Che mi fossi dimenticato di voi? Che fossi fuggito rincorso da qualche dinosauro scorreggione? Ma no! Io sono sempre qui, ho solo trascurato un po’ questa Bettola a causa dei miei nuovi impegni professionali.
Siamo arrivati anche alla fine di questo 2019, un anno per me importantissimo che ha visto l’apertura della mia libreria, la realizzazione di un desiderio che avevo da anni.
Be’, sì, è anche iniziato il processo a carico del mio stalker il quale, con indefesso spregio del pericolo, continua a fare lo spiritoso e a spargere merda su di me, ma va ben, contento lui.
Le riflessioni su questa mia nuova attività sarebbero tantissime, tutte sulla valenza e sul significato del termine autore e, di conseguenza, della scrittura. Ho organizzato da me moltissime presentazioni librarie e ho potuto conoscere di persona altrettanti autori di valore, che hanno arricchito e impreziosito la mia esperienza. Navigo nel variegato mondo dell’editoria da molti anni e, anche se per me è come se fosse sempre il primo giorno, anche adesso che sono passato dalla parte del cosiddetto “utente finale” trovo conferma alle mie convinzioni: l’editoria a pagamento non aiuta la buona lettura, l’editoria autoprodotta idem, gli stampatori anche. Il crowfounding editoriale men che meno.
L’arma vincente è l’umiltà e la voglia di confrontarsi positivamente, ma spesso – anche se un libraio non dovrebbe dirlo apertamente, ma io mica faccio nomi – fa capolino l'autoreferenzialità e la spocchia di chi pretenderebbe vendite milionarie e spazi infiniti sugli scaffali gabellando fuffa per finissime intuizioni.
Spero di riuscire a contagiare il maggior numero di persone, a partire dai più piccoli, ce la metterò tutta.
Ovviamente il mio impegno per le cialtronerie non è cessato, tornerò presto, ché io non mi nascondo, non mi piego, non mi arrendo.
Quindi, cari amici (e nemici, ci mancherebbe), buon 2020. Più si diventa vecchi, più il rito degli auguri assume il sapore della “pratica da sistemare”, però cerchiamo di non abituarci, cerchiamo di dare sempre il meglio di noi stessi, di vedere e di prendere il meglio dalle cose che ci circondano e dai fatti che ci accadono. Non giochiamo a fare la conta delle sole malefatte di una o dell’altra parte (magari per sentirci autorizzati a fare altrettanto, ché certi discorsi van bene su tutto, fan fine e non impegnano), ma cerchiamo di inventarci sempre nuovi modi per proseguire in serenità e con quell’(auto)ironia che fa sempre bene. In rispettosa democrazia, sempre.
A presto.