Ragazzi cari, le lotte per diventare famosi oramai sono senza quartiere. Nemmeno le armi sono più quelle convenzionali. Il web è diventato un campo di battaglia e oggi vorrei raccontarvi la storia dello scrittore che voleva diventare famoso
Lo scrittore che voleva diventare famoso ha deciso di partecipare a un concorso letterario per racconti, questo. I migliori lavori, compreso quello che ha ricevuto più “mi piace” su facebook, verranno pubblicati, inoltre in palio c’è anche un cortometraggio ispirato a uno dei racconti vincitori.
Lo scrittore che voleva diventare famoso, però, oltre ad avere scritto il racconto (su cui, se avete pazienza, vi intratterrò tra poco), ha anche fatto una cosa che reggetevi: un evento facebook in cui non solo chiede al popolo del web di votare (con un “mi piace”) il suo racconto, ma precisa, riferendosi a un altro concorrente: “Cioè, ho letto quello che finora ha più "mi piace"... qualcosa di abominevole. Vi prego, almeno fatemi perdere con qualcuno più fico, non quella robaccia! DAJE!!”.
Capito l’onestà e la strabiliante correttezza? Lui, sportivissimo, si sente pronto alla battaglia, poi arriva il fratello che rincara la dose affermando nei confronti di un altro concorrente: “è allucinante....Oltre a far cagare la storia,quella è analfabeta!”. (Notato l'uso stupendo che il fine scrittore fa dei puntini di sospensione e della barra spaziatrice? Ma andiamo avanti che gli analfabeti sono una brutta cosa.)
Oh, a dire il vero gli eventi sono due, anche una sua fan sfegatata ha pensato bene di aprire il televoto, ché in ballo c’è la fama.
Insomma, andiamo a leggere ‘sto racconto in cui lo scrittore sportivo e che vuole diventare famoso ha trasfuso tutto il suo talento, vediamo il capolavoro.
Solitamente io inizio dalle cose su cui è meglio sorvolare e qui ne troviamo un bel po’: dei bei “perchè” e dei bei “sè” con l’accento controvento, “d” eufoniche quanto basta e anche un bel “abominioso”. Ecco, però gli analfabeti sono gli altri, ricordatevelo, queste sono quisquilie, errorini da nulla, colpa degli invidiosi e della crisi.
Passiamo alla trama, vi prego continuate a leggere che davvero qui c’è del gran talento, ve la riassumo.
Un fan di un cantautore famoso riesce a viaggiare a ritroso nel tempo e ad andare a trovare il suo idolo quando non era ancora nessuno. Gli piomba in camera e gli svela il suo radioso futuro. Il cantautore (non ancora) famoso, tutto contento, non aspetta altro che arrivi il successo che quel tipo gli aveva predetto, però purtroppo non si avvera nulla e muore in povertà.
Il fan, però - dopo essere rientrato da quel viaggio nel tempo - confessa (al vento) di avergli rubato delle canzoni e di averle successivamente fatte sue, diventando quindi lui famoso a spese del suo idolo, il quale, a sua volta, confessa, in una lettera, di non essersi mai ispirato all’arte, ma di avere privilegiato altro (cosa, non si capisce) e si rende conto di non essere mai diventato famoso proprio perché lui in tutta la sua vita non ha mai rispettato l'arte.
In poche parole quel fan arrivato dal futuro ruba le canzoni al suo idolo per poi farle sue, cosicché l’altro – a causa del famoso paradosso temporale - non è più diventato famoso.
Ok, ma che bel racconto! Però mi sorge una (prima) domanda: ma il cantautore (non ancora) famoso non si accorge di quel furto? (Insomma, se mi vedessi piombare in casa qualcuno che afferma di arrivare dal futuro, io quanto meno lo terrei sott’occhio). Sul punto lo scrittore che vuole diventare famoso ci informa: “Ecco perchè, dopo che le sue canzoni, cantate da me, imperversarono dappertutto, non mi aveva mai cercato: lui non le conosceva, perchè non le aveva mai scritte.”
O balla! Ma se non le aveva mai scritte come ha fatto a rubargliele? Cioè da dove gliele ha rubate? Magari per Natale gli avevano regalato la macchinetta per tornare indietro nel tempo e, ogni tanto, andava da lui a rubargli i pezzi (e l'altro non se ne accorgeva, ché i fessi mica sono solo i lettori eh)?
Va bene il paradosso temporale, va bene anche ispirarsi a “ritorno al futuro”, però tutto ha un limite. Avrei anche altre domande, ma è meglio che mi fermo qui, non vorrei passare da analfabeta.
Ragazzi, che dire? Non so, beviamoci su. Che qui la gente vuole diventare famosa come se nient’al fuss. Che qui gli analfabeti sono gli altri.