Scrivendo e volando tra giochi di specchi e nuove speci di concorsi letterari

Il mondo dei concorsi letterari è sempre in gran fermento, tanto che, alla fine, paradossalmente, fa perdere di vista il significato delle parole.

Il termine concorso implicherebbe – a quanto ho sempre capito io - una serie di elementi che, ultimamente, invece pare siano finiti nel dimenticatoio per lasciare spazio a ben altro; sotto il profilo soggettivo ci dovrebbero essere un concorrente e una giuria, mentre da quello oggettivo un’opera e un premio. Insomma, in poche parole un concorso a premi prevede premi per i vincitori.

Invece pare che per alcuni le cose non stiano proprio così, ad esempio nel concorso letterario “Scrivendo racconto”, organizzato da una casa editrice, il premio è sostituito con l’obbligo di acquisto di ben due copie di un’antologia, sulla fiducia, in anticipo, contestualmente all’invio delle opere che dovrebbero essere valutate dalla giuria. Quanto costerà quell’antologia? Boh! Però sarà scontata eh, non preoccupatevi. E che titolo avrà? Boh, e chi lo sa, però non siate curiosi, su. E poi, non siate così precisini, che non è nemmeno la prima volta che succede una cosa del genere, ne avevamo già parlato qui.

 

Gli autori selezionati si impegnano ad acquistare due copie del libro che verrà stampato da [...] e che raggrupperà i racconti scelti con il 20% di sconto sul prezzo di copertina (il pagamento dovrà avvenire prima dell’uscita dell’antologia).

 

Un bel gioco di specchi, caspita. In pratica si vince l’obbligo – vincolante! – di comprare un libro contenente le proprie opere. Dei diritti d’autore nemmeno a parlarne, volete scherzare.

 

PREMI – I racconti vincitori verranno pubblicati [...] in un libro, il cui titolo è ancora da definire.

 

Quindi, io non lo chiamerei per nulla “concorso letterario”, aiutatemi voi a dare un nome a una cosa del genere e soprattutto aiutatemi a capire quale possa essere il vantaggio - al di là dei vari ego ipertrofici - per chi partecipa.