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Qui davvero siamo al comico/grottesco. In effetti è vero, io 4 – QUATTRO! – anni fa, inviai loro un mio romanzo e non ho mai ricevuto risposta, anzi, l’ho ricevuta in questo modo così, come dire, elegante e soprattutto riservato. Che professionalità, nevvero? Un editore che non risponde a un autore, ma si riserva di farlo alla prima (s)favorevole occasione, anche dopo quattro anni. Ciò significa che per quattro anni lui aveva bene in mente la mia opera e ciò mi riempie di orgoglio. Certo, se avessi saputo che questo editore – per sua stessa ammissione (qui e qui, con orgoglio, sul sito della casa editrice) all’epoca non pagava i diritti sulle vendite agli esordienti –, mai glielo avrei inviato. Magari adesso la politica di questa casa editrice che pubblica libri che “È impossibile che appassionino gli altri se non hanno colpito noi”, è cambiata, chi lo sa?
Il bello è che nessuno argomenta sui punti che ho esaminato nella recensione, ma c'è tutt'un moto di solidarietà che, come vedremo domani, arriva a vette di incredibilità da Nobel.
Poi nella discussione arriva uno ad affermare che io sono stato anche un “loro” hater. Dopo non poche ricerche capisco chi è e a cosa allude, ossia è anche lui un editore e si riferisce a una mia recensione di un libro per me illeggibile e a un post relativo a un contest quanto meno discutibile (talmente discutibile che hanno disattivato quasi tutti i link, ma io conservo tutto, niente paura!!! yeah!).
Ciò – santa pazienza – mi dà l’ennesima conferma circa l’utilità dei blog (se questo fosse inutile, nessuno si indignerebbe in maniera così vivace perché nessuno verrebbe a leggerlo).
Che eleganza, vero, che classe, e dire che si tratta di un romanzo oramai fuori catalogo, uscito secoli fa.
Ma non è finita qui, domani vi racconto il seguito, molto succulento, ché i commenti hanno raggiunto livelli di altissima finezza e di profonda ponderatezza, ma soprattutto... no vabbe non ve lo dico.
Ah, dimenticavo: il Signor Malabaila mi dà un’idea niente male. Grazie! ;)