Lo volete un bellissimo concorso che se vinci paghi, ma con lo sconto? Eccolo, lo potete trovare su un sito, tutto fiorellini e cuoricini, in cui si offrono – e si mettono in palio, scontati - anche servizi editoriali a pagamento (oltre a "interviste, recensioni, racconti, corsi e tanto altro ancora!").
Ma, si sa, purtroppo - lo diceva anche mia nonna -, il calzolaio spesso ha le scarpe rotte e il sarto ha gli abiti scuciti. No, perché le pagine di ‘sto sito necessiterebbero di qualche ritocco. Oh, poca roba eh.
Ad esempio: le recensioni. Ne prendo due a caso (se talvolta manca l’indicazione dell’editore non fateci caso, si sa che la casa editrice è sempre una cosa che passa in secondo piano).
Partiamo con qualche passaggio di quella dedicata a Luce e tenebra, di Ombretta Clapiz.
- “La protagonista, Kristen, scopre di non essere figlia naturale dei suoi genitori ma bensìla Principessa di un Regno incantato che, neonata, è stata nascosta nel mondo degli uomini per garantirle la salvezza dal signore delle Tenebre”.
[Sorvoliamo sulla distinzione tra figlia naturale e biologica e copriamoci pure gli occhi di fronte a quel “ma bensìla”, mirabile esempio di doppio errore in due parole.]
- “L’amore sarà la chiave per la redenzione… Ma sarà sufficiente per cancellare il segno che, inevitabilmente, ha fregiato l’anima del Principe Calwen? Riuscirà ad estirpare quelle radici infernali che hanno infestato il suo cuore ?”
[Forse chi ha recensito voleva scrivere “sfregiato”, visto che presumibilmente quelle "radici infernali” hanno infestato proprio il cuore del principe Calwen (apparso dal nulla). Se quel segno fosse, invece, un “fregio”, (da cui “fregiare”) ossia un qualcosa che impreziosisce, non si capirebbe perché lo si dovrebbe cancellare (“fregio” è esattamente l’opposto di “sfregio”).]
Va be’, passiamo alla recensione riservata a I fiori degli uomini, di Francesca Cupane.
- “All’interno del breve volume ci troviamo davanti a vari racconti, inframmezzati da fiori stilizzati che richiamano il titolo dell’opera.”
[Complimenti a chi di dovere per essere riuscito a entrare dentro il libro.]
- “In particolare “Compito in classe” è quello che ha uno schizzo più stilizzato degli altri.”
[Uno “schizzo” “stilizzato”… mah…]
- “La copertina è molto particolare, in quanto abbiamo la foto di un uomo nel cui riflesso degli occhiali da sole si rispecchiano dei girasoli. Tutto, quindi, ruota intorno alle figure maschili e ai relativi fiori.”
[Capirai la particolarità di quella copertina! Casomai c’è la foto del volto seminascosto di un uomo, non proprio un tutto un uomo, e poi, non per essere pignolo, quei girasoli si rispecchiano in una lente, non in un riflesso, ché rispecchiarsi in un riflesso è un'operazione alquanto ardua.]
Oh, tutte piccolezze eh.
Ok, andiamo avanti. Qui avevamo letto un’originale definizione di editing, ma su questo sito c’è di meglio, qui e qui qualcuno precisa solennemente:
- “Con l’editing, oltre alla correzione grammaticale e ortografica, si svolge una cura maggiore del manoscritto, facendo attenzione al senso del testo, alla coerenza fra le varie parti del suddetto e con suggerimenti stilistici per l’autore.”
- “L’editing è quel processo in cui un professionista del campo editoriale aiuta gli scrittori nel rifinire il proprio testo grezzo. È normale, in fase di stesura, compiere degli errori, di cui l’autore del manoscritto non riesce a rendersi conto.”
[Notato l’uso perfetto – da editor professionista - del verbo “svolgere” e del sostantivo “processo”?]
È anche bellissimo notare come talvolta il gerundio venga lasciato vagare disperato, appeso a un palloncino, nel periodo.
“Facendo la promozione su internet dei servizi di editing e correzione di bozze è nata una discussione con una ragazza che lavora a sua volta nel campo editoriale.”
[Forse voleva scrivere “durante”, ma tappatevi pure gli occhi davanti a quel “a sua volta”, io non l’ho visto.]
A tutto ciò c’è una interessante risposta, alla quale però non è seguita alcuna replica:
“… Prima di ogni cosa, secondo me, bisogna tenere separati correzione di bozze e editing che sono due momenti estremamente diversi.
L’editing è una professione che chiede una grande capacità perché va a incidere nella scrittura, talvolta perfino nell’organizzazione del racconto.
…
Il correttore di bozze è un artigiano che fa un lavoro preciso: dopo il punto va lo spazio, se non c’è, lo mette.”
Un buon editor non ha prezzo.
…”
Evidentemente l’editor responsabile di questo sito pensa che editing e correzione di bozze siano la stessa cosa, comunque, “Spinta dal consiglio di vari autori”, ha deciso “di adeguare il tariffario a quello di altri editor professionisti (non gente improvvisata come qualcuno…)”.
E certo, qui mica si improvvisa, ma va ben, come dico sempre io: sorvoliamo (gratis però).
Piccolo aggiornamento del 16/10/2013
Dunque, visto che i post di cui ho parlato sono stati rimossi, per chiarezza e completezza, allego di seguito le schermate degli stessi, scaricabili, ché noi, qui, non siamo mica cialtroni improvvisati (ma siamo sempre gratis).
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