Sì, io sono pieno di perché, ne ho tantissimi. Uno di questi è: perché c’è gente che scrive recensioni mentre sta facendo altro, tipo, che ne so, si taglia le unghie dei piedi o si tira i peli del naso?
Alla fine non si capisce più qual è la recensione. E alludo, così, tanto per, a questa:
Sister Beppa super act, di Paolo Gariglio [Effatà].
“Diffondete l'amore ovunque andiate: prima di tutto nella propria casa. Date amore ai vostri figli, a vostra moglie o vostro marito, a un vicino di casa...Fate in modo che chiunque venga da voi se ne vada sentendosi meglio e più felice” (Madre Teresa di Calcutta)
Ecco, iniziamo male. Madre Teresa ha scritto un’altra cosa, sì più o meno uguale, ma un’altra e senza errori.
La suor Maria Claretta all’italiana, ecco a voi Suor Beppa, ovvero Giuseppina Ronco, “dalla faccia bella tonda e ilare come un uovo di Pasqua alla vaniglia”, che ci delizia con le sue imprese degne della protagonista di Sister Act (suor Maria Clarette del convento di S. Caterina a s. Francisco).
Certo, e chi non conosce le famose uova di Pasqua alla vaniglia che ridono. Ma che razza di paragone è, anzi ma che piffero di paragoni sono? No, anche perché Suor Claretta (non Clarette) in Sister Act era una suora un po’ particolare.
Ma non è finita.
Suo Beppa – come ci racconta Paolo Gariglio in questo suo Sister Beppa super Act - è una che si deve far aiutare a slacciare dalla sottana una sfilza di salumi per salvarli dai topi che infestano la casetta dove si fa il campo scuola con i ragazzi.
Eh?? Vabbe’ andiamo avanti (la “r” di suor è rimasta nell’uovo di Pasqua).
E per lei è naturale - per metterli in contatto con Dio - sollecitare i maschietti a “cambiar l’acqua al canarino” la notte sotto il cielo stellato. Lei la spiega così, all’attonito “Don”: “Vedi, i maschi quando sono in pace e soprattutto nel buio della sera e fanno la pipì tendono ad alzare la testa e guardare il soffitto. Se gli organizzi la faccenda sotto il cielo stellato, invece di guardare le mattonelle del bagno, si trovano a leggere la prima pagina del catechismo che sono le stelle del cielo. E’ il cosmo il sillabario di Dio”.
Ma tu guarda le indagini sociologiche di questa suora. Certo, chi non la fa in compagnia o è un ladro o è una spia, quindi un peccatore. Altro discorso è la cacca, di natura più privatistica. Altro ancora sono le donne, con la loro curiosa abitudine di non farla in piedi e di non guardare il cielo in quei momenti, per loro probabilmente sono destinate altre pagine di catechismo, altri sillabari, ma meglio non divagare, ci si addentrerebbe in un terreno scivoloso.
Suor Beppa ha portato negli anni ‘70 una folla di operai sfrattati a desistere dall’idea di distruggere all’idea di fracassare una scuola per occupare, invece, con materassi e coperte, il pavimento della…chiesa.
In poche parole, prima li ha convinti a fracassare la scuola (ché proprio distruggerla completamente sembrava brutto), poi li ha spediti a dormire in Chiesa. E per la pipì tutti fuori.
Ed era una che girava per i carceri.
Io "nei carceri" ci metterei… va be’ sorvoliamo. Anzi, mi fermo qui. Suor Beppa, da lassù, se può, mi perdoni, ma io sogno un mondo di recensioni sensate. E sogno anche la fine della tortura della lingua italiana, soprattutto scritta. Ah, dimenticavo, sogno anche un mondo in cui tutti possano finalmente capire la differenza tra penna e zappa.