Per “analfabetismo funzionale”, lo ricordo brevemente, si intende l'incapacità di un individuo di usare in modo efficiente le abilità di lettura, scrittura e calcolo nelle situazioni della vita quotidiana. Se poi questa forma di analfabetismo si radica in rete, ed ecco cosa intendo per catalizzatore, abbiamo anche un ulteriore scollamento dalla realtà e dai sentimenti che ingenera una spirale di negatività (che potrebbe sfociare in cose ben peggiori).
Ma veniamo al punto.
Mi segnalano che la nota scrittrice Bezzo, dopo avere insultato pubblicamente in ogni modo la Mugler, non contenta, e anche per compiacere un po’ il suo gruppetto di amici, scrive sul proprio blog un post abbastanza sgrammaticato contro di me e lo intitola “Spioni” nel quale, con innocente candore, scrive in buona sostanza due cose, dalle quali si evince quanto lei manifesti tutti i marcatori minimi e indispensabili dell’analfabeta funzionale: che il mio pezzo è stato scritto perché io “spiavo” chissà quali bacheche Facebook e che in realtà lei si è resa protagonista di “scambi di battute simpatiche pubblicate in chiaro su Facebook”.
Probabilmente la Bezzo, oltre a non conoscere bene il significato del verbo spiare e dei suoi derivati, non ha letto bene né il post sul mio blog, né quello in cui simpaticamente interveniva con battute scollacciate, perché altrimenti avrebbe scoperto che io ero stato taggato in quel simpatico siparietto ai danni della Mugler, assieme ad altre TRENTASETTE persone e che a ogni commento mi arrivava una notifica, quindi non spiavo proprio nulla.
L’analfabetismo funzionale fa questo e altro.
È anche bene precisare che la Mugler era in procinto di entrare nella squadra di autori dell’editore che tanto si diverte intervenendo nello scambio di battute e suggerendo trasmissioni satellitari, proprio quell'editore che mi ha detto che la Mugler se l'è cercata.
Ecco, facciamoci due conti.
La Mugler, elegantemente, a un certo punto si tiene fuori, mentre la raffinatissima scherzosa Bezzo, non contenta, dopo averla irrisa, si inalbera di più e rilancia anche sul proprio blog, dove oltre a ribadire che si tratta di gente che “scherza prendendosi benevolmente in giro”, mi accusa di avere fomentato l’odio tra lei e altre persone. Sarebbe bello sapere in che modo io lo abbia fomentato, visto che il mio archivio contiene solo mail in sua difesa, nonostante tutto (e dietro questo nonostante tutto mi fermo, visto che per motivi e di privacy e di buon gusto non posso dire altro, né mostrare altro, foto comprese). Ammetto che il suo romanzo, che ho curato, non era male, ma non vedo cosa c’entri on tutto il resto, però, va ben, non andiamo a chiedere troppo, questa è materia in cui il mio legale potrà sbizzarrirsi.
Io mi so difendere, nulla mi tocca (compresi i suoi commenti in ordine alle recensioni che scrivo) però l’attacco in squadra portato avanti contro la Mugler deve far riflettere, soprattutto quando andiamo a scrivere post laGrimosi contro il cyberbulismo.