Oggi passiamo da Carie, un’ottima rivista letteraria illustrata. Ho intervistato lo staff. Prima di leggere, però, passate a darle un’occhiata.
Fatto?
Eccoveli.
Ciao, redazione della rivista letteraria Carie. Grazie per la disponibilità. Iniziamo con la domanda di rito: ci raccontate col minor numero di parole, il maggior numero di cose su di voi, gossip compresi
Siamo una rivista letteraria online nata nell'ottobre 2016 a Torino e pubblichiamo racconti illustrati.
Gossip? Uhm, scandaletti, tresche e amorazzi, litigi e discussioni? Ma certo che no, siamo una redazione di persone serissime, noi “Cariati”. Se proprio volete emozioni forti ne trovate nei nostri racconti e, dio non voglia che mai qualcuno metta le mani sulla chat della redazione.
Una domanda secca: come mai una rivista letteraria?
E perché no! Carie nasce in uno studio dentistico, durante una detartrasi. Un'igienista dentale (Ilaria) e un suo paziente (Davide) sono il primo nucleo della redazione della rivista. Immaginatevi il dialogo: Ilaria da dietro la mascherina, Davide può solo emettere suoni gutturali di assenso, perché sta subendo la detartrasi di cui sopra. Entrambi concordano sulla bassa qualità delle letture disponibili nelle sale d'attesa degli studi dentistici, di solito riviste di gossip (e torniamo al gossip...). Decidono quindi di alzare drasticamente il livello letterario dei pazienti odontoiatrici del Bel Paese fondando una rivista letteraria illustrata tutta loro, Carie, appunto. Nel giro di breve, si radunano intorno a loro: amici, complici, amanti (il gossip fa di nuovo capolino), mogli e mariti, ex compagni di corsi di scrittura creativa e la redazione è composta!
In realtà Ilaria parlava di fare una vacanza in Islanda e Davide le stava dicendo che, secondo lui, l’unica vera squadra di calcio che ha senso di esistere è ***.
Ma i cariati non lo sanno e continuano felici a fare la rivista letteraria.
Un’altra domanda secca: la rivista si chiama “Carie – la rivista che va alla polpa”. Una denominazione del genere non rischia di fuorviare? Le carie… insomma…
Sì, no. Però funziona: è un nome “pop” (proprio nello spirito della rivista) che attira, stimola, incuriosisce, stuzzica e riassume, già nel sottotitolo, l’idea del “racconto perfetto”: quello che va subito al dunque e non ti molla più: dritto alla polpa, inesorabile come la carie, appunto.
Come siete strutturati?
Siamo in 10. Nello specifico: 9 redattori, 1 illustratrice, 1 art director, 1 editor, 1 grafico, 3 social media manager, 2 coordinatori editoriali. È vero, la somma non fa il totale ma è perché facciamo tutti più cose contemporaneamente, quindi i conti tornano. Forse...
Com’è strutturata la rivista?
Per continuare il gioco coi lettori ogni racconto viene inserito in una sezione odontoiatrica: ad esempio “dente da latte” per le favole o il “dente avvelenato” per racconti particolarmente graffianti, “Dente del giudizio” per i racconti di formazione.
Ogni racconto è accompagnato da un'illustrazione realizzata ad hoc, di formato quadrato (altrimenti poi sul nostro profilo Instagram come facciamo a farcele stare?)
Ogni numero ha circa 12 racconti (anche se quello in uscita a luglio ne avrà ben 22, perché, si sa, d'estate si legge di più).
Carie non esce a cadenza fissa, ma grosso modo ogni tre o quattro mesi. È disponibile, leggibile e scaricabile gratuitamente on line dal nostro sito www.carieletterarie.com
Come dev’essere il racconto che decidete di pubblicare?
Deve essere bello e non più lungo di 20.000 battute spazi inclusi. Deve piacere alla maggioranza dei redattori. Deve essere curato, ci deve catturare, incuriosire, stupire (non tutte queste cose insieme, ovviamente, ma se capitasse... e capita, parola di redazione). Insomma deve conquistare almeno la maggioranza della redazione. Se poi la storia ci piace e la scrittura non è al livello dei nostri standard ci pensa Giulia, la nostra editor, che provvede insieme all'agente patogeno (autore del racconto) a fare le modifiche necessarie.
E l’illustrazione?
Gli autori delle “panoramiche” sono artisti che ci hanno dato la loro disponibilità a illustrare un racconto. Pia, la nostra art director, legge i racconti e li assegna agli illustratori più adatti a interpretarli. Lei li sceglie in base al tratto e alla loro poetica ma se a un illustratore non piacesse la storia o non la “sentisse” sua, è libero di chiedere una storia diversa in un numero successivo. Si metta agli atti che i cariati non sono rancorosi, un paio di no li sanno accettare con grande classe (ma senza esagerare eh!?). Anche le copertine sono regali di illustratori sempre diversi.
Prediligete argomenti o tematiche particolari?
Non facciamoci fuorviare dal nome Carie. Non siamo particolarmente appassionati di tematiche odontoiatriche. Siamo davvero aperti a tutto: ci piace ogni genere letterario, senza tematiche, ambientazioni o stili prefissati, devono solo essere delle storie belle e, possibilmente, ben scritte.
I racconti possono essere editi o inediti, purché di proprietà intellettuale dell'autore e tali resteranno anche dopo la pubblicazione sulla nostra rivista.
In editoria, molti affermano che i racconti “non tirano”. Cosa ne pensate?
Che è vero ma solo per un errore di valutazione. Con Carie cerchiamo di portare i lettori a prendere coscienza di quella che è la profondità di un racconto e del fatto che un racconto non è la versione liofilizzata e insipida di un romanzo, ma è una specifica forma di narrazione. Che poi in questo mondo che va sempre di corsa, il tempo per un racconto non lo si nega a nessuno.
Quali obiettivi sperate di raggiungere o, meglio, quali intenti persegui, con questa rivista?
Il nostro primo, nobile scopo è quello di divertirci e divertire chi ci segue. In subordine vorremmo che la lettura (in particolare quella dei racconti) uscisse un po’ dalle “torri d’avorio” della Cultura e diventasse accessibile e piacevole. Per capirci: non si vive solo di maestri come Carver, a volte, si può avere anche voglia di leggere una storia più leggera che strappi un sorriso.
Abbiamo anche l’ambizione di avere un pubblico e degli autori più eterogenei possibili: ci piace accostare, nello stesso numero della rivista, opere di autori esordienti e di scrittori con anni di esperienza e di riconoscimenti alle spalle; di illustratori appena usciti da un master e di artisti con una carriera avviata. Per dire: uno degli autori del numero estivo è stato due volte finalista per il Premio Strega e una delle nostre illustratrici del numero primaverile ha collaborato con Lady Gaga... sì, quella Lady Gaga. Però siamo modesti e non lo diciamo tanto in giro perché poi sembra che ce la tiriamo.
Dal vostro osservatorio, riuscireste a dare una stima circa i numeri della lettura “online”? Pensate che costituisca una buona alternativa a quella cartacea?
Per ora sono usciti tre numeri della rivista, il quarto uscirà a breve. Sul nostro sito ogni numero è scaricabile in pdf e per ora il Numero Zero è stato scaricato 1.590 volte, il Numero Uno 1.406 volte e il Numero Due 874 volte. Per noi sono numeri di successo per una rivista così giovane.
Ma sul sito sono disponibili i singoli racconti (questo per permettere una fruibilità maggiore) e quello più visualizzato (e si spera letto) è stato cliccato già 10.207 volte.
Mai pensato al cartaceo?
È un nostro sogno ma è molto impegnativo da un punto di vista economico (siamo noi redattori ad autofinanziarci). A breve Carie diventerà un'associazione e questo ci permetterà di pianificare in futuro, grazie ad eventuali soci contributori, la stampa della rivista. Il sogno è stampare un buon numero di copie da distribuire gratuitamente. Un po’ come la nostra rivista “hermana mayor” Cuentos para el andén che regala racconti nella metro ai cittadini di Madrid. Nel frattempo però il pdf è strutturato apposta per la stampa domestica: un fronte e retro a colori e si può avere un fascicolo più che dignitoso.
Avete intenzione di ampliare le sezioni dando spazio, ad esempio, a recensioni, poesie o altro?
No. Carie nasce come rivista di racconti illustrati (solo con illustrazioni e non con fotografie, per esempio). Non inseriremo poesie in futuro perché è una forma letteraria che non siamo in grado di valutare e non ci occuperemo di critica letteraria perché... perché ci piace far parlare i racconti e non passare il tempo a parlarne. Il giudizio lo lasciamo ai nostri lettori.
Grazie per la disponibilità, solo un’ultima domanda. Avete dei progetti, cosa vorreste fare “da grandi”?
A parte trovare una copia di Carie in ogni casa? Per adesso l’obiettivo è diventare un’associazione culturale e continuare a fare quello che ci piace: far conoscere la rivista, presentare racconti e romanzi insieme agli autori, essere nella giuria di concorsi letterari, esporre le illustrazioni dei numeri passati, e avere di avere di nuovo, come quest'anno, uno stand al Salone del libro. Da grandi non sappiamo bene, ma è questo il lato più stimolante di questa avventura: ogni riunione di redazione spunta un’idea un po’ più pazza e visionaria che ci appassiona. E la cosa davvero magica è che, finora, siamo riusciti a realizzarla.