Questo lo avevo scritto sul vecchio blog alle ore 11:39 del giorno 09/02/2011
Il puttanesimo è sempre esistito, sia maschile sia femminile. Ricordate la scena finale di Tototruffa '62, quando Totò, dopo avere ricevuto un’inaspettata eredità, regalava ad alcune sue amiche milioni come se fossero caramelle? Chissà se all’epoca gli anziani hanno scosso la testa vedendo quella scena, eppure quelle signorine erano molto graziose, per nulla volgari, sorridenti rassicuranti. Oppure Martufoni Iside, l’ammiraja da Barduina (interpretata dalla bravissima Simona Marchini)
Il puttanesimo, anche quello morale, non verrà mai estirpato, come per altro nemmeno la delinquenza in ogni sua sfaccettatura.
Ad esempio un avvocato che difende a spada tratta un evidente colpevole con l’intenzione di farlo assolvere o un deputato che, giocando con le parole, difende l’attività pressoché nulla del suo leader di schieramento: anche quella è prostituzione. Ma sono cose che vanno da sempre, come il carrozzone di Renato Zero, con regine, fanti e re.
Ma oggi assistiamo ad una cosa ben diversa e ben più grave: assistiamo al culto, alla cultura, alla promozione ed alla coltivazione sistematica della prostituzione nella sua accezione più becera; singolarissimi personaggi pretendono di farci credere in ogni modo che la vendita e la svendita del proprio corpo, la contrattazione dei valori, l’annichilimento della ragione sia la cosa più normale del mondo, la nuova moda.
Mentre la storia e l’economia ci insegnano che sul mercato c’è offerta e richiesta, oggi qualcuno con la scusa di affermare che “non c’è nulla di male perché tanto tutti lo fanno, anche senza ammetterlo”, sta aprendo nuovi e vergognosi “vivai”. Prima il termine “puttanaio” era un termine anche simpatico, adesso no.
E l’organizzazione è strutturata in maniera ben precisa: procacciatori, contabili, curatori dell’immagine, avvocati.
Anche Saviano ha ritenuto opportuno farci sapere se che l’Italia è stanca del bunga bunga, che la delegittimazione e la macchina del fango sono cose nefaste, che nessuno più porta avanti progetti, che Livatino, Falcone e Borsellino erano tanto bravi e che lui, Saviano, ha 30 anni, ma è di un’altra pasta, ha tanti e tanti valori e che la parola sogno gli piace proprio tanto (parole pronunciate al Palasharp di Milano davanti a una folla osannante).
Donne che si sentono lese e uomini che vogliono riscattarsi non fanno altro che manifestare in ogni modo: “io sono diversa”, “l’Italia è un’altra”.
Ma il punto è diverso, ben diverso, dalla semplice esaltazione del puttanesimo. Il punto è che non ci stiamo rendendo conto che ad esso si tenta di conferire una dignità istituzionale e che questa operazione sta avvenendo su ogni fronte e che raccoglie proseliti.
Chissà quanti politici lo hanno fatto il bunga bunga, chissà quanti privati cittadini lo vorrebbero provare come chissà quanti cittadini, e altrettanti politici, rubano o evadono.
A partire dai mass media il mercimonio corporale viene spacciato come cosa normalissima e, con la scusa che comunque tutti quanti siamo umani, ecco che è arrivato il primo atto istituzionale: il Presidente del Consiglio chiama un funzionario di polizia per intervenire sulla sorte di una ragazzina senza arte né parte, sottoposta ad accertamenti.
Ecco i soggetti e l’intenzione. Il Presidente del Consiglio chiede che venga liberata, o comunque trattata bene, una sua protetta, la quale poi una volta uscita da quell’ufficio e affidata a un’altra carica istituzionale, viene di nuovo rimessa sulla sua “strada”.
E che nessuno osi fiatare! Ché essendo una cosa che fanno tutti, va ufficializzata!
Se al Governo ci fosse stato un omosessuale o un bisessuale (ché lui ha precisato che mica lo è, gay) e si fosse comportato come lui, le cose non sarebbero cambiate di un millimetro.
Ecco i vivai e le scuole: Arcore e programmi TV opportunamente confezionati. Ecco i college e le case degli studenti: Olgettina (da cui si viene sfrattati se non si rende nelle prestazioni).
Negli anni addietro l’onorevole di turno raccomandava questo o quella, ma in maniera riservata delicata e l’esito dipendeva molto dall’integrità dei soggetti investiti. Oggi no, oggi io Presidente del Consiglio ti ordino – e basti; io Presidente del Consiglio organizzo, anziché eventi culturali (ed ecco perché qualcuno ha detto che la cultura non si mangia, né fa mangiare), eventi sessuali, spendo – o meglio butto – soldi perché è giusto così, e basti. Perché adesso l’apparenza è l’oppio di noi italiani. Arcore e mass media connessi sono un pericolosissimo binomio.
E mentre io privato cittadino faccio i conti mille volte perché voglio mandare mia figlia all'Università, lui conferisce valenza moralizzatrice alla prostituzione, meglio se minorile e con immigrati, e al lenocinio.
Ecco su cosa si deve fondare una rivoluzione: sulla calibrazione del pubblico e del privato, dell’istituzionale e del non istituzionale, sullo spendersi per gli altri per costruire qualcosa, al di là dell’immagine. Recuperare la nostra Italianità, a partire da chi occupa quegli uffici costruiti a costo di tantissime vite umane. Dare a tutti le stesse opportunità di sviluppo.
Silvio ha capito che è più facile scendere verso il basso che salire e su questa sua intuizione ci ha fatto a nostre spese – e non solo economiche – la sua miserevole fortuna.
Come? Riappropriamoci delle lettere, delle parole e dell'arte per coprire di ridicolo lui e quelli come lui; riappropriamoci del nostro lavoro, qualunque esso sia, affinché tutti possano avere pari opportunità e dare il meglio e poter vivere sereni anche quando il nostro corpo non attirerà più nessuno; riappropriamoci del valore dei soldi e di come spenderli.; riappropriamoci dei valori che i grandi statisti che ci hanno regalato questa Italia hanno sempre tentato di trasmetterci.
Ecco, io sogno questo.