Un’ambientazione più vicina di quanto crediamo, che ricorda senza dubbio quella evocata da Paolo Zardi in XXI Secolo, e una serie di personaggi per nulla strambi danno vita a un puro distillato di paura. Un crescendo di toni risveglia nel lettore le fobie più recondite, forse quelle che si pensa di poter gestire perché le meno probabili. Forse, ma dopo aver letto questo romanzo non c’è da stare molto tranquilli.
Il titolo riprende il nome di uno dei protagonisti, un tipo apparentemente scialbo, lo zimbello di tutti, ma ossessionato dalle falene e dagli insetti in genere, cui riserva un’attenzione e una passione da psicopatico e che colleziona nello studio che un tempo era occupato dal padre, altrettanto stravagante, da quel che si può intuire.
Il Signor W. – che è vicino di casa del nevrotico Signor Kaminski – di fatto ha solo un’amica, la commessa Samia, appassionata di libri e di recitazione, un po’ ninfomane, oltre a Zerintia, una prostituta piena di spleen.
La vicenda si snoda in un crescendo situazioni solo all'apparenza surreali, intrise di angoscia in ambienti che sembrano essere sempre oscuri, tra l'imponente palazzo Whateley, dove abitano W. e Kaminski, la Carset, un’inquietante a torre di calcare che incombe sulla città e punto di riferimento di prostitute e aspirati suicidi e, infine, il Teatro, dove a volte Samia va a recitare.
Un’ambientazione distopica, in cui i cittadini vengono praticamente lasciati soli, in balia delle loro manie e, soprattutto, del segreto custodito da alcuni dei protagonisti, un segreto che si svela al mondo quando ormai è troppo tardi, proprio nel Teatro, come a dare un senso di solenne decisione della Natura.
Una narrazione inclemente, che fa da contraltare al cuore che aumenta i battiti quando percepisce il pericolo, una serie di stoccate inferte al lettore che fin dalle prime righe percepisce la polvere – e tutto ciò che essa nasconde.
Ma ecco la cosa inquietante di quest'opera: la descrizione del paradossale istinto di rimanere attaccati alla vita anche quando si ha la certezza che non si ha via di scampo, o che un'eventuale sopravvivenza sarebbe peggio di una condanna, oltre all'insinuazione di una eternità – riservata alla vita, anche dopo la cosiddetta morte – costituita da un orribile e infinito abisso di terrore, in cui, una dopo l'altra, si danno il cambio tutte le fobie, le paranoie e le paure nascoste nelle larve della nostra mente. Per sempre, ossia che i concetti di vita, di morte, di sangue e di eternità che conosciamo non sono quelli che intendiamo comunemente, visto che solitamente tendiamo a sottovalutare (o malvalutare) gli insetti e le loro potenzialità.
Questo è un romanzo che vi rovinerà il sonno facendovi vivere nel terrore di essere attaccati da colonie di insetti voraci, di vederveli entrare e uscire da ogni orifizio, di sentire che depongono le uova dentro di voi, per liberarsi chissà come e chissà quando.
Ah ecco, anche gli insetti, tutti, sono protagonisti indiscussi di quest'opera.