Questo è il frammento catalizzatore di Per oggi non mi tolgo la vita, opera prima di Alfonso Brentani [Exòrma Edizioni, 119 pagine, 12 euro], la storia – sotto forma di diario un po’ sui generis – di un giovane editor sardo in preda al cosiddetto male oscuro. Da tale frammento emerge, inoltre, anche la cifra stilistica dell’autore, il quale sembra avere liberato il proprio flusso di coscienza per dar vita a lunghissimi periodi quasi senza punteggiatura, ma non per questo inefficaci; una trascuratezza solo apparente, indice di come il protagonista vive il proprio disagio, ossia non passivamente, bensì con smarrimento e reattività altalenante. Lui confessa di sentirsi inspiegabilmente in debito con tutti e ciò fa sì che le sue reazioni siano quelle più radicali, ma con esiti tragicomici e raccontati con toni ironici. Ed è proprio con questa ironia che comunica al lettore come la vita lo lasci senza troppo spazio di manovra.
A nulla valgono le costose sedute con gli specialisti della mente cui si rivolge nei rari momenti di reattività, così come vani si rivelano i suoi, peraltro deboli, tentativi di autoguarigione; il protagonista ha deciso di assecondare le proprie inclinazioni, lo dice già alla prima pagina descrivendo il suo ennesimo tentativo di farla finita. Di pari inutilità, peraltro, si rivela la ricerca della salvezza nei testi classici e nella letteratura medica riguardante alcuni farmaci prescritti a chi soffre del suo stesso disagio, anzi tale ricerca rafforza nel protagonista la convinzione, dapprima larvata, della complessiva e insanabile incompetenza dei medici che dovrebbero occuparsi di lui, incompetenza colpevole e in malafede.
In quest’opera, l’autore offre – senza alcuna richiesta di clemenza e con il pretesto di spiegarlo alla sua parte più razionale e tetragona – l’unica risposta possibile alle (spesso banali) domande che vengono sbattute in faccia a chi è afflitto da quello spleen esasperato e difficile da condividere. O almeno quella alla quale lui è disperatamente pervenuto.
E tutto ciò arriva al lettore in maniera diretta, asettica e pressoché perfetta.