Prima di tutto vorrei aggiornarvi su quella casa editrice che affermava di essere in prima linea contro l’editoria a pagamento: pare che sia talmente contro l’editoria a pagamento, che per pubblicarvi un libro SENZA ISBN chiedano l’acquisto di sole 100 copie, ma chi vuole l’ISBN di copie ne deve acquistare 270 (DUECENTOSETTANTA!).
Alla faccia della guerra contro l’EAP.
Comunque, parliamo di concorsi letterari che vi possono far diventare famosi.
Il primo di cui vi vorrei parlare è indetto da una casa editrice a pagamento (o, meglio, si scopre solo "dopo" che è a pagamento, sul sito non c'è scritto). Le regole sono molto semplici: pagate 10 euro, scegliete un tema tra quelli proposti e mandate il vostro capolavoro a tema. Cosa si vince? I primi classificati per ogni categoria vincono la pubblicazione GRATUITA della loro opera, mentre gli altri vincono una “proposta di pubblicazione”. Ecco, qui io ho due perplessità. La prima: che significato ha pagare (anche solo dieci euro) per ottenere una pubblicazione a pagamento, ossia la possibilità di sborsare ulteriori soldi? La seconda: i primi classificati hanno diritto a pubblicazioni gratuite, anche in antologie, ma che fine fanno i diritti sulle vendite? Non è che tali diritti vengono assolti con la consegna di qualche copia dell’antologia?
Sul sito di questo editore c’è qualche refuso, ma va ben, sorvoliamo.
Un’ultima osservazione: questo contest è dedicato a tale Gustavo Pece, ma chi era? No, perché il tema degli elaborati è “libero”, tranne uno dedicato all’integrazione, quindi non capisco il senso di questo concorso. Ma è un problema mio, eh.
Se poi vi piace scrivere opere teatrali, potete partecipare a questo fantastico concorso: pagate solo 10 euro e mandate la vostra pera teatrale. Se verrà ritenuta meritevole, verrà pubblicata in un libro di cui riceverete ben 50 copie. Che bello, vero? Potrete decidere liberamente cosa farne, 50 sono molte, potrete abbandonarle dove vi pare, fare dei simpatici cadeaux per le varie ricorrenze, rivendervele, lanciarle dalla finestra, portarle in giro a mo' di giocoliere... In tutto ciò il teatro ne ricava proprio un grandissimo apporto.
Avete una gran voglia - e tempo - di andare in giro a intervistare persone? Bene, potete partecipare a questo fantastico concorso. Le norme sono facilissime, iniziate a dar la caccia alla gente da intervistare su un tema originalissimo: “La condizione giovanile oggi”; le interviste migliori verranno inserite in un volume (che se vorrete ve lo dovrete comprare e i cui diritti sulle vendite ve li scordate). Ora, come facciano a decidere quali saranno le “interviste migliori” non mi è chiaro, visto che le domande da porre sono indicate nel bando stesso (che vincano le risposte più belle?) , ma fa nulla. Un bel “concorso”, non c’è che dire.
Infine, avete voglia di partecipare al concorso dalle norme più farraginose e complicate dell’universo? Questo fa al caso vostro, se riuscite a decifrarne (e a star dietro al) le modalità, potete vincere degli elegantissimi diplomi che appesi fan sempre la loro gran figura, se poi si pensa che la partecipazione costa solo 10 miseri euro, vien davvero voglia di aderire.
In tema di chiarezza, tenete presente che in un primo momento si afferma che questo "concorso è libero a tutti, uomini e donne, con un’età minima di anni 9, di etnia, religione e credo, senza esclusione alcuna. Poi più avanti, forse per un ripensamento, si precisa che "Al Premio possono partecipare autori italiani e stranieri ovunque residenti su territorio Europeo". Quindi il concetto di "senza esclusione alcuna" in questo caso ha delle accezioni innovative.