Non so esattamente cosa sia successo, ma dopo avere letto le dichiarazioni postume e posticce della dirigente di quella scuola, pubblicate in un pezzo dal titolo “No all’arcivescovo a San Donato? Solo una mancata comunicazione”, non posso fare a meno di scrivere questo post, non per buttare benzina sul fuoco, ma piuttosto perché non è che si possa pretendere di far credere alla gente che gli asini volano. La vicenda è oramai conosciuta a livello nazionale.
Commentiamole assieme.
Alla dirigente si rimprovera di avere impedito l’accesso del Vescovo di Sassari alla sua scuola (Vescovo che risiede a 600 metri dalla scuola stessa) per la tradizionale benedizione natalizia. Lei, amareggiata e stupita al contempo per tali accuse, si lancia direttamente in un ginepraio.
«In realtà il vescovo con me non si è mai interfacciato direttamente. A scuola si è avvicinato solo il parroco di San Donato. È vero che non è stata data la disponibilità per una questione di tipologia di questo plesso»
Lamenta di non essere stata contattata direttamente dal Vescovo. Evidentemente quando il Sindaco, il Prefetto, o altre personalità di rilievo vanno in visita nella scuola che dirige, la contattano persona, non tramite, ad esempio, le proprie segreterie. Cosa significhi, poi, “tipologia di questo plesso” si è dimenticata di dircelo, ma va ben. Quindi il titolo del pezzo è sbagliato, la comunicazione c’è stata e lei ha rifiutato per questioni che non ci spiega.
«Nelle scorse settimane non abbiamo certo impedito le visite a Bancali e a Caniga, con i bambini dei plessi che dipendono da questo circolo didattico. Tra l’altro a Caniga l’arcivescovo è andato il giorno dopo rispetto a quello concordato e la porta della scuola è stata aperta senza problemi per la visita»
Ecco, a Caniga e a Bancali sì, a San Donato no, probabilmente prima di andare in quelle sedi, il Vescovo l’ha contatata personalmente e lei ha accettato, sorvolando pure sul ritardo di un giorno. Ma tu guarda questo Vescovo così indelicato.
«Non sapevamo neanche quale fosse la data della visita. E comunque, proprio per ridurre al massimo i problemi organizzativi, l’idea era di portare i bambini in chiesa. Ma i docenti hanno fatto notare che le classi sono costituite per metà da alunni di altre religioni e non avendo la disponibilità della compresenza di altri docenti non sapevano a chi affidarli in quelle ore dell’incontro»
Dunque, un attimo. Come non sapevano la data della visita? Ma allora di cosa stiamo parlando? Fatemi capire, in ordine a cosa non ha dato la disponibilità per una questione di tipologia del plesso?? Ovviamente se il Vescovo fosse andato, TUTTI gli insegnanti si sarebbero precipitati a prendersi la benedizione, mica se ne potevano tenere uno o due a disposizione per badare ai bimbi che non volevano partecipare all’incontro, ma vogliamo scherzare? Un dramma organizzativo pazzesco. Chissà come hanno fatto gli anni scorsi. Che sciocco, io pensavo che i problemi si dovessero ridurre al minimo, non al massimo.
«In tutti questi anni abbiamo fatto tanto con progetti all’insegna dell’interculturalità, del dialogo ma anche del rispetto della legalità. E siamo dell’idea che i ragazzi debbano conservare la nostra indentità. E anche tutti gli altri la loro, per integrarsi meglio. Viviamo nella parte più difficile del centro storico e questo spesso viene dimenticato»
Cosa c’entri questo discorso sulla legalità e sul centro storico con la visita del Vescovo non si sa, però è un accostamento che sta bene anche vicino alla sviolinata sull’identità e sull'integrazione, anche perché la sede dell’Arcidiocesi è a 600 metri dalla scuola.
«Con la Curia ci piacerebbe collaborare e speriamo di potere interagire presto»
Si vabbe’…
Il gravissimo gesto di non contattare direttamente la dirigente scolastica, bensì tramite un semplicissimo prete, viene ribadito anche in altre dichiarazioni. Tutto ciò ci dovrebbe far pensare che se la dirigente fosse stata chiamata personalmente il discorso sarebbe stato diverso?
Allora, facciamo una cosa, ché sta arrivando Natale: io credo a queste giustificazioni zoppicanti, però spero che alla religione cristiana venga dato lo stesso spazio che si dà, ad esempio, in quella scuola, alla mensa, dove verranno confezionati pasti differenziati a seconda della religione dei bambini. Noi cristiani mangiamo di tutto, poi non so.
Per me il discorso finisce qui.