Oggi, è più attraente la rivisitazione (mamma mia in quanti la giocano!) fedele di un mondo che va letteralmente a puttane o un angolino di (seppur) bugia in cui trovare un pensiero, un gioco lontano dalla solita tragedia, quella che libro o non libro, ti scorre comunque davanti agli occhi tutti i giorni?
Attento, però, alla definizione di “bugia”. Si tratta di un'esasperazione dei confini del “possibile”. Dopo tutto, una Storia, non è fatta per consigliare strategie, neanche soluzioni. Deve, a parer nostro, affascinare, innamorare, coinvolgere per mettersi nelle condizioni di offrire qualche spunto di riflessione.
Amiamo il fantastico, quello dalle tinte cupe. Ma non chiudiamo le porte a una bella storia se sa di aria fresca! Nono. Nel nostro catalogo ci sono storie che nulla hanno a che fare con preoccupanti ombre oltre il cespuglio, la notte! “L'Attesa” è un esempio.
Sono meno, decisamente meno, questi titoli perché non è facile trovare una chiave che giri su meccaniche più affascinanti del mondo reale, a riguardo.
Hai ricevuto “stroncature”, o forse sarebbe meglio parlare di “intoppi”?
Altrocheno! Certochesi! E ne sono grato! Come si potrebbe senza? Come si migliora senza? Ma chiamale stroncature! Bocciature! Non addolcire la pillola! “torna fra qualche anno!”, “Ci sono i presupposti ma non è ancora il caso che tu ti esponga!”. Tradotto: studia ancora, copia ancora. Io sono un illustratore, e lo sono per tutte le volte che mi hanno detto “guarda che sta roba qui va male per questo, questo e quest'altro motivo”.
Irriverente, dissacrante e… cos’altro ti senti di essere?
Eh? che vuol dire? Posso inventare? Alto, bello, intelligiiiiiente... Sono un nanetto, che ama il genere umano, questo splendido, e odia l'idiozia per cui l'umana specie continua a cacarsi sui piedi. Delle volte mi danno dello stronzo, forse più che delle semplici volte. Ma non discuto l'opinione che ha di me la gente.
Come ti sei rapportato con la critica?
Ringrazio la critica. Amo la critica. E chiunque risponda alla critica con altra critica, soprattutto riguardo i propri lavori, è un folle! Dico, se non è piaciuto, a voglia d'accusar gli altri che non hanno capito una cippa, non è piaciuto! Oppure non sono riuscito a rendere quel che volevo e comunque devo accettarlo e migliorare! NON SI FA CRITICA ALLA CRITICA! È ...mamma mia, ridicolo! Non propongo mai “giustificazioni” alla critica. Spiego come ci sono arrivato, e se devo chiedo scusa per l'errore e ne traggo il vantaggio del conoscere, allora, quell'errore!
Cartaceo o digitale?
Questa è la soapopera venezuelana del popolino sciccoso. Entrambi no? Come se la leggenda della carta riciclata salvasse qualche albero. Sapete che vengono abbattuti alberi per produrre carta igienica per il culo delicato del mondo “civile e progredito”? Carta per il culo, si! Ora siamo alla leggenda ripetuta, quella che coinvolse il vinile. Ma qualcuno di voi può affermare che il vinile sia morto? Gli consiglierei di guardarsi meglio in giro, con meno pressapochismo. Certo non accoglierà Gigi D'Alessio o gli onedirection, ma qualcosa che merita quel caldo fruscio. Vale lo stesso per le Storie. Ma quanta vita mandiamo in cartiera per produrre merda? Ma avete idea di quanta carta finisca al macero? Io non credo, perché vedo gli stessi identici Radicalsciccosissimi impegnati contro vivisezione, disboscamento, bracconaggio eccetera eccetera... accusare l'elettronico d'esser l'assassino del libro! Perché il libretto sotto l'ascella fa tanto così fico! E non si preoccupano che la quantità di merda per cui vengono abbattuti alberi sia eeeenoormee! Ma se ti capiterà di trovare un ambientalista, uno sinceramente preoccupato e di buonsenso (ce ne sono nonostante tutto) tra quel marasma di vegani assatanati, te lo confermerà! Allora lasciamo andare e crescere il digitale! Ci sono supporti che (piantatela con la storia della stanchezza da schermo per cortesia) hanno la stessa resa rilassante della carta. Il digitale abbatte i costi di produzione e di conseguenza il costo al dettaglio del prodotto. Consente di conoscere il quintuplo delle storie a parità di prezzo. O forse non è bello che leggere costi di meno?
E la carta? La carta non morirà. La carta ospiti le storie affermate, quelle che meritano davvero d'esser conservate dentro quel contenitore prezioso! Non morirà, no! Ma costerà, perché carta è sacrificio, mettetelo in testa, è speculazione che non saprete controllare a suon di bandierine in piazza! Lasciate che costi per quelle poche opere che se la meritano. Una storia, delle volte, non ha le pretese d'esser conservata. Imparatelo. Gli basta esser letta, vissuta. È comunque un compito nobile per una Storia.
Io sono per la riduzione della carta, la sua limitazione ai progetti che la meritano, sono per la stampa e la produzione del LIBRO su ordinazione, ci sono molte soluzioni oggi che lo permettono. Sono contrario alla tiratura infinita. Leggila, la puoi leggere spendendo molto meno, una storia e puoi scegliere se vale la pena o meno conservarla in libreria nel contenitore più prezioso!
Forse, io probabilmente ignoro i giochini editoriali, le leggi e i vantaggi di cui godono i grandi signori del feudo relativi alla produzione di carta, ma sicuramente infeltrire le tirature cartacee (non estinguerle, attenzione), secondo me farebbe tanto bene per una editoria più corretta ed onesta.
Secondo te è davvero così importante il “contenitore”? L'indispensabile non è che il prodotto e l'abitudine alla storia, torni a coinvolgere tutti?
Ehi, ma allora è più forte di te a farmi le domande! Ok, rispondo. penso che contenuto e contenitore abbiano una loro importanza per così dire "disgiunta". Ovviamente il contenuto dev'essere di qualità, ma per i vecchi - in ogni senso - lettori come me, le pagine cartacee sono difficilmente sostituibili. Credo sia un fatto estetico, lo so che sono egoista e che la carta ha un suo costo in termini anche ecologici, quindi per me siamo a carta 55 / pixel 45. Sono mediamente conservatore.
Due paroline sull’editoria a pagamento?
È merda!
E su quella a doppio binario?
È merda!
E sulla poesia?
Non sono in grado. Non ho competenze, non so giudicarla. È una mia mancanza, è un gusto che non riesco a sviluppare. Colpa mia. Forse dimostra la mia poca sensibilità e delicatezza, forse questo prova che sono uno stronzo. Ma lascio la poesia a chi sa Poesia. Io non sono in grado, davvero.
Restate tuned perché quando meno ve lo aspetterete ci sarà la terza e ultima parte.