Insomma ce n’è per tutti, anche per lui, il grande Kafka.
C’è un concorso letterario anche in suo onore, ma mica uno qualsiasi, bensì il “Premio Franz Kafka Italia®”, notate la ®? Sì, è un marchio registrato, non si sa mai che a qualcuno venga voglia di copiarlo o di portare inopinatamente la figura del grande scrittore in qualche altro contest.
Ecco riassunto il bando, la partecipazione è semplicissima:
1. scrivete quello che vi pare, anche un raccontino sulla scampagnata di ferragosto o un libro di poesie semplici ma intense;
2. pagate trenta euretti per ogni parto letterario;
3. mettete opere e relative ricevute di pagamento in un plico “che dovrà essere chiuso con opportuna accuratezza” (ché i dipendenti delle poste spesso sono curiosi);
4. spedite il plico bene chiuso con “posta normale, non raccomandata” (ché altrimenti è una fatica ogni volta aprire al postino e firmargli la ricevuta);
5. aspettate.
Cosa si vince? Allora, non soldi ma:
* “Diplomi nominativi”
(ché senza nome i parenti non vi crederebbero e qualche invidioso ve lo potrebbe anche rubare). Cosa? Il diploma è un documento rilasciato da una Autorità Pubblica e in questo caso si tratta di privati e non se ne capisce bene il significato? Mamma mia che pignoli, ma qui si parla di Kafka! Mica degli aumenti della bolletta della luce, sù, non fate perdere tempo!
* “Giudizi trascritti su documento specifico per tutti gli Scrittori qualificati”, però attenzione: “I nominativi degli altri Membri della Giuria, la cui firma sta in calce ai singoli Giudizi, non verranno resi pubblici, ciò per ovvi motivi di privacy e di discrezione.”
Quindi potrete solo leggere i giudizi trascritti sull’apposito documento (mica su un tovagliolino, eh) con tante croci sotto, ché altrimenti potreste scoprirne gli autori e magari vi viene voglia di andare a bucare qualche gomma;
* “Premi in opere d’arte di Artisti noti in ambito nazionale ed internazionale verranno assegnati agli Scrittori qualificati e consegnati dagli stessi Artisti durante la celebrazione.”
Ecco anche perché i Membri della Giuria - maiuscoli - vogliono rimanere anonimi, non si sa mai che qualche statuetta possa volare durante la cerimonia di premiazione.
Insomma, tutta arte. Comprese le maiuscole che conferiscono quel quid pluris di Kafkiano al tutto.