Oggi a Ozieri i funerali della famiglia sterminata da un criminale che guidava ubriaco.
Purtroppo l'usanza di vantarsi delle proprie sbornie (e di quelle altrui, segno di tanta simpatia e unità) in molte zone di quest'isola è ancora una moda, soprattutto in quelle da cui proviene l'assassino; di un matrimonio, di una vendemmia, di una gita, di una cena o di una tosatura, spesso non si ricorda la bella festa o la bella gente, no, ma l'"embriaghera" e le belle "birrette" bevute tutti assieme, in concordia. E tutti ridono ottusamente, in circolo.
Un papà, una mamma e uno dei loro figli, Claudio, di soli 20 anni, sono morti. L'altro figlio poco più che ventenne sta ancora lottando come un leone all'ospedale. Claudio ha donato gli organi.
Un dramma che si tenta di strumentalizzare, anche tra i banchi del parlamento, dando la colpa alla strada. Il solito ritornello: vogliamo la 4 corsie. Poi il silenzio. Io invece vorrei più rigore. E più controlli.
Le notizie del tg di oggi sono ancora volte alla visita del papa e al dramma dei migranti, oltre che alla contentezza di due signori (non sardi) per il fatto che una nave da crociera ha attraccato a Olbia. Che bello, nevvero?
Nessuno è uscito dalla cantilena: strada brutta, strada brutta. Ma quelli, le vittime, erano poveretti, troppo umili e semplici, per essere degni di attenzione da parte degli intellettuali o dei politici (che - forse - oggi saranno lì a fare un po' di scena, poi via per nuove avventure).
Non una parola, UNA, dalla famosissima intellettuale sarda, quella sempre sorridente. Sulle pagine del suo sito e su quelle di facebook non ha degnato di mezza parola le vittime e i parenti di questa immane strage, dovuta soprattutto alla barbara usanza di mettersi al volante ubriachi. Lei si dedica a tante altre belle cose, molto utili.
Qui e qui lei ci parla di una Sardegna possibile, dei suoi stupendi concioni, accompagnati da birre e aperitivi (mai manchino, altrimenti non c’è unione e si è “pocos, locos y mal unidos”, ché lei è molto originale anche nelle battute). Quale Sardegna? Boh. Forse una Sardegna in cui le vite delle persone più umili vengono snobbate, soprattutto da lei, la scrittrice che fa maturare le more – in Sardegna - a maggio (e tutti plaudono commossi a quel bellissimo libro), la stessa che ha negato, sdegnosamente, il proprio appoggio ad alcune donne, disperate, che manifestavano davanti al palazzo della Regione contro lo strozzinaggio di Equitalia e connessi; quella che ha insultato pesantemente chi andò a votare a un referendum (buttando alle ortiche anni di lotte per raggiungere il diritto di voto, anche a suffragio universale, ma forse lei crede che il diritto di voto sia sempre esistito, sia apparso dal nulla, così come per incanto, tipo le sue more di maggio). Andate sulle sue pagine e, oltre al suo impegno, molto annacquato, sul femminicidio, potrete vedere di come faccia della pura fuffa elettorale, di come propini il nulla frullato, di come si basi esclusivamente su banalità e su luoghi comuni. Tanto da ignorare le cose più serie, quelle che ci toccano ogni giorno. Ma lei è la portavoce dei sardi, oltre che di quelli che – inevitabilmente – portano la politica lontana anni luce dal cittadino medio, quello che lotta con le bollette, la spesa e il pieno di carburante. Le vite degne della sua considerazione sono ben altre, leggetele sul suo sito, qui. Altro che gente umile e invisibile.
Il nulla salottiero sottovuoto spinto. Ma poi, lei, non commenta mai alcun dramma sardo, sarebbe una cosa troppo impegnativa e l'idea di un politico vicino alla PROPRIA gente è oramai cosa desueta, a che servirebbe? E poi, la cultura del/sul territorio (oltretutto per una che si proclama "indipendentista"), cosa volete che sia, però il silenzio su certi argomenti, che vanno al di là del lutto personale, rende tutto più chiaro.
Vegliate su di noi, siete speciali, vegliate anche su chi decide di guidare ubriaco, fatelo desistere.
Oppure chiedete che venga incenerito sul momento.
Ieri sera alla camera ardente ero annientato dal dolore. E lo sono ancora.
Franca, Mario, Claudio, siete i nostri angeli, pregate per noi e per tutte queste persone "indifferenti", ecco, sì, chiamiamole "indifferenti".