
Fare i genitori non è facile, ma nemmeno essere figli. È una di quelle cose tipo la guerra, ossia che non si capiranno mai e da cui difficilmente - con l'avvicendamento delle generazioni - si possono trarre insegnamenti per il futuro. Lo sa bene la ragazzina protagonista di quest’opera, un’adolescente ai cui occhi tutto appare rovesciato, ragione per la quale - un po’ per istinto di goffa emancipazione, un po’ per ribellione atavica - decide di seguire l’esempio di un’amica un po’ meno indecisa.
Le cronache sono piene di storiacce che vedono protagoniste ragazzine minorenni, abbagliate dai guadagni facili che animali plurimaggiorenni fanno baluginare davanti ai loro occhi, poi però quando lo scandalo scoppia (e non è detto che si tratti di uno scandalo giudiziario o di cronaca) allora tutti a chiedersi il perché.
Anna Giorgini in quest’opera non vuole dare consigli, né aiuti, né risposte definitive su quel benedetto perché, racconta solo quanto sia facile scivolare nel torbido per chi si affaccia alla vita e di essa non sa ancora nulla; di quanto sia difficile discernere tra sì e no, tra adesso e poi, tra vita, vita apparente, morte e morte apparente.
E in questo raccontare, per fortuna, emerge chiaro quel meccanismo che riesce ad avvisarci un attimo prima di lasciarci andare, una specie di valvola che si oppone alla forze che vorrebbe trascinarci sempre più giù. Un meccanismo che non è tipico dell’età, ma sembra essere insito nel dna e mettersi in moto con il primo bagliore di vita.
La banalità del divertimento fine a se stesso, il fascino perverso della trasgressione, sia anche di una sigaretta fumata di nascosto o di una bigiatura a scuola, ecco, forse, in cosa si dovrebbero aggiornare i genitori e gli adulti in genere: nel pensare che nessuno è perfetto, che forse a volta qualche sbavatura ci può anche scappare, purché non vada a incidere sul rispetto di se stessi, anche rispetto fisico.
Non sappiamo alla fine di questo romanzo chi abbia imparato la lezione, sappiamo però che sarebbe necessario un terzo occhio, tramite il quale valutare e decidere, nella maniera più equilibrata possibile, come indirizzare i nostri figli.
Sforzandoci, un piccolo, accennato, appena abbozzato, terzo occhio, forse, ci potrebbe spuntare, ecco, questo un lettore attento lo capisce di sicuro, se conosce il significato di balordi e di bagordi.