L’autrice ha messo generosamente in rete un estratto dell’opera – qui – e io sono corso, curioso e goloso, a leggerlo.
Iniziamo con la prefazione messa alla fine, be’ un’ideona. La volete leggere? Eccovela.
Quando la sera chiudo i miei stanchi occhi, la mia mente vede vagare, come tanti fantasmi in perfetto ordine, tutte le emozioni del giorno appena finito. Una piccola luce mi si accende in cuore e gioisco su quanto di bello ho vissuto in queste brevi ore, rimpiango il tempo che trascorrre così velocemente e penso : "Come sarà la luce dei miei Sogni" e non a caso ho intitolato il mio libro "Luce dei miei sogni", perché in esso ho deciso di racchiudere non solo emozioni del giorno, ma anche i miei sogni notturni, il mio augurio che tutti possiamo realmente riflettere sulla vita
Interessante la luce che le “si accende in cuore”, nevvero? Anche quel "trascorrre" con tre r non è male in un ebook da 23 euro. Dà l'idea della cura messa nell'opera.
Lasciamo perdere la biografia e andiamo alla vis poetica.
Ciò che salta subito all’occhio è l’autoreferenzialità di ogni componimento. L’autrice ritiene utile far sapere al mondo, ad esempio, che una volta ha chiesto a una farfalla di farle ritrovare la strada dell’amore, oppure che una notte, una soave voce ha "enunciato flautatamente" il suo nome (Apollonia), dopodiché una luce si è accesa attorno a lei e a quel punto non si è capito più nulla, se non che alcune parole hanno iniziato a danzare al ritmo di una delicata armonia composta dall’amore. Immaginatevi che gran poesia.
Non mancano le intuizioni folgoranti, come quella annunciata ne Il tempo passa, ossia che nonostante il tempo passi, qualcosa resta sempre nel cuore. E chi lo avrebe mai detto che abbiamo una memoria? Ma qui scatta l‘elemento mistero: “Sai bene a cosa sto pensando” annuncia la vatessa in questa sua lirica, per poi concludere con “perché anche tu come me e se lo desideri ben presto diverrà una grande realtà”. Sibillina e sgrammaticata come non mai.
Sempre in tema di mistero, abbiamo È la serenità, in cui si racconta di quando l’autrice aveva tra le mani la chiave della felicità ma che, purtroppo, è intervenuto il pianto del cielo che, come una dolce melodia, le ha messo una voce in testa e lei si è ricordata di un prato, di un bacio e della serenità del suo amore. Non si capisce bene cosa significhi, però in poesia tutto è permesso. Non vado oltre, ma non posso che rilevare l’estrema povertà di lessico (amore, cuore, anima, farfalle), la sovrabbondanza di aggettivi e l’assoluta mancanza di qualsivoglia elemento che possa anche vagamente far rassomigliare questo accostamento di lettere (vendute a caro prezzo) a una poesia. La metrica è assente, non sembra che le parole siano state calibrate, né caricate di pregnanza lirica, le metafore sono pressoché assenti e nessuna musicalità si eleva dalle pagine che, di fatto, sono riempite da argomentazioni spesso contraddittorie. Sembrano più che altro lunghi periodi spezzati con degli “a capo” casuali.
Per lunghissimi anni ho insegnato catechesi nella Parrocchia di appartenenza nel mio paese, avendo a contatto così con fanciulli e giovani d'ogni età e quello che ho imparato da loro è stato meraviglioso. Ho sempre paragonato me stessa ad una spugna e dicevo ai miei ragazzi che loro erano delle piccole spugnette e come accade di solito, a questo semplice oggetto , se immerso in acqua, questo assorbe il liquido e se pigiato a sua volta lo, rigetta fuori. Ho iniziato a spiegare loro in questo modo il vero valore della fede. Lentamente ho imparato a seguire un modo diverso di pregare, usando le parole semplici del core in modo da capire quanto dicevano. In questo mio ebook, ho raccolto alcune delle mie preghiere spontanee, è un invito a pregare spontaneamente per tutti.
Un bellissimo esempio di punteggiatura lanciata poeticamente ad vanveram e di spontanei gerundi appesi a palloncini a forma di core. Bisognerebbe anche spiegarle la differenza tra pigiare e strizzare, ma sorvoliamo.
Anche in quest’opera le contraddizioni, altra costante della produzione della Saragaglia, non mancano: in Donami possiamo deliziarci con un “donami la felicità e la gioiosità di amarti con profonda semplicità ma con tanta purezza”. Se l’autrice conoscesse il significato e l’uso delle avversative, capirebbe che quel ma lì non ci fa proprio nulla.
La poesia è in primis stupore: chi la legge deve stupirsi di sentire qualcosa di nuovo, di mai detto, deve prendere atto di un punto di vista innovativo, deve celebrare i sentimenti, deve strodire, ma in queste pagine assistiamo alla fiera della banalità e dell’incoerenza, che trova il suo apice in Vorrei, tratto dall’ebook Le ali del cuore, in cui l’autrice afferma con molta serietà che vorrebbe essere un filo d’erba, oppure un "verde prato mai esplorato", oppure come il "miele delle piccole api", oppure una farfalla (quelle non mancano mai). Perché vorrebbe essere tutto ciò? Per stare vicino a una persona a cui tiene. Ecco, il senso poetico di queste alate divagazioni credo sfugga anche al più benevolo dei critici.
L’autrice scrive – a mo’ di prefazione:
“Questo libro racconta le delicate emozioni che un cuore sensibile prova, quando un forte tremore lo assale, un freddo e tanto gelido brivido risale lungo il sentiero del suo impulso provocando così delicate e tanto forti percezioni. Nulla può dinanzi a tutto ciò il mio cuore e una strana forza mi assale, afferra la mia mano e come per incanto inizia il suo viaggio nel mondo del poetare. Nulla è più bello delle delicate creature che ne diventano figlie regnanti di questo libro.”
Ella quindi annuncia al mondo – nella maniera più sgrammaticata possibile – di avere un cuore talmente sensibile che quando incappa in qualche disgrazia si mette a poetare e a partorire le figlie regnanti nel mondo della poesia. In poche parole è convinta che da lei promani sull'umanità il carme di tutte le nove muse, contemporaneamente.
Ecco, io credo invece che ci sia gente che non sa neppure dove sta di casa la poesia.
Vedete poi voi come spendere i vostri soldi.