No, ragazzi, non ce la faccio più! La mia vita è diventata tutta una password! E codici dispositivi e codici utenti e codici a nove cifre, che arrivano per posta, oltre ad altri che arrivano sul cell, oppure chiavi dispositive per consentire i pagamenti on line, da associare al codice alfanumerico arrivato via mail. Basta vi prego, sono sfinito. Ho messo tutte questi dati, tutti questi codici, in un file e l’ho chiuso con una password e l’ho dimenticata. L’avevo scritta su un foglietto, ma l’ho perso. Allora mi sono reiscritto in tutti i siti, ma non mi hanno più accettato perché i miei dati risultavano già registrati, ma non solo: Ebay mi ha mandato una mail dicendomi che mi avrebbe denunciato alla postale e Facebook invece ha bannato me e tutti i miei discendenti in linea retta e collaterale. Oltre ad avere reso pubblici tutti i miei pvt.
Sono esaurito, si vede?
Quando devo girare canale devo inserire i codice di sblocco dal telecomando altrimenti non mi godo lo spettacolo, quando squilla il telefono mi viene istintivo chiedere il codice personale di amazon di chi mi chiama.
Una volta ho chiamato mia zia, quella di ottentotto anni, quella sorda, e le ho chiesto per sei volte il suo codice fiscale, lei poi ha riattaccato, tutta contenta, perché aveva capito che le avevo fatto gli auguri di buon Natale, anche se in ritardo.
È un dramma.
Ho chiesto aiuto su un forum specializzato, un luminare mi ha risposto ma per leggere la sua risposta dovevo digitare nell’apposita casella un’altra diavoleria: il codice captcha! Ma avete idea di cosa vuol dire decifrare un codice captcha quando si ha fretta, quando si è agitati, quando si maneggia un tablet con le mani sudaticce? Un captcha è il frutto di una mente malata è una vendetta ordita da è voleva brevettare le password ma ha scoperto di essere arrivato tardi! Il codice captcha è la sintesi della cattiveria umana, il completamento ontologico del sadismo informatico. È una solenne bastardata. E poi sono parole impossibili! Clundjert Pochres e altre simili! E la risposta del luminare adesso è qui nel mio tablet, senza letta, che se ne ride.
E poi il login! Non dimenticatevi il login. E nemmeno il form da compilare e i campi con gli asterischi sono obbligatori!
Ah, e spuntate anche l’apposita casella della privacy. E i cookies!
Sto andando dal medico per liberarmi da questa ossessione delle password. Le sogno sempre, mi inseguono, mi insultano! Quando posso fare qualcosa senza parola d’ordine mi sembra di essere truffato. Il medico dice che devo disintossicarmi, leggere libri di carta, ascoltare cd dallo stereo e vedere film al cinema e vedrà che questa storia dei codici lei la supererà. Lui è un bravissimo psicologo, lo ringrazio gli chiedo: «Quant’è?»
«Duecentodieci euro, grazie, se vuole la fattura aggiunga pure l’iva.»
Mi accorgo che non ho contanti. «Posso pagare con la carta di credito? » Chiedo.
«Ma certo, però allora metta l’iva. Bene, la inserisca qui, ecco ora digiti il suo codice…»
«IL MIO CODICE??? Mavaff...»