Oggi vorrei parlarvi del concorso “Un soggetto per l’Asinara”, collegato con l’ottimo festival dell’Asinara, un’utile e interessante rassegna che si svolge ogni anno sull’Isola dell’Asinara. Ogni anno vado a vedere almeno un film.
Il concorso collegato, dicevo. Leggo il bando, si deve mandare via mail un soggetto di 3800 battute per la realizzazione di un film ambientato sull’isola dell’Asinara. Sì, il bando è molto stringato, non si conoscono i nomi dei giurati e la designazione del vincitore è fissata per il 27 agosto, ossia dopo meno di 4 giorni dalla chiusura del bando, però considerata la stima che nutro per l‘organizzazione decido di partecipare fiducioso.
Mando quindi il testo via mail il 16 agosto. Nessuno mi risponde, allora il giorno 23 agosto cerco di contattare l’organizzazione: mando una mail, nessuna risposta; mando un messaggio sulla pagina Facebook, qualcuno lo legge subito, ma non mi risponde; chiamo il numero che vedo sulla pagina Facebook della rassegna, mi risponde una gentile ragazza che mi informa di non occuparsi del concorso e, dopo aver chiesto il mio nome e il mio numero di telefono, mi invita a mandare una mail all’organizzazione, cosa che faccio di nuovo. Nessuna risposta.
Sabato 26 agosto, a bando chiuso e un giorno prima della premiazione, un mio contatto di Facebook mi informa tramite messaggio privato che purtroppo le mie mail non sono state ricevute e, dopo essersi scusato e avere ammesso di avere avuto tantissimi problemi, che si augura di avermi l’anno prossimo tra i partecipanti. Resto un attimo allibito, non sapevo che quel contatto facesse parte dello staff del concorso.
Comunque, nonostante io abbia mandato con ampio anticipo il mio testo, frutto di impegno e lavoro, sono fuori dal contest. Forse rispondere subito al messaggio su Facebook, oppure controllare bene non appena ho chiamato sembrava brutto. Probabilmente cercare una soluzione per ricevere il lavoro era tempo perso. Probabilmente io ho un concetto diverso di rispetto, però ci sono rimasto malissimo, lo ammetto. Un calcio nei denti.
Ma non è finita qui.
Cerco su Facebook uno degli organizzatori e scopro che mi ha già bannato, prevenire è meglio che reprimere. Bene.
Chiedo al contatto che mi ha informato della mia esclusione chi abbia vinto il contest e questo mi risponde di non sapere nulla, di rivolgermi all’organizzazione.
Leggo i risultati, sono felicissimo per la vincitrice. Noto che nella giuria c’è anche il contatto che mi ha informato dell’esclusione e che poi mi ha detto di non sapere nulla dei risultati.
Dopo tutte queste non riposte, queste mail perse, questi “non so” e questi ban, qualcuno mi informa di un bellissimo post apparso poco dopo la premiazione sulla pagina dell’organizzatore che mi ha bannato preventivamente.
Eccolo. (La foto è meramente esplicativa, non c'entra con l'autore dell'elegante messaggio in latino)
Nuove frontiere della comunicazione e del rispetto degli autori e dei loro lavori.
E poi io sono anche cicciotello. Sgrunf. Però spero di vivere ancora un po'.