle luci alle ombre, ecc…; in seguito la conversione con programmi di post produzione come Photoshop deve seguire e quindi sviluppare l’idea che si aveva ideato in fase di scatto.
Insomma, non è facile fare dei bei B/N, la cosa va studiata molto bene!
Personalmente amo i colori, ma quando riesci a realizzare il B/N che avevi ideato… be' è una gran soddisfazione.
Grazie a Simone e per chi volesse conoscerlo meglio, può visitare il suo sito.