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Naturless. Mostra fotografica a Torino. Un progetto di Simone Arena

23/4/2014

È inutile: quando il talento c’è bisogna solo goderselo.

Simone Arena, ottimo fotografo (l’ho intervistato qui) e ideatore della copertina dell’antologia “Cronache dalla fine del mondo", curata da Laura Costantini, edita da Historica Edizioni, esordisce con una mostra di tutto prestigio che ha come tema la natura.

dal 22 Aprile al 01 Maggio,
dalle 11.00 alle 19.00

presso

Sala mostre Regione Piemonte
- Piazza Castello 165, Torino.

Cos’è NaturLess.
Natura. Molte sono le interpretazioni attribuite ad essa.

Simone Arena, propone la sua visione, sviluppando un progetto che avvicina la natura all’eterea eleganza della donna.

Un progetto nato per coinvolgere i giovani e in grado di attirare l’attenzione sul loro territorio.
Questo è stato il presupposto all’origine della collaborazione fra Simone e Giovane Arcadia associazione culturale che ha come obiettivo la promozione di arte e dei suoi neo-esponenti.

Con la partecipazione di giovani professionisti e artisti torinesi, vengono immaginati, studiati e realizzati diversi set fotografici.

Attraverso la visione di Simone, la Natura si esalta in una interpretazione fashion della propria maestosità.
Si collega così il mondo della bellezza e della moda alla terra e alla natura, alle loro differenti forme e colori.

Il territorio viene esaltato anche dalle location scelte, il bioparco Zoom Torino e il Centro Sled Dog di Sestriere, un mix di selvaggio ed etereo, un inno al valore del paesaggio.

Credo che valga la pena di visitarla. C’è anche l’evento su Facebook.

Grande Simone.

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Sfott the spot: il mistero dello shampoo scomparso

9/4/2014

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Rispolvero una rubrica, che si tiene anche sul blog della nota ficcanasa che tutti conosciamo, per chiedermi se quelli che fanno la pubblicità hanno sempre il contatto con il mondo reale o se piuttosto vivono in un universo parallelo? O se magari pensano che il pubblico sia scemo. No, perché la pubblicità dello shampoo Johnson è davvero da segnalazione ai servizi sociali e di igiene mentale.

Allora, in una famiglia apparentemente nomale, a un certo punto tutti di colpo e contemporaneamente si mettono a cercare lo shampoo. E dove lo cercano? Non si capisce bene, chi nel mobiletto del bagno (quello sopra il lavandino), chi in camera da letto, chi in salotto; tutti si interrogano a vicenda con quel tono tra il preoccupato e il disinvolto di chi sa di far parte di una famiglia molto moderna e unita; famiglia in cui regna però una strana forma di inividualismo, visto che tutti dicono: “il *mio* shampoo". Probabilmente per ragioni di economia famigliare ognuno deve gestirsi il proprio flacone.

E che ognuno debba gestirsi la propria bottiglietta è dimostrato anche dal fatto che tutti la cercano nei posti più disparati (evidentemente la nascondono al sicuro dalle manacce degli altri famigliari), ma va ben.
A un certo punto, la figlia più grande vede casualmente la sorellina dentro la vasca da bagno e, dopo che le si è illuminato uno dei pochi neuroni che il patrimonio genetico ha concesso a quella famigliola - e prima di cadere in preda a una crisi isterica o di chiamare il 113 - le chiede notizie di questo benedetto shampo. Quella, con un tono e una vocina che si dovrebbe arrestare il doppiatore per come parla di plastica, afferma che lo shampoo, in realtà, è suo ma che se vogliono gliene dà un po’. Visto l'ingenuità dei bambini contrapposta all'egoismo e al consumismo dei grandi che si nascondono le cose?
Però, allora: ma come cappero c'è finita la bimba nella vasca da bagno tutta schiumosa visto che nessuno si era accorto che lei aveva l'ambito cosmetico? Ce l'hanno frettolosamente messa dentro i genitori e poi sono corsi a cercare lo shampoo (così la bimbetta ha potuto uscire - col rischio di scivolare malamente - per andare a prendere la sua confezione di shampo che nascondeva nell'orsacchiotto)? O l’hanno temporaneamente abbandonata perché non trovavano lo shampoo e quella, per consolarsi e riempire un vuoto affettivo, si è fatta il bagnetto da sola? Cioè, fatemi capire, se per caso avessero trovato un’altra bottiglietta di shampoo - magari sottratta di nascosto alla mamma che la conservava nella confezione degli assorbenti - l’avrebbero lasciata a mollo per sempre? Ma poi, quanti bagni ci sono in quella casa se nessuno - durante l'affannosa ricerca - si accorto che in quella pargoletta mano c’era l’ambita confezione? D'altro canto le espressioni stupite di mamma e papà alla vista della bimba nella vasca non lasciano dubbi: non sapevano che quella stava giocando con l'acqua.
Mah, vabbe’ famiglie strane… basta vedere lo sguardo intelligente di lui.

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Per oggi non mi tolgo la vita, di Alfonso Brentani

8/4/2014

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“… mi viene in mente che uno nasce già così con questa inclinazione verso la morte, come chi ha l’inclinazione magari verso il sesso anale o verso le donne o verso gli animali o verso i bimbi o verso dio o verso l’arte o la musica, così c’è chi ha l’inclinazione verso la morte cosa c’è di strano anche la morte fa parte della vita e tutti hanno inclinazioni verso cose che fanno parte della vita” … “e dunque chi ha inclinazione verso la morte in realtà non ha motivi scatenanti”

Questo è il frammento catalizzatore di Per oggi non mi tolgo la vita, opera prima di Alfonso Brentani [Exòrma Edizioni, 119 pagine, 12 euro], la storia – sotto forma di diario un po’ sui generis – di un giovane editor sardo in preda al cosiddetto male oscuro. Da tale frammento emerge, inoltre, anche la cifra stilistica dell’autore, il quale sembra avere liberato il proprio flusso di coscienza per dar vita a lunghissimi periodi quasi senza punteggiatura, ma non per questo inefficaci; una trascuratezza solo apparente, indice di come il protagonista vive il proprio disagio, ossia non passivamente, bensì con smarrimento e reattività altalenante. Lui confessa di sentirsi inspiegabilmente in debito con tutti e ciò fa sì che le sue reazioni siano quelle più radicali, ma con esiti tragicomici e raccontati con toni ironici. Ed è proprio con questa ironia che comunica al lettore come la vita lo lasci senza troppo spazio di manovra.

A nulla valgono le costose sedute con gli specialisti della mente cui si rivolge nei rari momenti di reattività, così come vani si rivelano i suoi, peraltro deboli, tentativi di autoguarigione; il protagonista ha deciso di assecondare le proprie inclinazioni, lo dice già alla prima pagina descrivendo il suo ennesimo tentativo di farla finita. Di pari inutilità, peraltro, si rivela la ricerca della salvezza nei testi classici e nella letteratura medica riguardante alcuni farmaci prescritti a chi soffre del suo stesso disagio, anzi tale ricerca rafforza nel protagonista la convinzione, dapprima larvata, della complessiva e insanabile incompetenza dei medici che dovrebbero occuparsi di lui, incompetenza colpevole e in malafede.

In quest’opera, l’autore offre – senza alcuna richiesta di clemenza e con il pretesto di spiegarlo alla sua parte più razionale e tetragona – l’unica risposta possibile alle (spesso banali) domande che vengono sbattute in faccia a chi è afflitto da quello spleen esasperato e difficile da condividere. O almeno quella alla quale lui è disperatamente pervenuto.

E tutto ciò arriva al lettore in maniera diretta, asettica e pressoché perfetta.

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Non si risponde di disguidi postali, né dei soldi dentro le buste

6/4/2014

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Oggi è domenica, quindi vi parlo di due concorsini veloci veloci, agili agili, che nonpotetediredino.

Il primo è questo (link rimosso su richiesta dell'organizzazione, mi spiace). Le regole sono semplicissime: scrivete un raccontino, una poVesia o un testo teatrale, allegate 10, 15 o 20 euro, a seconda di quello che scrivete, poi spedite. Se volete, i soldi potete metterli direttamente nella busta assieme ai vostri capolavori, oppure versarli su una carta postepay intestata direttamente alla gentile signora segretaria del premio (e poi allegate la ricevuta assieme ai capolavori). Ovviamente NON spedite tramite raccomandata, ché le raccomandate portano via tempo, oltretutto l’organizzazione non si fa carico dei danni per opere non pervenute per disservizi postali, quindi spedite e pregate che arrivi tutto.
I premi? E qui viene il bello: trofei, targhe e pergamene, oltre all’immancabile antologia condominiale che – ma pensate un po’ – se la vuole, l’autore se la deve comprare. Ovviamente i proventi derivanti dalle vendite NON andranno all’organizzazione (e nemmeno agli autori). A chi andranno? Direte voi. Ma alla casa editrice che la pubblicherà (che ha sostenuto tante spese). Un concorso davvero utile per la letteratura e per tutto.

Il secondo è qui. Nasce per celebrare la famosissima Maria De Cardona (1509 – 1563) Marchesa di Padula, Contessa di Avellino, Signora di altri feudi, letterata, poetessa, cantante, mecenate (ditemi che non ne avete mai sentito parlare vi spernacchio sul posto). Ora, che questa famosissima nobildonna fosse anche cantante è una cosa che giunge nuova, però va ben, sorvoliamo.
Come si partecipa? Ma è semplicissimo, lo sapete, non fate domande sciocche: scrivete qualcosa, lo mettete in una busta assieme a dieci euro e lo spedite. Anche qui, mi raccomando, che NON vi venga in mente di mandare raccomandate, ché gli organizzatori non hanno tempo da perdere, solo posta normale – fregatevene se alle Poste dicono che non è consentito inserire valori nelle buste – e anche in questo caso pregate, perché l’organizzazione declina ogni mancato recapito a causa di disservizi postali. Alla faccia della trasparenza amministrativa e della tutela dei partecipanti, ma va ben, per diventare famosi tutto fa brodo.
I premi? Ah, reggetevi: allora pergamene e attestazioni varie (che fan tanto curriculum) ma – vi state reggendo, vero? – una stupenda biografia di Maria De Cardona, non vorrete farvela sfuggire!

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Provocazione mode on: non è un paese per lettrici

5/4/2014

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Insomma, hai voglia di sbatterti per invogliare alla lettura, a un certo punto arrivano loro, quelli di “Pour Femme”, una elegantissima rivista digitale, e mandano a ramengo tutto in due sole pagine, valorizzando al contempo – davvero – la figura e l'intelligenza della donna. Cioè proprio tutto a ramengo no, ma seguitemi.

Anzitutto guardate qui: “Decorazioni fai da te, trasformare un libro in uno scrigno per i vostri segreti”.
Chi, al giorno d'oggi, non ha segreti? Come si fa, quindi, per metterli al sicuro? Semplicissimo (volendo potete anche cliccare sull'immagine):

“Se nella vostra libreria c’è un libro con tantissime pagine che non utilizzate, vedete di trovare anche una riga, un taglierino, della colla, un pennellino e una matita e mettetevi al lavoro per realizzare uno scrigno dove conservare tutti i vostri segreti.”

Capito? Per prima cosa dovete cercare un libro con tantissime pagine che non utilizzate. L’importante è che abbia tantissime pagine. Poi in poche parole fate come nei miglior film di spionaggio, ricavate all’interno una nicchia in cui nascondere quello che vi pare. State rabbrividendo? Occhio che non è ancora finita.

Visto che scoperta, che cosa innovativa? Non vi sentite tutti un po' più intelligenti e oltremodo astuti? E avete notato quale libro "con moltissime" pagine vi consiglia questa strautile rivista? Le onde di Virginia Wolf, evidentemente la coltissima redattrice deve averlo trovato talmente noioso che le pagine le sono sembrate tantissime.

Se però viene a farvi visita qualcuno che chiede in prestito il libro siete fregati, ma state tranquilli, se arrivate a fare una cosa simile, vuol dire che avete una cerchia di amici che non farà mai attenzione a quegli sciocchi oggetti chiamati libri.

Però quello che più stupisce è la provenienza di questo stupendissimo libro/scrigno. Avete visto che la frase “nella vostra libreria c’è un libro” è linkabile? Ok, clicchiamo e vediamo un po’ di che libri si tratta… ah ecco, bene, si tratta di libri che vi erano stati in precedenza consigliati come regalo per San Valentino. Caspita, bello! Cioè questa rivista prima vi consiglia dei libri e poi, una volta che li avete comprati, vi consiglia come utilizzarli. Leggerli sembra brutto.

E se poi per caso siete riusciti a nascondere tutti i vostri segreti ma vi avanzano ancora tanti libri che non sapete proprio cosa farne, potete usarli come vasetti per le piante. E state tranquilli che usciranno delle piante molto più intelligenti di chi le ha piazzate lì.

Che dire, w questa stupenda e culturale rivista che incrementa l’interesse per i libri in una maniera davvero singolare e non fa passare nemmeno per sceme le donne.

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Cose da fare e altre da non fare

4/4/2014

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Ultimamente si sono presentati in questa sordida bettola degli avventori che appoggiano l’elusione fiscale (vedasi i commenti del signor Tizio, qui, che non sa come fare per farsi bannare) e siccome qui si cialtroneggia, certo, ma sempre nel rispetto delle leggi (tutt’al più le possiamo commentare, ma vanno sempre rispettate), oggi vorrei proporre una carrellata di sentenze e di decisioni davvero interessanti, giusto per farvi capire cosa si può fare e cosa no.

C’è voluto un bel po’ di tempo, ma finalmente è stato sancito che per piantare delle siepi non ci vogliono particolari requisiti professionali. Lo ha deciso il Consiglio di Stato a seguito di un lungo e sofferto iter, dopo che alcuni solerti vigili avevano denunciato un signore che stava tranquillamente recintando il proprio giardino con delle siepi. Quei diligentissimi vigili affermavano che si trattava di un’attività abusiva perché effettuata “in assenza di titolo abilitativo” e hanno indotto il Sindaco – parimenti attento e diligente - a emettere un’ordinanza di demolizione (demolizione delle siepi). Ora, quali fossero quei presunti titoli abilitativi nessuno lo ha mai saputo, però son cose belle.

Una cosa da non fare MAI, mi raccomando eh, è comporre il 113, il 112, il 115 o gli altri numeri di pubblica utilità e poi ruttare, spernacchiare e far sentire musica a chi vi risponde.
La Suprema Corte di Cassazione ha confermato la condanna inflitta a un burlone che lo faceva spesso.
E se la causa è arrivata fino alla Corte di Cassazione significa che il condannato ha fatto più volte ricorso in quanto pensava di essere innocente e che nella Polizia, nei Carabinieri e nei Vigili del Fuoco ci fossero persone troppo permalose.

Infine sappiate – casomai vi pungesse vaghezza – che “per contestare a uno spacciatore il traffico e la detenzione di sostanze stupefacenti o psicotrope è irrilevante che non sia sequestrato il bilancino. La droga potrebbe essere già stata acquistata confezionata.”
Cavolo! E chi ci avrebbe mai pensato? Oppure magari il bilancino – onnipresente in ogni operazione di sequestro di materiale psicotropo – se lo prestavano tra di loro. Anche qui, evidentemente, il signor imputato si è impuNtato: no, no, io non spaccio! Dove lo vedete il bilancino? Sì, va be’, ho dei gran chili di roba – buona eh! – ma torniamo al bilancino, dove lo vedete?

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Gente sconosciuta che regala (a pagamento) famosità autopubblicata

3/4/2014

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Insomma, ho bell’e capito, prima volete fare il self-publishing, poi vi rivelate come la famiglia degli incontentabili, e questa soluzione è troppo economica e questa invece è troppo cara. Adesso vediamo se almeno questa vi accontenta. E ringraziatemi che vi riassumo il tutto, visto che il sito contiene tanti di quei link e collegamenti – senza il tasto per tornare indietro - che il labirinto di Cnosso al confronto sembra il trilocale dove abitava mia nonna. Va be’, lo ammetto, ho scoperto questo sito andando a ficcanasare in casa della ficcanasa, qui, ma essendo io bravo e altruista, ve ne voglio parlare.

In poche parole, nessun editore ti pubblica? No problem, lì trovi un bell’aiuto, ad esempio: una Guida definitiva alla Letteratura 2.0, [definitiva eh, dopo quella non c’è nient’altro, per soli € 4,99 è praticamente regalata e ti fa diventare famoso], oppure [smanettando un bel po’ per le calli e i caruggetti del sito, non so nemmeno io come ci sono arrivato, quindi salvatevi il link] la valutazione del vostro manoscritto per soli 19 euro [19 euro per max 180.000 battute, immaginatevi la gran cura], oppure un qualcosina di più completo, come l’Orientamento alla Pubblicazione che consiste in (guardate l’immagine e scegliete voi, l’orientamento è solo alla pubblicazione, non alla scelta e, per carità, salvatevi il link, che non saprei come recuperarlo, anche perché il sito - giusto perché si vuole farvi diventare famosi - spesso va offline):

È un po’ difficilino da capire, vero? Ma volete diventare famosi o no? E allora applicatevi. Comunque, se poi volete essere ancora proprio più aiutati, potete spendere altre 119 cocozze e avrete, a vostra competa scelta (tenete ovviamente presente che l’adozione sul sito è gratis, ma occhio sempre al link, eh, poi non lamentatevi):

Insomma 238 carciofini proprio ben spesi, qui c’è davvero da diventare famosi (copertina esclusa però, mi spiace, se volete anche la copertina dovete aggiungere altri 60 euro, ché fare una bella copertina è molto più impegnativo che valutare un manoscritto per 19 euro).

Ma chi è che fornisce tutto ‘ste gran cose? Una gentile signorina che si presenta così:

“Proprio come te, all’inizio tutto quello che desideravo era scrivere e poter vivere della mia scrittura. Ho iniziato inviando mediocri (ma allora ancora non lo sapevo) racconti alle case editrici, sono caduta nella truffa dell’editoria a pagamento [veramente io non ci sono mai caduto, però, va ben, mai dire mai, e non vorrei nemmeno cadere nella trappola del self-publishing a pagamento] e mi sono rialzata lavorando duro per migliorare la mia scrittura [e quindi ha pensato di passare dall’altra parte perché non è una gran scrittrice, o perché il suo metodo su di lei non funziona? Boh]

Oggi sono una Blogger, SEO copywriter e Web editor indipendente [visto che brava?] Avrei voluto che qualcuno mi avesse guidato lungo il percorso, per questo nel 2010 ho deciso di aprire il sito Storiacontinua.com dedicato agli scrittori che vogliono pubblicare le loro opere in digitale [ecco, se invece volete imparare i congiuntivi andate altrove]

In questi anni ho avuto modo di approfondire tutte le tematiche riguardanti il mondo del self-publishing, sono entrata in contatto con decine di autori, che hanno trovato il successo battendo strade alternative alla classica pubblicazione in casa editrice, e con i più importanti gestori italiani di piattaforme per l’autopubblicazione. Da questa esperienza sono nati gli ebook della serie “Guide alla Letteratura 2.0″, che raccolgono tutta la vasta gamma di opportunità in campo editoriale offerte oggi da Internet [cose utilissime, infatti sapete quanta gente è diventata famosa grazie a lei, che ha approfondito TUTTE le tecniche? Ma proprio tanta]

Scriverli non significato soltanto divulgare tali informazioni, ma soprattutto studiarle ed approfondirle nel dettaglio. [??]

Ho analizzato gli strumenti, i servizi e le opportunità di guadagno di cui puoi usufruire grazie al digitale. Per questo puoi affidarti a me come tua personale Self-publishing Assistant. [Certo, sai la gente ricca e famosa che c’è in giro grazie a lei]

Ed ecco i segreti per diventare ricchi e famosi, secondo lei:

- Crea un prodotto pulito: il modo in cui è formattato il tuo libro sarà un parametro di giudizio fondamentale per molti lettori [certo, la gente guarda la formattazione come prima cosa]

- Opera come un chirurgo: individua i gruppi di persone che sono interessati alle tematiche contestuali al tuo libro [così ti fuggiranno come un chirurgo]

- Crea la tua presenza sul Web: l’unica soluzione per ottenere traffico e visibilità è “Give first, and you will receive” prima dai e poi riceverai [esatto, prima dai i soldi e poi spamma]

- Scrivi una cartella stampa: raccogli informazioni concrete e accurate a beneficio di blogger e giornalisti che intendono scrivere su di te e richiedi delle recensioni: smetti i panni dello scrittore solitario e indossa per un po’ le vesti dell’intraprendente PR. [certo, certo]

Come dite? Leggendo le modalità di promozione avete paura che al vostro passaggio sleghino i cani antispam? Ma no, le cose sono diverse da come sembrano e da come sono, quindi affidatevi con fiducia e se non vi va bene nemmeno questa opzione, boh, non so che dirvi.

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Chi famoso vuol diventare, un po’ di dindi deve sborsare

2/4/2014

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Cari aspiranti famosi, se non siete convinti di questa offerta, di cui vi ho parlato l'altro giorno, e vorreste spendere qualcosina in più (è chiaro che chi famoso vuol diventare, un po’ di dindi deve sborsare, ed è per questo che al posto della consueta immagine, vi piazzo un bel video anni ’60, lallallallallaaa, guardatelo), oggi vi presento una ulteriore occasione, questa. Lo so, è di alto livello, non è facile capire subito cosa fanno, ma se si ha un po’ di pazienza si scopre che creano, distribuiscono e pubblicizzano i tuoi libri e la tua musica.

Già dalla grafica agevole e dalla struttura snella del sito uno capisce che c’è da diventare famosi, nevvero? Quanto costa? Dipende, leggiamo assieme l'offerta.

Sei uno Scrittore Maledetto?
Prendono il tuo testo, lo leggono [ma pensa, lo leggono prima di pubblicarlo], lo preparano, gli appiccicano un codice ISBN [appiccicano, stupendo, speriamo sia autoadesivo], lo impacchettano ben benino e lo danno in pasto ad iTunes, Amazon, Kobo e Google Play.
Ovviamente - se sei uno scrittore con un minimo di esperienza - sai che spesso la maggior parte di questi processi viene svolta da chi non capisce niente, da chi non ha tempo, da uno stagista o peggio da un computer, loro invece ci mettono la loro passione [be’ certo, in giro ci sono un sacco di imbroglioni, praticamente gli unici onesti sono loro. Ovviamente se sei uno scrittore con un minimo di esperienza ti affidi subito a loro, correndo, savansandir]

Soli 99 Barba Braschi i.v.a. inclusa.

Se invece sei uno Scrittore Perfezionista [e vuoi essere ancora più perfetto, oppure vuol dire che quello di prima era uno trasandato?] e hai speso cinque anni della tua vita per creare il tuo masterpiece e soppesato ogni singolo concetto e sai che per fare un lavoro impeccabile non basta chiedere a qualcuno di rileggerlo e correggere i refusi, o mobilitare l’amico grafico che ti realizzi una bella copertina gratis [eccerto, le case editrici, quelle free, fanno tutt’altro in effetti, se vuoi la perfezione devi andare da loro], ci pensano loro.
Sapevi che distribuiscono anche musica? Perché allora non abbini, sempre compreso nel prezzo e se la cosa ti piace, un bel sottofondo musicale preso dalle nostre libraries e adatto per la lettura del tuo libro, per rendere l’esperienza del tuo ebook veramente unica? [un ebook con sottofondo musicale dev’essere una cosa davvero bella, magari una canzone che ti va in loop te alla fine corri alla neuro spontaneamente]

Soli 199 dindi i.v.a. inclusa

Ma poi arriva la grande occasione, cioè se proprio vuoi fare una cosa di quelle che ti lascio dire, c’è il favoloso Pacchetto Hollwood. Credi che il tuo volto possa sfondare quanto le parole del tuo libro? [a volte penso sì di sfondare, ma tipo con una testata, ma mi sa che non vale]. Hai un’idea pazzesca per spingere il tuo ebook? [spingere??]
O più semplicemente hai impiegato tutte le tue energie creative nella scrittura ma ti piacerebbe avere un bel booktrailer ricco di pathos? [ah, il pathos, lo avevo dimenticathos, kalos e inthensos al conthempos] Lo realizzano loro. Devi sapere che oltre che con i libri, con la musica [della musica lo sapevi già, vero?] e con la tecnologia se la cavano molto bene anche con i video. Realizzeranno un booktrailer su misura per il tuo ebook! [con la tua faccia, con te dentro! Tipo un film!]

(reggetevi, è un regalone) soli 699 toccasana i.v.a. inclusa!

E per dimostrarvi che loro all'edting ci tengono (mica lo fanno fare agli stagisti), leggete qui.

Ragazzi, qui c’è davvero da diventare delle star che tutti per strada vi riconosceranno, poi non dite che non lo sapevate.
Come? Vi sembra troppo e volevate spendere qualcosina di meno? Uff, che palle, e va bene dai, la prossima volta però, ora devo andare.

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