A me la danza piace, la trovo una forma di comunicazione – e soprattutto d’arte - estremamente potente. Devo fare alcuni distinguo però, perché ad esempio il balletto classico mi piace un po’ meno, per non dire quasi nulla. L’unica performance che ogni volta mi affascina come se fosse la prima volta è quella di Maya Plissetskaya, quando danza sulle note del Bolero di Ravel.
Credo che lì ci sia Dio.
Comunque l’altro giorno stavo cercando su youtube un pezzo di Giuni Russo in cui canta una poesia scritta da Santa Teresa d’Avila intitolata “Moro perché non moro”. Una poesia pazzesca, in cui la Santa esprime con poche ma incisive parole la sua fede. Un pezzo di altissimo valore che non basterebbero vagoni di pagine per contenerne una critica adeguata. Il testo tradotto lo potete trovare qui. Mi mette i brividi ogni volta che lo ascolto.
Insomma, fatto sta che stavo cercando quel brano (ne esiste una versione postuma in cui Giuni duetta con Lene Lovich e che io trovo sublime, eccola)
quando mi sono imbattuto in un balletto dal titolo: Ragusa abbraccia Il Cairo - "Moro perchè non moro" di Giuni Russo.
Cappero! Ho lasciato perdere l'accento sbagliato e ho cliccato al volo.
E per poco non spacco il pc. Non so, lascio giudicare voi, ma a me sembra piuttosto un balletto per la canzone dei bambini che dice “ci son due coccodrilli e un orangutan, due piccoli serpenti…”. Ora dico, ma una poesia di quel calibro me la interpretano con le mosse dell’elefante sul filo della ragnatela? Ma per favore. E il bello è che questo strazio l'hanno messo in scena addirittura alla biblioteca Alessandrina di Alessandria d'Egitto (che è il maggior centro di cultura dell'area del Mediterraneo) mica alla sagra dei malloreddus di Carbonia.
Chiudo immediatamente lo strazio e l’occhio mi cade su un’altra performance di questo curioso gruppo denominato “Compagnia di Balletto Mila Plavsic di Ragusa” che, non contento di avere vilipeso l’arte sacra, si è anche esibito in Toreador, tratto dalla famosa Carmen, altra opera che mi piace oltre ogni limite.
Notate che evoluzioni, che passi, che bravura quelle ballerine (chissà quanti anni hanno studiato prima di imparare quel balletto così elaborato) e come onorano il povero Bizet, che se potesse prenderebbe quei ventagli e ne farebbe un uso improprio. Ma l'avranno mai vista l'opera? Mah, ne dubito.
Ragazzi, che coraggio che ha la gente. Liberate i cani.
Argh.