Archiviate le sterili polemiche sul caso di Sassari e su quello di Rozzano (i cui protagonisti non è che ci abbiano fatto proprio una bella figura, nonostante lo scarno stuolo di sostenitori della domenica, visto che non hanno avuto il coraggio delle proprie azioni, rilasciando dichiarazioni postume e posticce), mi viene in mente il concetto di democrazia. Oramai la democrazia è ridotta a uno straccetto messo lì, così, tanto per, brandito troppe volte da gente che non sa nemmeno cercare quel termine sul vocabolario. Con i tempi che corrono, un bel presepe che sia da monito a tutti non sarebbe male, soprattutto se preceduto da una democratica indagine all’interno delle scuole. È chiaro che la risposta sarebbe un sì all’unisono, purché si tratti di un presepe intelligente, ma le persone che vogliono dare un tocco personale, peraltro non richiesto, alla loro funzione – che personale non è, ma pubblica – spesso non si rendono conto di risultare ridicole e pacchiane.
Il termine laicità oramai va via come il pane, tutti pretendono un’Italia laica e, a maggior ragione, una scuola laica. Ok, va bene, allora iniziamo ad abolire tutti i nomi che ricordano la religione dalle vie, dalle piazze, dagli edifici pubblici (non vorrete mica andare in un ospedale che reca, ad esempio, il nome Santissima Annunziata! Tutto pieno di Madonne! O al Bambin Gesù! O al Gemelli! O in una scuola chiamata San Donato!). Chissà come la intendono certi signori la laicità. Ah, dimenticavo, siccome anche i musei e le pinacoteche sono luoghi pubblici, rimuoviamo anche le opere a sfondo religioso, sono dannosissime. Fanno bene i musulmani a bandire ogni forma di iconografia, si avvicinano di più alla laicità.
In molte scuole non c’è più il crocefisso, ma non basta, l’ora di religione è diventata, giustamente, facoltativa, ma non basta ancora: bisogna cacciare quei lestofanti vestiti di scuro dalle scuole, definitivamente. Fanno solo danno, oltretutto sono pagati con soldi pubblici, quindi… Come? Bisognerebbe insegnare “storia delle religioni”? Ma non si voleva una scuola laica?
Ah dimenticavo, a Sassari si deve anche bandire la discesa dei Candelieri, con tutti quei vessilli pieni di Santi e di Madonne! Oltretutto è una cerimonia che termina in una Chiesa e interessa il centro storico dove (ce lo ha ricordato la bravissima dirigentessa della Scuola di San Donato) ci sono problemi di sicurezza. E se qualche musulmano, buddista, panteista, pastafariano si sente disturbato da tutto quel religiosìo? No, no, aboliamola, è meglio, oltretutto ci sono anche dei bambini (gli stessi che in talune scuole potrebbero essere traumatizzati da un Tu scendi dalle stelle).
Il ridicolo più inconsapevole e sfrenato lo raggiungono quelli che parlano di preghiere laiche. Ma che cosa cazzo è una preghiera laica? Un augurio? E chiamiamolo augurio, no? Oppure di addobbi non religiosi per il Natale, come è successo in un asilo di Olbia, la cui acuta dirigente ha avuto l’idea folgorante di “autorizzarli”, prima di godersi, assieme a tutti gli altri dirigenti e professori suoi compari di fede, il meritato periodo di ferie Natalizie (poi arriveranno anche quelle Pasquali, tutte trascorse laicamente, s’intende). Tutta gente molto in gamba, aperta di mente soprattutto, capisaldi dell'integrazione.
Allora, se permettete, io vorrei anche una scuola senza politica, quindi abolirei ogni riferimento alla "festa" del 25 aprile.
Dai su, un po’ di dignità.
Potrei andare avanti per ore, ma la cecità e la sordità di chi vorrebbe radere al suolo secoli di cultura renderebbe ogni mia parola vana. Anche le sinistre, che per qualche tempo hanno saccheggiato il nostro Paese, ma che oggi ben ragliano laicità laicità, durante il periodo di governo non sono riuscite a fare nulla, ma va ben, dai, è colpa di quella dannosissima istituzione chiamata Chiesa e dei suoi pericolosissimi insegnamenti se oggi l’Italia è un casino. Insomma per essere laici in tutto, potremmo radere al suolo l’Italia e ricostruirla più bella, soprattutto più laica, con stabili adibiti a chiese, anonimi!, con vie e piazze numerate (ah no, cavolo quelle ci sono già in America! La patria dei consumisti!), un po’ come la Corea del Nord. E non dimentichiamo un bel muro attorno a quell'horribile visu del Vaticano
Per concludere, ribadisco che sarebbe auspicabile, prima di prendere posizioni e assumere decisioni indecorose (per sé, più che altro) o fare rivoluzioni da salotto, sondare l’orientamento dei ragazzi e delle loro famiglie prima di decidere se sia il caso o meno di fare presepi, alberi, canti o recite.
Infine aggiungo una foto di quello che per me sarebbe stato il presepe ideale. L’ho visto sulla bacheca Facebook della mia amica poetessa e scrittrice Amantia Martinelli. Fatevene una ragione, Dio si manifesta tra i più poveri, accogliamolo, anche col presepe.
Buone feste, NON LAICHE.