Ci risiamo, c’è qualcosa di nuovo nell’anno nuovo, anzi di antico: i concorsi letterari.
Tutto si ripete, infatti a suo tempo era stato ideato questo “concorso” e siccome probabilmente tutto è andato a gonfie vele, giustamente quest’anno si bissa, qui.
Sorvolo sul concetto di “premi letterari”, e di “concorsi”, e sul fatto che per definizione essi dovrebbero prevedere dei premi e dei vincitori.
Le norme sono chiare e semplici: scrivi un racconto, lo mandi – GRATIS! – e aspetti.
I premi? I soliti: il diritto a comprare l’ennesima antologia contenente il TUO racconto a un prezzo scontato. Anzi, che dico il diritto, l’obbligo! Infatti partecipando ti impegni ad acquistare ben DUE copie dell’attesissima antologia a un prezzo scontato del 20%.
Lo si desume dal punto 7 del bando “Diritti, doveri e responsabilità”:
- Gli autori dei racconti selezionati si impegnano ad acquistare almeno due copie dell’antologia.
- Non sono previste copie gratuite per gli autori
Ecco, anche qui in pratica si vince l’obbligo di comprare almeno due libri, che contengono il tuo racconto. In pratica vinci l'obbligo contrattuale di comprarti il racconto che poco prima avevi regalato, ma vuoi mettere il lustro di una pubblicazione del genere? Di una tal vetrina? C’è da diventare famosissimi con le antologie. Ma poi c'è un'altra cosa stupenda: l'obbligo di spesa ricade solo sui "selezionati", mentre gli altri possono anche non comprarla. Ma non è geniale? I vincitori, ossia quelli che hanno dimostrato particolare talento, vincono l'obbligo di pagare!
Quanto costerà l’antologia? Ehhh, che curiosoni, aspettate no?
Se per caso al’articolo 3 (Modalità di partecipazione, scadenza e consegna dei materiali) vi capita di leggere che i partecipanti dovranno inviare le loro opere “entro e non oltre il 30 giugno 2013”, non preoccupatevi, è la cosiddetta fretta, che privilegia alcuni elementi a discapito di altri, quindi non munitevi di macchina del tempo.
Ah, dimenticavo, il tema dei racconti dev’essere: “l’universo femminile” inteso quale svolgersi quotidiano della vita di una o più donne”. Meno male che c’è la precisazione, magari uno si sbagliava e mandava un racconto, che ne so, sulle cose di genere femminile che si trovano nell’universo (stelle, Luna, meteoriti, astronavi…).