Questo lo avevo scritto sul vecchio blog alle ore 20:19 del giorno 13/10/2011
Oggi ricevo in email il bando di questo splendido concorso letterario: “PREMIO NAZIONALE DI POESIA ALESSANDRO MANZONI 21a Edizione”.
Tutto in maiuscolo, tranne l’ultima parola.
Per celebrare Manzoni nei luoghi, sul Verbano, dove egli visse con Rosmini la sua più intensa stagione spirituale viene bandita la ventunesima edizione del Premio Nazionale di Poesia Alessandro Manzoni.
Argh, è proprio l’illustre Alessandro Manzoni, quello dei Promessi Sposi, tanto per intenderci. Sorvoliamo sull’uso selvaggio delle virgole e delle maiuscole - probabilmente stanno circolando pc difettosi, giacché maiuscole e virgole vengono usate con disinvoltura praticamente in ogni bando - ma, dico, se lo volete festeggiare sul Verbano, perché indire un PREMIO NAZIONALE?
Il Premio è suddiviso in due sezioni:
a) Per un’opera di poesia in lingua italiana pubblicata in Italia e nella Svizzera italiana tra il 30 giugno 2006 e il 30 ottobre 2011;
b) Per una o più poesie inedite in lingua italiana, a tema libero.
A parte che per me leggere “tema libero” per questa “celebrazione” equivale a uno schiaffo a mano piena, mi chiedo perché solo quelli della Svizzera italiana possono derogare alla “nazionalità” del premio. Boh. Proseguiamo.
(Come? Perché l’italiano oltre che in Italia si parla anche nella Svizzera Italiana? Allora mi spiace, niente San Marino e niente Città del Vaticano.)
E sorvoliamo sul fatto che si chiedono solo poesie, visto che Manzoni non era solo poeta.
La giuria del Premio, il cui giudizio è inappellabile, è costituita da Xxxxxxxxxx Xxxxxxx (Presidente), Xxxxxxxxx Xxxxxxx, Xxxxx Xxxxxxx, Xxxxxx Xxxxxxxxxxx.
Accetteremo, nell’evenienza, con umiltà l’illuminato responso.
Le opere e gli elaborati concorrenti, in cinque copie, vanno spediti, con plico postale raccomandato, alla Xxxxxxxxxx xxx Xxxxxx Xxxxxxx xx Xxxxxx, Xxxxxxx Xxxxxxx x° x, xxxxx xxxxxx-xxxxxxx (XX) Lago Maggiore, entro il 30 aprile 2012.
Mi raccomando, precisate anche “Lago Maggiore”, non si sa mai.
La tassa di iscrizione è di Euro 30,00 per ciascuna Opera edita e di Euro 30,00 per ogni raccolta di poesie inedite (per un massimo di dodici composizioni).
Apperò, trenta eurini a cranio! Chissà che bei premi, allora, ci saranno! Manzoni è sempre Manzoni, eh!
Gli elaborati che partecipano alla sezione “B” devono pervenire, se trattasi di più poesie, ordinati in fascicoletti.
Invece quelli che partecipano alla sezione “A” possono essere anche inviare foglietti volanti sparsi. E anche post-it.
La premiazione dei vincitori, ai quali verranno assegnate le Targhe “Alessandro Manzoni”, avrà luogo entro il 30 giugno 2012.
Eh?? Le Targhe Alessandro Manzoni? Cioè al primo, al secondo eccetera, a tutti Targhe con la T maiuscola? Ma certa gente, davvero, non sa nemmeno dove sta di casa la vergogna, con la V maiuscola.
Ai vincitori e ai finalisti sarà comunicato l’esito dei lavori della Giuria.
Ah, buono a sapersi, ché uno poteva pensare che le targhe erano per tutti, ad libidum.
Le opere e gli elaborati inviati al Premio non saranno restituiti.
Ovvio.
La tassa di iscrizione deve essere versata sul c.c. Postale n. XXXXXXX intestato a: Xxxxxxx X. Xxxxxx, via Xxxxxx XX, XXXXX Xxxxxx‐Xxxxxxx (XX)
Qui non si deve aggiungere Lago Maggiore, per i soldi non è previsto. Solo per le opere, mi raccomando. Postale, con la P maiuscola, intestato al presidente dell’augusta giuria, a lui personalmente.
La partecipazione al Premio implica l’accettazione di tutte le clausole del presente bando.
Ci atterremo sommessamente e deferenti.
Per tutto quanto non è contemplato nel presente Bando è competente a deliberare la Giuria.
In composizione collegiale, la Giuria con la G maiuscola potrà decidere di tutto, ad esempio anche di farvi mangiare pubblicamente il foglio con la vostra poesia, qualora non fosse di gradimento, oppure di farvi ballare il cha cha cha prima di ritirare la targa. E chi si rifiutasse… beh meglio non ribellarsi.
I Bandi e le informazioni vanno richiesti alla Segreteria del Premio Manzoni di Poesia, Xxxxxxx Xxxxxxx X, XXXXX Xxxxxx-Xxxxxxx (XX), tel. XXXX.XXXXX.
I bandi? Ma quanti sono? Ci rinuncio.
Insomma, continua lo strazio della letteratura. Nonostante quotidianamente vengano lanciate invettive contro il sistema scolastico, c’è chi si ostina a trattare i classici come le strofe delle famose osterie (osteria numero mille, osteria del gallo d’oro, osteria uno, e via dicendo). E in questo caso significa che c’è il bando per cantare l’osteria numero ventuno.
Però che qualcuno faccia qualcosa, per favore, per far cessare questo squallore.