Ha proposto il suo manoscritto a una casa editrice notoriamente free. Dopo qualche tempo quella casa editrice le ha inviato una mail per comunicarle che sarebbe stata lieta di pubblicare la sua opera tramite un proprio marchio affiliato e le hanno allegato due fac-simile di contratto editoriale: entrambi prevedevano l’acquisto di sole settanta copie per soli dieci euro cadauna, il tutto per soli settecento eurini.
I contratti allegati sono due perché, ha precisato l’editore, “uno prevede la cessione dei diritti sull'opera e l'altro no”, (e non mi soffermo su refusi che, allegri, popolano tali contratti).
La nostra amica ci chiede: «Com’è da inquadrare una casa editrice notoriamente free che risponde a un aspirante autore proponendo una pubblicazione a pagamento, tramite un proprio marchio secondario?».
La domanda è interessante e sembrerebbe aprire una nuova fattispecie editoriale dopo le case editrici free, quelle a doppio binario, quelle a pagamento e l'autopubblicazione: ossia le case editrici bifronti o parallele.
Per rendermi conto un po’ meglio della situazione, corro sul sito di questo marchio collegato.
Inizialmente mi colpisce la loro mission: si dedicano ai generi letterari più di nicchia. Ora, quali saranno mai questi generi? Niente paura, ce li dicono loro: tutti i generi letterari.
Ecco, iniziamo bene.
Continuo a leggere: “noi crediamo nell'autore, crediamo nella sua voglia di "metterci la faccia", di promuoversi, di mettersi in gioco profondendo il massimo impegno per far conoscere il suo libro”. Sorvoliamo su quel “suo libro”, uno pignolo avrebbe scritto “proprio libro”, però viene da pensare che loro forse credono un po’ di più al portafoglio dell’autore, con tutto il rispetto e sempre riconoscendo che ciò è una cosa più che legale.
Nelle istruzioni su come pubblicare con loro precisano di chiedere sia 700 euro (in cambio di acquisto copie), sia un file immagine per la copertina (quindi non curano nemmeno la grafica, ma non lo precisano sul contratto).
Però, se si va a leggere nella sezione Domande & risposte si trova:
Il vostro contratto prevede un contributo economico da parte dell’autore?
Nella maggioranza dei casi, sì. Trattandosi di generi letterari ‘di nicchia’, e quindi con potenzialità commerciali più basse, il nostro contratto standard può prevedere l’obbligo di acquisto di settanta copie del libro da parte dell'autore, a prezzo agevolato.
Ebbe’, certo, se c’è la nicchia… Quindi il loro contratto può prevedere, non prevede. Invece dalle informazioni sulla pagina pubblica con noi, il contributo è parte indispensabile del rapporto.
E ancora:
Chi si occupa della promozione e diffusione del mio libro?
… lo staff … si occupa della promozione dell’opera attraverso social media, recensioni sui quotidiani, partecipazione a fiere e manifestazioni letterarie. Infine, in collaborazione con l’autore, organizza eventi e presentazioni.
Mentre invece nella sezione Pubblica con noi si può leggere:
Crediamo che l'autore debba avere l'intenzione di auto promuoversi e di diffondere il più possibile il suo libro, e questo è il modo di aiutare noi e te stesso a far diventare il tuo libro qualcosa di importante.
Quindi non si capisce bene se l’autore sarà, o meno, coadiuvato nella promozione. A completamento, nel contratto non si parla troppo di promozione.
Inoltre, nei contratti allegati non vengono precisate le intenzioni in ordine alle ulteriori eventuali ristampe (non è che l’autore deve di nuovo sborsare soldi?), né se le settanta copie che l’autore deve acquistare sono comprese nella tiratura iniziale di 240 copie o se sono a parte.
Non mi soffermo su alcune zoppìe del sito che, a dire il vero, danno un po’ fastidio.
Ora, mi chiedo, al di là delle belle parole – che fan sempre la loro gran figura – a corredo della richiesta di acquisto copie, ma perché se Maria Manoscritta si è rivolta alla free risponde la eap? E perché questo fiero eap non è troppo chiaro nell’esposizione dei suoi servigi?