Si racconta di Petra Delicado, ispettrice di Polizia in servizio a Barcellona, che comincia a ricevere per posta dei flaconi contenenti peni amputati chirurgicamente e conservati in formalina.
Per oltre duecentocinquanta pagine la Delicado ne riceve tre e, tranne le scontatissime battutacce da osteria dei suoi colleghi poliziotti, non succede altro. Poi finalmente qualcosa si smuove e le indagini la portano fino a Mosca, dove trova un bandolo per risolvere il caso.
Partiamo dal personaggio. Questa ispettrice è una delle donne più antipatiche, spocchiose, isteriche e incompetenti del mondo; ha dei comportamenti e delle intuizioni completamente illogici, che però la penna della Bartlett fa sempre andare a buon fine, spesso insultando l’intelligenza del lettore. Ad esempio: va a Mosca per indagare su un tipo sospetto che ha scovato in un cantiere edile, ma ne dimentica sbadatamente in ufficio - a Barcellona - la foto segnaletica (quindi deve preventivamente osservare un miliardo di fotografie prese a casaccio che gli inquirenti russi, fin troppo gentili ché la Russia è davvero piena di gente, le mostrano, come se non avessero nient’altro da fare, prima di far loro capire su chi si dovesse indagare, e incredibilmente tra tutte trova la foto giusta!); oppure: scompaiono due persone e i suoi colleghi le consigliano di divulgarne le foto tramite i mezzi di informazione, ma lei si oppone fermamente affermando – indignata – che sarebbero arrivate troppe segnalazioni che avrebbero fatto perdere tempo prezioso alle indagini.
Per non parlare delle procedure di legge di cui ella si fa beffe, o delle risposte fuori luogo (per non dire stupide) che puntualmente sbatte in faccia a chi la contraddice. Una donna capace di reazioni completamente imprevedibili, come i gatti che per un po’ si fanno accarezzare poi, di colpo e inspiegabilmente, soffiano e se ne vanno.
Tanto poi c’è la penna dell’autrice che la salva, anche se sarebbe meglio nascondergliela quella penna, sì, perché questo libro, che vorrebbe essere un poliziesco, è solo una solenne accozzaglia di fesserie che raggiungono livelli di intensità memorabili in due punti. Il primo, quando l’amico/amante russo di Petra (è bene precisare che lei, tanto per non farsi mancare nulla, appena arriva a Mosca, senza fotografia del sospettato, subito si porta a letto un poliziotto facendone il suo amante temporaneo) il giorno prima del suo rientro in Spagna, come regalo (proprio così viene definito: regalo) le fa visitare la tomba di Lenin dopo l’orario di chiusura e le chiede di fare sesso di fronte alla salma, il tutto in un quarto d’ora, ché altrimenti sarebbero stati denunciati. Immaginatevi che bella sorpresa, e lei, Petra, è tutta emozionata per quel presente; la seconda, quando, alla fine delle indagini, il medico legale, come segno di affetto, le manda in regalo un flacone contenente il pene che lei stessa, qualche giorno prima, aveva tagliato in un momento di tecnica d'indagine creativa, con un colpo secco di bisturi a un cadavere, in una camera mortuaria, di fronte a due sospettati, per convincerli a confessare (sì, esatto, aveva portato i due sospettati in camera mortuaria e li aveva interrogati là dentro, assieme, di fronte a un cadavere nudo, senza avvocato, però poi i due in effetti non sapevano nulla). Un regalo simpaticissimo, tant’è che lei lo accetta ridendo e lo infila nella borsetta.
Sorvolo sui dialoghi e aggiungo solo che, ovviamente, in questo libro i colleghi di Petra - una donna che ha sempre ragione e, soprattutto, quando ha torto, ha ragione ad avere torto e guai a chi la contraddice - sono tutti maschilisti, al limite dell’omofobia, rozzi e noiosi mentre la protagonista è l’unica ad avere la verità in tasca e a portare sulle spalle il peso dei mali del mondo.
Praticamente una storia e un personaggio talmente improbabili e sgangherati che mi verrebbe voglia di andare a bruciare questo libro sulle Ramblas per poi mandarne le ceneri alla Bartlett, in un flaconcino, accompagnate da un biglietto sul quale scriverei, giusto per rimanere in tema "Russia", il famoso commento di Fantozzi.
In buona sostanza un libro del pene.