Oggi la niusletter mi notifica un concorso letterario che secondo me merita majorettes e banda, magari la “Canta e sciuscia di Sanremo". Un premio organizzato da uno “studio” che, a quanto pare, bandisce solo concorsi letterari, giacché in rete non trovo nient’altro circa la sua attività.
Che dire, leggendo il bando si capisce subito che le opere verranno esaminate da una giuria di assoluta qualità, magari dalla stessa che ha scritto il bando.
Come? Quel d’ovunque non vi convince e nella scheda d’iscrizione c’è qualcosa che non va? Eh, ma che pignoli, quel che conta è altro, ad esempio la quota d’iscrizione e il francobollo da inserire per la risposta (risposta che potrebbe avvenire anche via mail, ma non sottilizziamo). E poi quel d’ovunque appare d’ovunque, guardate e cliccate qui sotto.
Le regole sono sempre le stesse, semplicissime: scrivete quello che volete, magari una bella raccolta di “storielle paesane in disuso” e poi, dopo avere compilato la chiarissima scheda d’iscrizione (sorvolate sugli errori di stumpa, quelli non esistono, l’importante è che “le opere presentate sono esclusivamente di mia (vostra, n.d.o.) creazione e che gli stessi non si sono mai classificati”), aspettate, che magari vincete un bel trofeo o una bella vacanza da qualche parte. Ah, e non dimenticate gli eventuali titoli onorifici, curriculum e notizie vari!
Ma che belle occasioni che si presentano ultimamente, proprio un bellissimo omaggio alla chiultiur, alla litteratiur e al portafogli. L'ho già detto che c'è gente che non legge perché scrive solo, oggi aggiungo che questa gente è d'ovunque.