
Lui si è fatto una domanda semplice quanto disarmante, poi l’ha girata al popolo del web: perché non ammettere al Premio Strega anche le opere edite in digitale? I vantaggi immediati sarebbero almeno due: permettere anche alle piccole case editrici di partecipare e ovviare all’incomodo di dover fornire ben 500 (CINQUECENTO!) copie per la valutazione e l’eventuale ammissione (una piccola casa editrice non potrebbe permetterselo). Ciò non sarebbe da poco, considerato altresì che tale ammissione non solo andrebbe a giovamento di un numero maggiore di autori, ma costituirebbe un importante segno di rinnovamento (ehi, chi ha detto "tra tanti parrucconi"? Fuori di qui! Che chissà quanto e cosa paghereste per vedere il vostro sciocchissimo nome su quella lavagna!).
Vi rimando integralmente al post di Luca e, nell’auspicare che l’AIE prenda posizione, vi invito a condividere il più possibile quest’idea sui vostri blog, pagine, gruppi, salotti e quant’altro, ricordando gli hashtag #StregaDigitale - #Premiostrega.
Mi chiedo, per finire, una cosa terra terra, e so che si interrogheranno sul punto anche le grandi editrici: il digitale dovrebbe riguardare tutti o solo chi pubblica esclusivamente in formato elettronico? Perché invece non fare un esperimento e accettare, almeno per una volta, solo le copie elettroniche?
Lo so, lo so, ci sono persone che leggono solo su carta…
A meno che non si venga a scoprire che lo Strega è per molti ma non per tutti, allora vabbe’, ma non credo che sia così, anzi non lo è proprio.