Io ho un po’ di difficotà a chiamarla editoria, ma ciò sicuramente è dovuto al fatto che sono un antico, quanto incompetente e disinformato, bacchettone.
Come funziona questa nuova sconvolgente realtà?
Semplice: si invia un manoscritto e se ciò che si è scritto è valido si entra in un programma di crowfounding, ossia di raccolta fondi per coprire le spese di stampa di quel libro.
In pratica, l’autore deve sperare di vendere in anteprima un certo numero di copie del proprio libro (non si capisce quante) offrendo all’eventuale, potenziale, lettore la possibilità di accedere a una “sinossi” e a un’“anteprima non editata”. Non è dato sapere neppure di quante pagine sarà composto il libro. Si sa solo il prezzo, che non è modico.
Una volta pre-vendute tali copie, il libro viene dato alle stampe, tanto il signor editore non rischia nulla di tasca, visto che ha già pronti i soldi non solo per la stampa, ma anche il guadagno.
È editoria questa? Se sì, scusatemi, mi sento antichissimo e me ne vergogno. Mai avrei pensato a un mondo editoriale in cui l’autore, oltre a scrivere – e quindi spendere il proprio talento e il proprio lavoro intellettuale – debba anche andare in giro a cercare potenziali clienti.
Prendiamo un libro a caso, questo.
La prima cosa che salta all’occhio è il commento a firma di tale signor “Domenico” il quale afferma:
“Scrittura elegante e trama coinvolgente. Spiccano l’originalità (dote rara in questo genere letterario ), le descrizioni sublimi e la profondità di ogni singola pagina. Un romanzo che fa bene all’anima.”.
Ora, come abbia fatto il signor Domenico a dedurre tutte queste cose avendo letto solo la “sinossi” e un’“anteprima non editata”, per me è un mistero. Andiamo a leggere questa sinossi:
Un’ombra scura aleggia sulla Francia, un’ombra che non va mai via…
Ecco, un’ombra scura, meglio precisarlo, non si sa mai che ci si possa confondere con un’ombra chiara.
Raymond è un adolescente solitario ed insicuro, che vive con quello che è un privilegio ma anche un fardello: è figlio ed erede del potente conte di Provenza.
La virgola la vedo solo io, vero?
Al contrario di quello che tutti si spettano da lui, alle armi e alle sfide cavalleresche preferisce la musica e le storie dei menestrelli.
Si spettano??
Le terre di Francia sono strette da una carestia soprannaturale che le ha trasformate in distese desolate senza vita.
Carestia soprannaturale??
Ad attenderlo vi è il più insolito dei maestri, un bardo girovago tramutato in uccello da una strega, in cerca di un allievo da istruire sull’antichissima e segreta musica magica. Per un momento Raymond sarà finalmente padrone del suo destino.
Del suo di chi? Forse del proprio?
Raymond ed i suoi compagni lo scopriranno nelle loro avventure attraverso la Francia medievale, tra cavalieri, luoghi leggendari, artefatti perduti e figure dimenticate che tornano a rivivere.
Artefatti perduti??
Potrei anche commentare l’“anteprima non editata”, ma meglio sorvolare.
Ma cosa succede se per caso non vengono pre-vendute abbastanza copie? Semplice: il libro non viene stampato e i soldi vengono restituiti. E tanti saluti all'anteprima oramai svelata e ai sogni di gloria.
E cosa succede se si vendono più copie di quelle indicate? Una cosa fantastica: si va in “overgoal!”, con tanto di punto esclamativo, ossia si vincono dei servizi che altri editori offrono fin da subito e gratuitamente. Che siano dei poveri, antiquati, sciocchi, sprovveduti?
Visto che bello?
Mai avrei sospettato che anche tutto ciò si potesse chiamare editoria. Io ero rimasto ai vecchi canoni di wikipedia:
“L'editoria è l'attività imprenditoriale di produzione e gestione di contenuti riproducibili in serie e della loro diffusione e commercializzazione in forme trasmissibili attraverso i media (e oggi anche attraverso le reti telematiche). Il soggetto che esercita tale attività è detto editore. L'editoria è il processo di trasformazione delle idee di un determinato autore in contenuti accessibili e disponibili a tutti. Comprende le seguenti fasi: selezione degli originali, preparazione delle bozze, cura del progetto grafico, stampa.”
Non capisco, davvero in base a cosa - ma è un problema, grave, mio, eh - questo più che onestissimo lavoratore possa essere chiamato, o definito, editore.