Anzitutto, se entrate in un negozio di abbigliamento non fatevi fregare. Avete presente quei piattini con caramelle o dolciumi messi a disposizione dei clienti (magari per rimediare a certi aliti corrosivi)? Ecco, c’è un negozio a Rovereto (provincia di Trento) che si chiama “Erik moda” in cui tali piattini contengono anche ovetti Kinder. Mi raccomando!! Se prendete qualcosa da quei piattini, chiedete il conto alla cassa!! Altrimenti fate la fine di quel povero ventenne cui è stata inflitta una condanna per rapina (mica noccioline!) perché pensava che fossero dei gentili cadeaux per i clienti, mai avrebbe pensato che in un negozio di abbigliamento si vendessero anche ovetti Kinder. Una bella diversificazione di attività, non c’è che dire, solo che magari qualcuno potrebbe poi toccare gli abiti con le mani tutte sporche di cioccolato e sai il casino (ulteriore, visto che a prima vista il cioccolato sembra altro?).
Un’altra cosa da non fare (anche se siete di stomaco buono e non vi fa schifo nulla) è rubare le ciabatte altrui dagli spogliatoi delle palestre. Lo sa bene un'avventata signora che ci ha provato ma è stata scoperta e ha subìto l’inevitabile condanna, nonostante sia andata fino in Cassazione in quanto – con ogni probabilità – non credeva di avere fatto qualcosa di male.
Se poi andate a casa di qualcuno e iniziate a litigare col padrone tanto che questi vi invita a uscire, fatelo senza indugio, in caso contrario commettereste il reato violazione di domicilio, come è successo a quell’ex marito che, entrato nell'abitazione con il consenso della e moglie, in seguito all’insorgere di un contrasto di opinioni, si era trattenuto, sia pure per un breve arco di tempo, nell’appartamento della donna, nonostante i ripetuti inviti ad allontanarsi, anche ad opera di un carabiniere intervenuto su richiesta della donna stessa. La condanna, precisano i Signori Giudici della Cassazione, è intervenuta sulla base delle dichiarazioni della persona offesa, titolare del diritto di esclusione dall'abitazione familiare anche nei confronti del marito separato, e dello stesso carabiniere, in quanto la testimonianza della persona offesa, infatti, ha ricordato piazza Cavour, è fonte conoscitiva che "non presenta un'affidabilità ridotta, bisognevole di rafforzamento per raggiungere un'adeguata capacità persuasiva". Al pari di tutte le testimonianze, "deve essere sottoposta al generale controllo sulle capacità percettive e mnemoniche del dichiarante, nonché sulla corrispondenza al vero della sua rievocazione dei fatti, desunta dalla linearità logica della sua esposizione e dall'assenza di risultanze processuali incompatibili, caratterizzate da pari o prevalente spessore di credibilità".
Insomma un bel giro di parole per dire che se il padrone di casa ti dice di smammare, tu devi togliere il disturbo in gran fretta.
Un’altra cosa interessante si verifica nel caso – mai succeda! – vi muoia un parente.
Punto primo, sappiate che fingersi eredi costituisce reato. Lo avreste mai sospettato? Inoltre non è consentito neppure scrivere testamenti falsi a nome di una ricca defunta che, casualmente, aveva il vostro cognome, anche perché se vi scoprono gli eredi veri succede un casino e non serve a nulla dire che vi siete sbagliati (ma tu guarda che regole strane che hanno scoperto quei poveretti che, convinti di fare cose buone e giuste, sono arrivati fino alla Cassazione);
nel caso in cui, invece, il de cuius era povero, oppure avevate litigato, oppure vi era semplicemente antipatico, potete evitare di contribuire alle spese per il funerale, purché, però, rinunciate all’intera eredità, quindi fatevi due conti ed eventualmente cercate quelli specializzati in testamenti falsi, però avvisate le onoranze funebri, così non avranno sorprese quando manderanno il conto.
Cambiamo argomento. Pensate che il preside di una scuola sia una persona squallida? Ecco, bene, tenetevelo per voi, o al massimo fateglielo sapere in privato, senza testimoni, perché se fate come quel rappresentante sindacale che ha affisso in bacheca una comunicazione in cui esternava tale sua convinzione, vi beccate una bella denuncia per diffamazione, con conseguente condanna. Poi non dite che non siete stati avvisati.
Tuttavia se un giornalista petulante tenta più volte di intervistarvi e non desiste di fronte ai vostri reiterati rifiuti, tenta di mettervi le mani addosso e non se ne va neppure se trascinato via, potete dirgli tranquillamente che è un pezzente, la Cassazione – con un lunghissimo ragionamento – ha detto che è una cosa che si può fare.
Quante cose si imparano!