In pratica, le opere e tutta la documentazione per la partecipazione, vanno spedite per posta in una busta senza mittente (o altro segno di riconoscimento, quindi neppure alberelli, casette, tribali, sconcezze, eccetera).
Ora, a parte che il regolamento di Poste Italiane - così come quello di ogni altro vettore - non prevede una tale tipologia di spedizione, ci si chiede a cosa serva tale norma, visto che il plico, da spedire per la partecipazione, assieme alle opere – queste, sì, senza l’indicazione dell’autore – “dovrà inoltre contenere, in busta bianca e sigillata, le generalità dell'autore, il recapito postale, quello telefonico e un indirizzo di posta elettronica” (articolo 2, comma 4°). Ecco, va bene la busta bianca (chissà perché poi proprio bianca, mah), ma perché, ripeto, pretendere, pena l'esclusione dal concorso, la spedizione di un plico senza mittente?
«Per non avere condizionamenti in sede di esame dei lavori», mi ha precisato con tono solenne e burocratico un’organizzatrice.
Ecco, sì, è bene precisarlo, ho partecipato anche io a quel concorso e siccome non ho ricevuto risposta alcuna alle mie mail (spedite anche PRIMA di inviare il materiale richiesto), ho pensato bene di telefonare a uno dei numeri indicati sul bando. Dopo non pochi tentativi, mi ha finalmente risposto una delle organizzatrici, la quale mi ha detto, oltre a quanto sopra (ossia che non vogliono condizionamenti), che in Italia è possibilissimo spedire raccomandate semplici senza l’indicazione del mittente sulla busta. È sufficiente, sempre secondo l’organizzatrice, indicarlo sul tagliandino che poi resta come ricevuta della spedizione.
Fermo restando il già citato divieto espresso di una spedizione del genere (e vorrei sapere come possano essere state accettati da Poste Italiane, o da chi per essa, i plichi ammessi al concorso), a questo punto mi chiedo dove stia la tanto decantata riservatezza, visto che chi ritira il plico deve firmare un registro sul quale c’è l’indicazione del mittente!
Chi mi garantisce, se proprio vogliamo essere pignoli in fatto di condizionamenti, che, anche nel caso di busta anonima, l’addetto al ritiro non sbirci il nome del mittente (come è nel suo legittimo diritto, oltretutto!) sul registro del portalettere e ne tenga traccia?
Per quale misterioso motivo, in conclusione, non è possibile far sì che alla commissione esaminatrice – composta da elementi di un certo prestigio - pervengano solo le opere e non anche le buste?
Si tratta di un concorso di un certo livello, mica della sagra della polenta tacchignosa! Mi chiedo, porca paletta puzzoletta, perché non organizzarsi prima, in modo che l’anonimato resti garantito anche in aderenza con le norme del servizio postale? In altri concorsi l'anonimato resta garantito anche in presenza del mittente sul plico contenente i documenti per la partecipazione.
Ah, poi l‘esito del concorso è stato comunicato solo al vincitore, ché mandare una mail a tutti i partecipanti pareva brutto.
Morale della favola? Non so neppure se la mia opera sia stata presa in esame, la predetta organizzatrice mi ha detto che non può dirmelo, né a voce, né via mail.
Sono invero perplesso.