Come preannunciato QUI, torno sull’argomento “motivazioni dei premi letterari” e in particolare sulle poesie dell’esimia Accademia che, da anni, si spende per diffondere la cultura.
Anzitutto vorrei riproporvi il pregnante messaggio di ringraziamento dell’esimia presidentessa - la poetessa Apollonia Saragaglia - del “collegio giudicante” di un certo concorso letterario
“Dopo minuzioso e inflessibile estimo, inappellabile ed insindacabile, come da norma ordinamento, ringraziando per aver partecipato ed augurando ad mayor a tutti gli autori, il collegio giudicante ha intenzionalmente così decretato in data 30 giugno 2016 ore 15,00: Imposizione di presenza per i vincitori e sanzione decadimento dell’attribuzione in caso di mancata presenza alla cerimonia di premiazione.”
Inoltre, cito letteralmente, la giuria ha esaminato le opere in forma rigorosamente anonima, attraverso copie caratterizzate dalla sola intitolazione, fatta eccezione logicamente per i testi editi ed usando per tutti i lavori il parametro adattativo espresso in centesimi da 1/150 ed analizzando le opere tramite questa Analisi Testuale: METRICA, RIMA, STROFA, ORIGINALITA', MESSAGGIO, ORATORIA ed inoltre ogni giurato ha accessoriato le schede di stima con proprie osservazione [che poi forse sarebbero osservazioni, al plurale].
Quindi, si tratta di una cosa intenzionale, mica involontaria, ossia di una decretazione a seguito di minuzioso e inflessibile estimo. A voler essere pignoli, il termine “estimo” sarebbe usato abbastanza a vanvera in questo caso, ma sorvoliamo, anche perché qui si parla addirittura di sentenza espressa con piena concordanza', con l’accento (o l’apostrofo?) sulla A’!
SENTENZA ESPRESSA CON PIENA CONCORDANZA' DALLA COMMISSIONE PREMIO ALLA CARRIERA
All’autrice della seguente “lirica” – la famosissima Teresinka Pereira, poetessa brasil-americana che chissà se lo sa che una delle sue opere è finita in questo contest - è stato conferito, con sentita stima [che esista anche la stima indifferente, di Moraviana memoria?], per la operazione poetica prosperata nel tempo e nella cultura umana [umana, eh] Premio alla Carriera WORLD POETRY DAY anno 2016, ossia un gran medaglione in argento.
Titolo dell’opera: Pasqua primavera
In Primavera fiorisce la nostra
speranza per la vita eterna.
E` il tesoro
di rinascita
sempre inseguito
dalle nostre menti.
Non è un miracolo,
è la conoscenza che lentamente
ci porta verso l'orizzonte
in cui gli scienziati e i
poeti del faro dell'amore
aumentano i nostri desideri di risparmio
con la nostra vita, l'esistenza
del Pianeta per i nostri
discendenti che vi abitano,
con quelli che arriveranno
dopo di loro in questo minimo
Universo, pieno di brillanti
albe che tornano giorno dopo giorno.
Questi sublimi lai sono stati ritenuti meritevoli con la seguente, acuta quanto approfondita, motivazione (anzi sentenza):
“L'autore in questa opera [in questa eh, mica in un’altra] descrive il suo grande sogno di rinascita e non a caso egli ha preso in considerazione la primavera, come la Pasqua che simboleggia la nuova vita. Non è un segno di vana illusione, ma una grande opera molto introspettiva [ambe’, parlare della primavera e della Pasqua come simbolo di rinascita è un’intuizione rivoluzionaria], infatti nel suo profondo desidera parlare della rinascita in particolar modo del nostro pianeta, il suo desio è vederlo finalmente libero da ogni cosa lo inquini, libero da ogni male che al giorno d'oggi lo stanno [non badate alla punteggiatura, né alle concordanze, non è il caso] logorando. Egli si augura tanto che l'alba del nuovo giorno possa essere gioiosa [caspita, un’alba di gioia! Ci voleva un poeta, altrimenti noi mica l’avremmo pensata una cosa de genere, abituati come siamo ad augurarci albe di tristezza!] e tanto colma di nuova speranza e soprattutto che regni la vera Pace [ah, di quelle, signora mia, di pace e di speranza, ce n’è sempre tanto bisogno]. Quest'opera è molto forte [fortissima, davvero, mi ha cambiato la vita] perché nei suoi sublimi versi, vi è un grido di speranza [sarebbe bello sapere cosa sia un “grido di speranza”] per scrivere la parola fine a tutta cruenta realtà di cui ne siamo circondati [una bella frase sgangherata a conclusione di un giudizio sublime].”
Insomma, un gran MEDAGLIONE per un’originalissima poesia sulla pace nel mondo.
Ma si può definire poesia un insieme di righe (su un tema usato e strausato) inframmezzate con degli “a capo” casuali? Ma la Giuria non doveva valutare “analizzando le opere tramite questa Analisi Testuale: METRICA, RIMA, STROFA, ORIGINALITA', MESSAGGIO, ORATORIA”?
Dove stanno, in queste righe, la metrica, la rima, la strofa, l’originalità, il messaggio e l’oratoria?
Mah, vabbe’, a breve altri giudizi e un piccolo giallo sul "Verdetto risolutivo"..