Siccome le cose da dire sono tante, le ho suddivise così:
- cose che col Salone non c’entrano una beneamata pigna;
- presentazione di libro con annessa situazione surreale;
- conferenza di gente che raglia;
- poetry slam.
Oggi iniziamo con le cose che non c’entrano una beneamata pigna col Salone.
Non credo ci sia molto da dire, facciamo una bella galleria fotografica? Pronti? Via!
Per iniziare, secondo voi, un “campionato del cappuccino” c’entra col Salone del libro? Sarebbe come, che ne so, organizzare la gara dei rutti in occasione di una mostra di quadri fiamminghi, ma va ben, sorvoliamo e passiamo alla cose edibili. Invece allo stand della Voiello, nota casa editrice, la roba si pagava e la coda era più ordinata e le facce un po' più serie. Il famoso cuoco che mischia la marmellata con le fettine di salame poi le adagia sulle fette biscottate e le farcisce con cucchiate di minestrone. Una cosa molto librosa. | È risaputo che quando c’è da mangiare gratis si crea una situazione psicologica che fa passare in secondo piano anche l’omicidio. La gente che va nei posti dove si mangia gratis (al Salone del libro per esempio) ha un’aria svagata, lieve, e con la stessa aria ucciderebbe per una cipollina. Per fare questa foto ho rischiato la vita, donne ingioiellate e in tailleur mi hanno dato fortissimi calci negli stinchi e gomitate sulla milza, sempre col sorriso, pur di allontanarmi. C’era anche gente coraggiosa, che lasciava il tariffario in bella vista. Al Salone i prosciutti non potevano mancare. |
Miele editoriale (che poi è senape). Il bello è che non si sentivano nemmeno un po' fuori luogo in un posto dedicato all'editoria e ai libri. Ikea & Iperborea, essendo che fanno rima, sono vicine. | La famosissima aCademia. La Banca d'Italia non poteva mancare, non si sa mai che qualcuno volesse pubblicare a pagamento. |
A presto con il secondo capitolo.