Però nessuno si potrà lamentare per questo mio post, visto che mi è stato chiesto esplicitamente con questa mail del 23 ottobre, a firma dei gentilissimi signori Alessandro, Francesco, Marco, Pietro.
i social network stanno uccidendo la creatività, per questo noi di 20lines abbiamo pensato a una soluzione...
Da oggi, potrai divertirti su www.beanyone.me: scegli chi vuoi essere, scopri chi altri ha espresso il tuo desiderio e da che parte del mondo lo ha fatto, quindi scrivi una storia su questo tuo sogno, contrassegnandola con l'hashtag #BeAnyone!
Perché? Perché si può vincere il futuro che si è sempre desiderato, e perché per le storie più apprezzate ci sono in palio tre delle nostre bellissime magliette!
In poche parole mi invitano a giocare al “se io fossi” che mi piaceva tanto in terza elementare – a saperlo lo avrei brevettato - e che comunque è pur sempre destinato a menti eccelse, titolari di una consapevolezza del sé superiore alla media.
Sorvolo sul fatto che prima affermino che i social uccidono la creatività e poi mi invitino a condividere questa cosa strepitosa su Facebook, Twitter e compagnia bella, ma noto che vengo invitato a cliccare su un link. Clicco (anche perché voglio quella maglietta, è stupenda) e mi si apre un video in cui un placido ragazzotto racconta in inglese delle cose talmente interessanti che dopo 30 secondi sto già russando.
Mi sveglio di colpo a notte fonda e il tipo ha finito da ore di parlare.
Sotto il video c’è il manifesto di questa cosa elettrizzante, lo traduco per chi mastica poco l’inglese.
Non sei destinato a vivere la tua vita seduto di fronte a uno schermo, guardando foto e post di altre persone che conosci a malapena. Farvi dei selfie nello specchio del bagno non vi renderà felici, e neppure 10 ore filate di video di gatti.
Siamo contrari a vivere una vita unidimensionale. Il mondo non è uno schermo piatto. Vogliamo autodeterminazione e creatività. Crediamo nella tecnologia che apre la mente, che vi dà accesso illimitato a un altro universo.
Voi siete più di un volto a fissare uno schermo.
Oggi puoi essere chi vuoi.
Ipnotizzato da questo verbo incarnato (lui, che dice agli altri che non sono destinati a vedere foto e post di persone che si conoscono appena, sicuramente è conosciuto da tutti e io - che non lo conosco - mi sento già complessato), clicco su “I disagree” (ma per errore eh) e mi appare un video lungo dieci ore filate sui gattini.
Alla fine dell decima ora, decido di cliccare su “I agree” e mi appare finalmente in tutta la sua geniale originalità questo nuovo stile di vita: devo scrivere chi vorrei essere e vedere nel mondo quanti vorrebbero essere come me. Il tutto ovviamente sempre condiviso sui social - quelli che uccidono la creatività, ricordate? - una cosa rivoluzionaria, un'opportunità di rinascita che manco il big bang, che studieranno anche nelle scuole e che come minimo varrà agli inventori l’istituzione di un Nobel e di un Oscar speciale.
C'è gente che vorrebbe essere batman, altri che vorrebbero essere una star, eccetera. Un florilegio di creatività che, meno male, è sfuggita ai social.
Io scrivo che vorrei essere un futuro anteriore, clicco e vedo i risultati.
Questa novità è davvero bella, un inno all’intelligenza.
Quindi smettetela di poltrire su Facebook e di farvi i selfie, scrivete cosa volete essere e così oltre a essere moderni, potrete sia realizzarvi, sia sentirvi meno soli (e più intelligenti, ovvio).
Se scendo ancora un po’ nella pagina, vengo invitato a scrivere una storia in 240 righe. E io la scrivo, eccola l'avete appena letta.
E ora la maglietta, grazie.