Passa tutto il giorno a casa a giocare a biglie da solo e ciò non può essere considerata una cosa normale, ci vorrebbero gli assistenti sociali. Però quando i genitori – dal cui vocabolario si capiscono molte cose – d’estate lo portano dai nonni, lui rifiorisce. Maurizio fa anche altre cose singolari, infatti di lui sappiamo che: “pregava che maturassero le more nei rovi dei fossi vicino casa, perché quando diventavano abbastanza nere da poterle mangiare voleva dire che la scuola sarebbe finita di lì a poco.” Orbene, le more, almeno in Italia, fioriscono, sì, in primavera, ma maturano in estate avanzata, quindi non si capisce che razza di scuola frequentasse quel povero ragazzino, o che cosa mangiasse scambiandole per more (magari genericamente modificate). Se poi erano surgelate e la mamma gliele faceva trovare per farlo uscire un po' è un altro paio di maniche.
Maurizio, pur giocando unicamente a biglie, oltretutto da solo, ha anche dei borsoni da calcio (lo so, magari li ha vinti con i punti, direte voi, oppure sono di suo padre che gioca a calcetto) e ride solo quando i genitori si allontanano definitivamente dopo averlo lasciato dai nonni, quindi è innegabile che qualcosa in lui, o nella penna che lo ha tratteggiato, non va.
I concetti legati alle amicizie all’aria aperta, ai pomeriggi assolati (che poi d’estate in Sardegna quasi nessun bambino ha il permesso di uscire prima di una certa ora, giacché c’è il mito della “mamma del sole”, un’oscura entità capace di fare cose spaventose a chiunque si azzardi a uscire sotto il sole cocente, ma forse la Murgia, nonostante l’accabadora, non ne ha mai sentito parlare), alle corse in bicicletta, alle ginocchia sbucciate, alla bella vita che c’è solo in Sardegna sono oramai triti e ritriti e vanno a costituire stereotipi abusati e strabusati – soprattutto se descritti in maniera così artificiosa come in queste pagine (adesso dico, ma quando mai si sono visti bambini che vanno a caccia di farfalle con il retino e, tutti in gruppo, cercano di liberare una libellula catturata per errore?) - che mi hanno fatto venire solo voglia di scrivere queste righe, non certo di andare a comprarmelo, anche se so che recensire libri non letti non è il massimo, però tutto ha un limite.