Un altro talento che ho avuto la fortuna di incontrare.
Ve la presento.
Ciao Stefania e grazie per la disponibilità. Iniziamo con la domanda di rito: ci racconti col minor numero di parole, il maggior numero di cose su di te, di dove sei, dove abiti, gossip compresi?
Mi chiamo Stefania e faccio l’attrice.
Sono italiana, di Roma, ma ho studiato a Dublino in Irlanda.
Mi piace leggere, ovviamente recitare e viaggiare.
Ho 4 gatti, 2 cani e una gemella.
Adesso te lo chiedo di botto. Perché? Perché questo amore per la recitazione? O meglio, in quale esatto momento della tua vita hai deciso?
Mi ricordo il momento esatto in cui ho decisono che avrei fatto questo per il resto della mia vita. È stato durante il saggio del corso di teatro in III media. Ero nascosta nel boschetto del cortile della scuola in attesa di entrare in scena e vedevo i miei amici recitare, il pubblico guardarli e mi tremavano le mani per quanta adrenalina avevo in corpo. Ho capito che non sarei mai stata felice se avessi dovurto fare qualcos’altro. Tutte le esperienze che ho fatto fin’ora mi hanno portato solo alla conclusione che avevo ragione.
Chi è, quindi, secondo te un attore?
Un attore è qualcuno che per mestiere racconta storie usando tutto se stesso, anima e corpo.
I bambini quando giocano fanno qualcosa di molto simile, si danno i ruoli e creano una storia, che si raccontano tra di loro.
L’attore è quel folle che, crescendo, prende il gioco che faceva da bambino e lo porta all’estremo. Studia, si allena, impara tecniche e nozioni su nozioni, si mette in gioco continuamente e sbaglia finché non riesce. Poi, appena riesce, condivide la storia che voleva raccontare in modo che di tutta la fatica che ha fatto non si possa vedere nulla.
Qual è il tuo percorso professionale?
Ho studiato all’estero in un paese dove il teatro è molto sentito e dove era abbastanza facile disegnarsi una strada. Poi però ho deciso di tornare in Italia e all’inizio mi sono sentita smarrita. Non è facile fare arte nel nostro paese, ma c’è tanta voglia e tantissimo talento, per cui si trova sempre qualcosa da imparare. Ho avuto la fortuna di imbattermi in alcune realtà bellissime e che mi hanno motivata a lavorare sodo. Non saprei definire un percorso preciso… sì ho un curriculum che racconta cronologicamente tutto quello che ho fatto finora, ma per capire un percorso forse serve anche sapere dove porterà.
Chi sono i tuoi “maestri”, voglio dire gli attori che ammiri e stimi? E perché?
Ammiro e stimo molti attori. Sì, mi piacciono molto attori di fama internazionale, ma preferisco cercare i miei modelli tra persone più vicine a me, con cui posso entrare in contatto. Cerco di “rubare” qualcosa a ognuno di loro. Il teatro è un percorso di continuo apprendimento, non si smette mai di imparare e spesso i “maestri” migliori, sono gli attori che lavorano con noi.
Quali sono i “generi” che ami di più?
Non ho un genere preferito. Mi piace il teatro scritto bene. Credo che sia la prima cosa per creare un bel prodotto. Amo Shakespeare. È un amore che ho da quando ero ragazzina.
E quali le opere che hai interpretato che ti hanno soddisfatto di più?
Ultimamente lavorando con Nogu Teatro ho avuto grandissime soddisfazioni, lavorando con testi diversi da quelli a cui ero abituata, tra cui il tuo. Un testo scritto bene dà sempre soddifazione e stimoli.
Se devo pensare a uno spettacolo preciso però mi viene in mente uno spettacolo a cui ho partecipato l’anno scorso, e che replicheremo a luglio, che si chiama “NUDO, ovvero: Sogno di una notte di mezza estate”. È una versione del Sogno di Shakespeare fatta per Scene dal parco della luna, una rassegna teatrale che ha sede in una villa subito fuori Bologna. Recitavamo principalmente nel parco della villa e per gran parte delle scene eravamo in nudo integrale, per raccontare il rito di passaggio che affrontano i personaggi nel bosco, attraverso la simbologia della nascita: nasciamo tutti nudi. Sembra strano, ma c’era una realtà stupenda nella cosa e vedere il prodotto finito e il modo in cui il pubblico capiva e apprezzava questa scelta è stata una delle più belle soddifazioni che ho avuto.
Hai mai scritto un testo teatrale?
No, ma ci sto pensando, con un’altra attrice. Tra l’altro ci siamo conosciute proprio lavorando per il Nops, dove abbiamo lavorato sul tuo testo… speriamo che ci porti fortuna!
E quale opera, se c’è, vorresti interpretare?
Vorrei, prima di crescere troppo, interpretare Giulietta. Non è il mio personaggio preferito, ma mi darebbe un gran fastidio arrivare a un’età non più adatta al pesonaggio e perdere la possibilità di dire “Oh Romeo, mio Romeo…” sospirando.
Io mi sono sempre chiesto quanto la personalità degli attori venga “scalfita” o “influenzata” dai personaggi e dalle situazioni che interpretano. Ti va di dirmelo, oppure si tratta di un semplicissimo caso di personalità multipla?
Ovviamente si tratta di personalità multipla! Pensavo fosse ovvio…
Ti butteresti nel cinema?
In un certo tipo di cinema sicuro! Subito e senza imbracatura o paracadute. Ma a essere onesta al momento mi butterei anche in tipi di cinema che amo meno, perché comunque è bello e perché pare essere in questo paese l’unico vero modo per lavorare bene. Credo però che in quel caso vorrei l’imbracatura e il paracadute… e per sicurezza anche braccioli e salvagente!
Un’altra curiosità: ma per imparare a memoria quei testi così lunghi c’è un metodo? Me lo spieghi? No, perché io ricordo solo i numeri di telefono, a malapena e non tutti.
Ci sono molti metodi. Ognuno ha il suo. Funzionanto tutti.
Alla fine la memoria è la parte più semplice del lavoro, ti ritrovi ad averla e ti dimentichi subito della fatica fatta per farla. Si dice anche che la memoria è un muscolo: più l’alleni e più facile diventa sfruttarla. Detto questo però non so se ti conviene provare ad imparare l’elenco telefonico a memoria, per allenarti…
Ah ecco, un’altra curiosità: al termine di uno spettacolo, quando abbandonate la scena, cosa provi?
Vuoto.
Sì, c’è ancora l’adrenalina in circolo e quindi si va a mangiare e bere tutti insieme, si festeggia, si ride.
Alla fine però quando torno a casa io sento solo vuoto. Mi manca tutto… sarà per questo che in genere appena uscita dal teatro ho una gran voglia di abbracciare tutti.
Hai mai ricevuto delle critiche? Come hai reagito, come le “assorbi”?
Ne ho ricevuto tantissime. Principalmente da mia sorella. Lei non ha pietà, sa che se non me le fa lei gli altri magari non lo faranno, per cui ci tiene a farmi notare ogni piccola cosa che non funziona, per aiutarmi a migliorare. Le critiche fanno bene, noi non ci vediamo da fuori per cui non riusciamo a essere obiettivi.
Però io alla fine ci resto sempre un po’ male, forse sarà orgoglio ferito. Spero non si noti.
Cosa vorresti fare “da grande”, hai dei progetti per il futuro?
Che domande… l’attrice ovviamente!!!