Ho volato con isiget il primo maggio 2014 (Alghero / Milano) e il successivo 12 maggio (Milano / Alghero). Probabilmente sono troppo puntiglioso, oppure c’era la concorrenza che tramava contro di me, fatto sta che su due viaggi si sono verificati tre begli intoppi. Magari era solo sfiga, eh. O il nuovo ordine mondiale.
Lì per lì tutto bene, stiamo per decollare, l’aereo si stacca di un millimetro da terra quando purtroppo deve tornare indietro. Motivo? Una cosa da niente: un passeggero in più rispetto a quelli che risultavano dai documenti ufficiali. Solo dopo un lungo e approfondito controllo si è potuto appurare che un passeggero – in possesso di regolare biglietto, meno male – aveva passato indisturbato tutti i controlli ed era riuscito a salire sul velivolo senza che nessuno se ne accorgesse. Bello vero? Per fortuna non era un terrorista o un pazzo. Ora, a dire il vero ad Alghero i controlli venivano effettuati un po’ all’antica, ossia c’era un ragazzo concentratissimo che evidenziava su un foglio i nomi dei passeggeri che dovevano imbarcarsi. Usava degli evidenziatori di diverso colore, sarebbe stato bello capire con quale criterio. Nonostante la sua diligenza, uno gli è sfuggito ed è salito sull’aereo con tutta comodità (d'altro canto vedete l'immagine di lato? Notato nulla? La tua manifestazioni? Ad Alghero sono attentissimi a tutto eh). Morale della favola? Prima di capire chi fosse l’intruso, quattro persone sono state fatte scendere per essere identificate (?) e una signora, presa da chissà cosa, voleva scendere a tutti i costi, meno male che il signor comandante l’ha convinta a rimanere. Poi, siccome l’aereo ha il carburante giusto giusto e siccome abbiamo fatto un pochino di strada in più, si è dovuto fare un rifornimento suppletivo. Be’, siamo partiti con un ritardino di oltre un’ora e mezzo e manco una scusa da parte del personale, né un caffè.
Aeroporto di Milano Malpensa. Arriviamo al controllo dei bagagli, quando una distinta signora, in uniforme di non so cosa (ma non delle forze dell’ordine) intima ad alcuni passeggeri di inserire il proprio bagaglio a mano nell’apposita sagoma (quella che se non c’entra non può essere imbarcato ma inserito nella stiva, con un pagamento aggiuntivo). I passeggeri selezionati iniziano a lamentarsi perché il loro bagaglio ha viaggiato per mezzo mondo ed è sempre stato imbarcato "a mano" e non capiscono come mai proprio in quella sagoma non passi. La signora, seria e professionale ogni qualvolta il bagaglio non passa, inflessibile, dice: “lei non parte se non va a imbarcare il bagaglio in stiva e paga il relativo supplemento!”. Ovviamente la solerte guardiana blocca anche il mio bagaglio che, guarda caso NON passa attraverso quella sagoma. Io tento di dirle che è sempre passato in tutte le sagome di tutti gli aeroporti in cui sono stato (Londra, Parigi, Roma, Torino, Olbia, Genova, Marsiglia, eccetera), ma lei nulla, non mi vuole far passare e mi ordina perentoria, indicandomi la strada con la mano, di andare a pagare il supplemento per caricare il bagagio nella stiva. Le chiedo un metro per misurarlo e lei, con autorevolezza, dice che non serve alcun metro in quanto quella sagoma (dai bordi tutti irregolari) era più che sufficiente. Più insisto, più la signora - delicatissima, guardate, un amore di gentilezza - non mi fa passare e più mi sale il livello della bile. Vedo lì vicino un’altra sagoma, infilo la valigia e, magia!, ci passa! Faccio notare la cosa alla cortesissima addetta e lei mi dice, sempre col suo simpaticissimo accento, indicandomi con il dito indice: “la faccia andare su e giù!” Io, allibito, di fronte agli occhi parimenti allibiti degli altri passeggeri, faccio andare su e giù agevolmente la valigia e lei replica: “Va bene, per questa volta passi, ma NON LA PORTI MAI PIU’ QUI QUELLA VALIGIA!”. Sorvolo sulla mia risposta. Quindi cari ragazzi, prima di imbarcarvi in quell'aeroporto, chiedete alla soave tipa (che ben si è guardata dall’indossare un tesserino con nome e cognome) se potete portare, o meno, la vostra valigia. Che strano, chissà come mai, proprio in quella sagoma, proprio QUEL tipo di valigia non ci passava, nonostante avesse viaggiato ovunque e sempre come bagaglio a mano. Uno maligno penserebbe che se ogni valigia ha fruttato circa 40 euro... Va ben, dai, non facciamo i malpensanti, perché non è mica finita!
Saliamo finalmente sull’aereo, ma questo non parte. A un certo punto il signor comandante, con nonchalance ci informa che possiamo pure tenere i cellulari accesi e che possiamo pure telefonare a chi vogliamo, perché “il pezzo” sta per arrivare. “Il pezzo?” Ci chiediamo noi poveri passeggeri reduci dalla graziosa signora dei bagagli (che ha litigato con tutti ed è riuscita a far tornare indietro un sacco di persone, che hanno pagato circa 40 euro ognuna per imbarcare il bagaglio che secondo lei non entrava nella sagoma). Chiedo chiarimenti al personale di bordo e mi viene risposto con stupore e sufficienza: “Sì, un pezzo del velivolo, perché?”.
Morale della favola, ritardo della partenza di oltre un’ora.
Prima di scendere qualcuno ha detto: “altro che isiget, questa è usa e getta!”
Però, in effetti, non dovrei lamentarmi dei ritardi, guardate qui cosa scrive la compagnia aerea (se non mi credete cliccate sull'immagine)
Articolo 15: Modifiche relative a orari, cancellazione, ritardi, diniego di imbarco
15.1 Orari
15.1.1 Senza pregiudizio per qualsivoglia diritto dei passeggeri derivante dalla normativa internazionale o nazionale, gli orari, mostrati in tabelle o altrove, non sono garantiti e non costituiscono parte del contratto di trasporto.
Capito?