Siccome voglio rimanere fedele al marchio della Eidon Edizioni, ossia al termine "Edizioni", parlo di editoria, oltretutto l'editore stesso invita a una riflessione, altrimenti avrei parlato di stamperia (a pagamento).
Sia ben chiaro che l’editoria a pagamento è una delle cose più lecite e legali al mondo, ci mancherebbe, come, che ne so, i capperi nella crema chantilly.
Il perché della scelta di pubblicare a pagamento lo si desume agevolmente dalla homepage del sito, dove vengono sancite due cose fondamentali, mai sentite prima, che riporto virgolettate:
- “Si obietterà che un editore serio pubblica solo chi ritiene talentuoso, che rischia qualcosa all'inizio ma che poi quando finalmente pubblica il bestseller entrano fiumi di denaro. Il ragionamento sarebbe anche corretto ma è assolutamente anacronistico, roba del secolo scorso, quello in cui esistevano i padroni e gli operai, quello in cui gli Autori di successo erano scrittori e non comici o politici o baldracche mediatiche”;
- l’editore può garantire solo con la partecipazione economica dell'autore una serie di servizi essenziali per la pubblicazione, quali: “revisione del testo, editing, layout di copertina, stampa tipografica, erogazione del codice ISBN, consegna alla Biblioteche Nazionali delle copie legali, strategie di mercato, contatti con le librerie e distribuzione”.
Ora, già affermare che chi pubblica gratis appartiene al secolo scorso e che chi ha avuto successo con una casa editrice free è una baldracca mediatica è un po’ fortino, che ne dite? Anche perché ci sono fior fiore di piccoli editori seri che pubblicano gratis piccoli capolavori, quindi, insomma, uno potrebbe anche risentirsi; quanto ai servizi di editing, revisione del testo e correzioni varie, probabilmente questo editore appartiene alla schiera dei calzolai che hanno le scarpe rotte o dei sarti che hanno i pantaloni scuciti, visto che in questa homepage ci sono talmente tanti refusi che potrebbe anche scattarvi il contatore della luce: partiamo dai perchè con l’accento controvento, passiamo per il manoscrittto con tre t, gli accenti mascherati da apostrofi, un abecedario che non si sa cosa c'entri, un od, eccetera, eccetera, eccetera.
Oppure forse l’editor era in bagno.
“Signori, sveglia!” Dice questo editore, che trova nell’editoria a pagamento tutto il bene possibile, tanto che nemmeno rilegge ciò che ha scritto.
Ma vediamo un po’ com’è strutturata questa casa editrice.
Anzitutto le collane. Siete per caso rimasti al secolo scorso, in cui le collane editoriali erano, come ci ricordano quelli di Wikipedia, “l'insieme di testi appartenenti allo stesso genere o riguardanti lo stesso argomento, pubblicati da una casa editrice, identificati dal nome dato alla collana stessa e da una veste tipografica comune, in genere diversa da quella di altre collane della stessa casa editrice”? No, belli, aggiornatevi, in questo caso non è così, lo ammette anche l’editore che nella sua casa editrice per collane si intendono le varie tipologie di libro, suddivise per prezzo. Lui cataloga e mette in vendita le pubblicazioni mica per argomento, no, ma per quanto sono costate all’autore. Bello, nevvero? Moderno più che altro.
Ad esempio, i libri della collana “Gli elefanti” costano (all’autore) di più rispetto a quelli della collana “Orizzontali” per due caratteristiche fondamentali: la collana “Gli Elefanti” permette l’inserimento in copertina di una immagine scelta dall’autore, mentre nell’altra non è possibile, inoltre ne “Gli Elefanti” (la collana più cara), se pagate cento euro, vi mandano a casa la bozza cartacea gratis (la somma poi ve la restituiscono quando pagate il saldo per la stampa, per quale motivo non si possa fare nell’altra collana è un mistero editoriale, visto che comunque si devono pagare cento euro di anticipo comunque).
L’editore rassicura che “Questi importi non prevedono alcun costo aggiuntivo (nessuna sorpresa, stai tranquillo!) ad eccezione di IVA 4% e costi di spedizione”, (be’ certo, lui ve li stampa e poi se li volete ricevere a casa pagate la spedizione, cosa credevate?) ossia almeno altri 30 – 200 circa,ma non c’è da sorprendersi.
Ah, ecco, per la spedizione potete ricevere un minimo di 100 libri, quindi se ne stampate solo 50 copie, loro vi fanno pagare la spedizione per 100, ma fa nulla, qui siamo nell’editoria dell’era moderna.
Ora, uno pignolo come me ha notato che questo editore mette in vendita i libri anche sul sito, quindi ci sarebbe da chiedersi se al pagAutore spetti qualche cosa per i diritti sulle vendite o, meglio, se egli firmi un contratto editoriale. Opportunamente contattato, l’editore ci ha risposto che, sì!, all’autore vanno praticamente tutte le somme incassate con la vendita delle copie tramite il sito e tramite le librerie, fino alla copertura di quanto dallo stesso anticipato per la stampa.
Quali siano i meccanismi per tale corresponsione non si sa (della distribuzione si sa ancor meno), né si capisce per quale motivo l’editore non abbia precisato ciò sul sito, ma sono dettagli, care le mie baldraccasse editoriali, dettagli inconferenti.