Questo lo avevo scritto sul vecchio blog alle ore 15:01 del giorno 27/09/2011
Poi svolti a sinistra e subito a destra e ti ritrovi nel piazzale della cattedrale. Che poi, cattedrale la chiamo io ché non saprei come chiamarla diversamente. Davanti c’è un colonnato un po’ curvo, tipo quello di San Pietro, ma molto più corto, formato da pilastri uniti tra di essi da degli archi. Sul tetto del colonnato, al centro per la precisione, due torri.
Sul frontespizio dell’arco centrale del colonnato una scritta racchiusa in un rettangolo: CITILIA. E sullo sfondo e in alto un bellissimo cielo, grigioblu.
Una voce informa tramite connessione pineale: “Benvenuti a CITILIA, antica RICILIA. La torre di sinistra è dedicata alla madonna cui si appellano i peccatori, i delinquenti, coloro che fanno del male; quella di destra alla madonna cui si appellano tutti gli altri. Il pellegrinaggio, l’atto di devozione, sta nel salire a piedi tutti i 158 piani della torre e poi ridiscenderli. In ogni torre c’è anche un ascensore, chi vuole può prenderlo, ma è strettissimo e angusto, ci sta al massimo una persona, non ha aperture e non si apre né si ferma fino a che non è giunto all’ultimo piano, o a piano, terra e va lentissimo”.
La parte centrale del porticato permette l’accesso a un grande vano in cui c’è sulla sinistra un bar, abbastanza affollato, e di fronte le scale e gli ascensori che danno l’accesso alle torri. Sempre sulla sinistra i bagni.
Nel piazzale un gruppo di persone sta ballando “la violetera”
“Sono le suore dell’ordine delle bocciate”, continua la voce “non un vero ordine religioso riconosciuto, fondato nel 1950 racchiude storicamente le ragazze che non vanno bene a scuola e che hanno collezionato almeno una bocciatura. Possono fare quello che vogliono purché, quando le loro attività non sono improntate alla preghiera o allo studio, si procurino da sole o a vicenda delle sofferenze periodiche che vadano a vanificare il loro piacere. I calci, le spinte e gli schiaffi sono dovuti al fatto che ballano e quindi non sono dedite a una attività diversa dalla preghiera o dallo studio”.
Non so come sono salito a piedi fino in cima e adesso sto scendendo i 158 piani della torre di sinistra. Incontro un tipo e gli chiedo a che piano siamo e lui dice: “all’ottavo partendo da su”. “Si vabbè, ciao”, gli rispondo e continuo a scendere.
E poi ci sono gli uffici, alcuni dei quali con porte protette da grate metalliche, e pacchi di documenti ovunque, ma nessuno ci fa caso.
È già buio, devo fare in fretta, è tardi, ci metterò più di due ore per rientrare a casa in macchina.
Le donne adesso stanno ballando versione di Xavier Cugat. Guardo meglio, quelle che ballano sono tutte donne vestite uguali che ogni tanto si danno dei calci nel sedere a vicenda, o anche da sole, e a volte qualche spinta e schiaffi.“El negro zumbon”, sempre di Cugat, sempre dandosi calci nel sedere.