Diciamo che io quel titolo non lo avrei mai scelto, ma è un problema mio perché la lettura di Farfalle nel temporale, di Anna Rossetto [Matisklo Edizioni, 110 pagine], si è rivelata piacevole fin dalle prime righe. D’altra parte titoli e copertine sono proprio le ultime cose da vedere in un libro.
Si tratta di una serie di racconti apparentemente slegati l’uno dall’altro, ma tenuti assieme da più fili conduttori. La memoria, la vecchiaia, l’identità e un pizzico di misticismo accomunano le narrazioni, che si susseguono con uno stile fluido e ben strutturate.
Una serie di riflessioni sulle casualità della vita presentate al lettore senza commenti: nude e crude. Casualità che spesso si tramutano in nemesi, senza soluzione di continuità e senza che si possa trovare una giustificazione, né una spiegazione.
I personaggi sembrano essere vittime prima vittime di se stessi, ed è questo il messaggio che traspare dalle pagine di quest’opera: siamo vittime, senza via di scampo, dal momento in cui nasciamo. L’unica speranza è la memoria e il ricordo, che troppo spesso si scontrano con la non consapevolezza del proprio di tale stato, quello di vittima; solo la memoria può, almeno in parte, salvarci e dare un senso alla permanenza dell’uomo in questo mondo. Può solo cercare di rendere meno dura la propria esistenza, ma resta sempre una vittima. Senza scampo. Ciò non significa che siamo in presenza di racconti sui quali aleggia una sorta di nuvola nera di pessimismo, anzi, al contrario: tutti i personaggi cercano in ogni modo di riscattarsi dalla gabbia in cui sono stati rinchiusi, una gabbia in cui, volenti o nolenti, siamo tutti noi.
E alla fine ci si rende conto che ognuno ha sempre fatto l’unica scelta che poteva fare, non esistono scelte buone o cattive, ma solo scelte imposte, nonostante qualcuno si sforzi a pensare il contrario.
È un’opera che ci fa capire di essere senza scampo, possiamo solo illuderci un po’ in vista di qualcos’altro, ma senza – ed è qui il vero mistero – perdere sorriso, speranza e fiducia in se stessi e negli altri, avi compresi. Senza perdersi in tutti quei sogni, quei mari, quegli orizzonti, laGrime, cuori e vibrazioni intense dell'anima che putroppo imperversano, vegetando, sempre più, nelle narrazioni di chi, esordiente, cerca di capire il perché delle nostre esistenze, in una sempre più vana ricerca del sé.