Avevo già raccontato QUI un simpatico (si fa per dire) episodio che ha visto protagonisti il sottoscritto e l’editore ma, a dimostrazione che per me valgono solo le opere, voglio dire che quello di Angela Di Bartolo è uno scritto notevole.
Dieci racconti sul filo del tempo, dieci frammenti che raccordano stili di vita, dieci viaggi che chiudono virtualmente cerchi spazio-temporali (solo) a prima vista improbabili, ma non impossibili.
Lo stile e la forma sono curati e non presentano alcuna sbavatura e i soggetti, mai banali, spaziano, come a voler percorrere un cerchio di raggio maggiore - per non dire infinito -, dalla mitologia al fantastico.
Il binario narrativo richiama una nemesi, di matrice fantastica o assurda – nel senso di incomprensibile – che trascina i protagonisti e il lettore lungo quello che il titolo non poteva descrivere meglio, altri sentieri appunto. Sentieri impensabili, di corsi e ricorsi, sentieri emotivi, sentieri storici, sentieri mentali e allucinanti, sempre diversi da quelli cosiddetti conosciuti.
L'autrice considera il tempo come una sorta di filo conduttore, o di vento di vibrazioni conservatrici, che mantiene fisso e inalterato il fascino delle cose, come ad esempio quello di Venezia, nel racconto Riverberi o quello della casa natìa, in Perduto.
Anche il tempo pare avere una sua memoria superiore, selettiva e indelebile.
Allora, si chiede il lettore al termine dell'ultima pagina, quali e quanti sono i sentieri che percorriamo? Ce ne sono alcuni privilegiati lungo, i quali si muove ciò che non deve andare perduto, e altri come binari morti? Uno di questi sentieri, ed è quello che più colpisce, è l’acqua. La memoria dell’acqua ribadisce al protagonista di Ponti – il racconto più bello, secondo me, che ho letto e riletto diverse volte - qualcosa che lui, vai a sapere il perché, non voleva ammettere. O forse non sapeva ancora? Questione di sentieri e di percorsi.
Leggendo queste pagine si capisce che la distruzione, come ad esempio quella di Pompei, in Ottobre, è solo apparente e relativa: la memoria è inesorabile e arriva, anzi ritorna, da direzioni impensabili.
Per altri sentieri si muovono i meccanismi occulti dell’anastilosi che evita l’oblìo, forse anche grazie a misteri del DNA ancora irrisolti.
Ma la memoria contiene due elementi fondamentali: il presente e il passato e al lettore resta un interrogativo: cosa resterà di tutto ciò e fino a quando?
Un’opera matura, suggestiva e gustosa.