La trama, in sé, è semplice e lineare: Roberto, dopo essere stato sottoposto in una clinica Svizzera a un delicato trapianto di cuore – cuore donatogli per amore dalla sua amata Melissa – torna in Italia e acquista nella campagna toscana un casolare, nel quale apre, assieme a Michelle, una sua cara amica, “Il cerchio di Sodoma” un club esclusivissimo, dedicato ai cultori del BDSM. L’attività va a gonfie vele fino a quando, in due occasioni, vengono ritrovati nelle campagne di pertinenza del casolare, circondato appunto da degli ulivi, i cadaveri di alcune persone uccise con tutta evidenza da un sadico. Sul caso inizia a indagare la Polizia.
Nel senso comune, lo spettro di attività coperto dalle pratiche sadomaso spesso viene associato, a torto, a perversioni pericolosissime e a deviazioni da cui sarebbe meglio stare alla larga. Sarebbe troppo facile associare in maniera diretta quegli omicidi ai "vizi" che si coltivano nel casolare. Una mente aperta permette di capire che non è assolutamente così (o, almeno, non in maniera così "diretta") e nelle pagine di questo libro il trinomio sottomissione / dominazione / sesso, viene descritto con eleganza, senza indugiare su elementi – per altro fuorvianti – di ordine piccante o pruriginoso; viene invece privilegiata un’altra componente, per così dire “medianica” che – forse anche per mera suggestione – fornirà la chiave di lettura, sotto forma di trait-d’union, degli efferati omicidi.
E i sentimenti? Come si accordano in un contesto simile? Eh, quelli costituiscono un ulteriore groviglio a parte che neppure i protagonisti riescono non solo a sbrogliare, ma neppure a definire, preferendo goderli senza porsi troppe domande. Sullo sfondo resta però incancellabile il sacrificio di Melissa, al quale si collegano secondo la geometria del labirinto i rapporti tra i vari personaggi.
La linearità della trama e l’apparente levità dello stile autoriale non impedisce al lettore di ritrovarsi nei dettagli del mondo tratteggiato nell’opera, magari come “guardone”, magari come amante (clandestino?) o, ancora, desideroso di muoversi dietro una maschera, tra persone dai gusti affini e non necessariamente sessuali. O magari come strenuo avversatore di tali pratiche condannate anche nelle Sacre Scritture (nelle quali gli stili di vita condotti a Sodoma e a Gomorra non hanno riscosso molto successo). Una cosa scomoda, ma inevitabile.
Un’opera coraggiosa, sempre equilibrata, che contribuisce a spazzare via molti pregiudizi e che aiuta a valutare correttamente l’insegnamento di De Sade.