È risaputo che, in primis, un editore è free se l’unica condizione che pone all’autore è la validità del testo da pubblicare. Una volta certificata tale validità secondo la propria linea editoriale, procede alla cura del testo, della copertina, alla stampa, alla promozione, anche in collaborazione con l’autore, e alla distribuzione senza altre clausole. Insomma, cerca di dar vita a un prodotto editoriale di tutto rispetto.
Quando invece vengono interposti ulteriori “paletti” e rilevate alcune mancanze, il concetto di free inizia a incrinarsi.
Detto ciò, mi chiedo come si possa definire free questo editore, visto che:
- chiede agli autori un “preorder” di almeno 100 copie, ossia la “pre” vendita di 100 copie dell’opera (pagate in anticipo, altrimenti niente), dopodiché, non si capisce bene come (visto che di preorder nel contratto di edizione reperibile direttamente su Writer’s dream non se ne parla, quindi è un’operazione sottratta a qualsiasi controllo) si dovrebbe passare alla stampa e alla distribuzione. “Preorder” significa, in pratica, spammare ovunque l’imminente uscita del libro (l’editore stesso usa questo termine nell’intervista che mi ha rilasciato, corredata di "file esplicativo"), abbiamo quindi un editore che spamma fieramente;
- è chiaro che questo editore guardi in maniera diciamo “originale” la qualità del libro. Lo ammette lui stesso affermando: “Per una prima tiratura ottimale del libro, consigliamo di raggiungere almeno le 100 copie. Tuttavia, se il preorder va male ma il tuo libro ci è piaciuto, ne stampiamo anche soltanto una copia per quel fan che l'ha ordinata, ed ovviamente GRATIS.” (Cioè la regala?? Boh.) Da ciò si può capire che potrebbe mettere in vendita anche opere che non gli piacciono tanto, se la logica è ancora di moda. Ma che il preorder sia una condizione essenziale, lo si capisce (oltre che dalle testimonianze di alcuni suoi autori) dalle stesse parole dell’editore, quando afferma, sempre nell'intevista: “Ricorda però che, in caso di insuccesso del pre-order, difficilmente sarà previsto l’ingresso in libreria: come si può pretendere di riuscire ad entrare in un grosso circuito di distribuzione se la richiesta del prodotto è così scarsa?”. Vale a dire: “O riesci a portarmi i soldi per 100 copie, oppure mi spiace ma non ti distribuiamo. E, per chi mastica un po’ di editoria, sa che 100 copie per un esordiente sono molte;
- sulla home page del sito dell’editore, alla sezione I NOSTRI LIBRI appaiono solo i link al distributore, per l'acquisto, senza alcuna scheda di presentazione. Sembrerebbe quindi che gli autori debbano fare tutto da soli. Ad esempio, la campagna promozionale del libro intitolato "I QUADRI CHE SALVARONO PABLO", di Teresa Barbaro non solo non appare sul sito di Aletheia, ma su Facebook appare gestita completamente dall’autrice;
- il pagamento delle royalties, poi, è un mistero, dal contratto non si capisce bene come funzioni, visto che il 10% sulla vendita viene corrisposto dopo le 500 copie. E prima? Il 25% o nulla?
Quindi, datemi retta: il free è una cosa diversa.
Aggiornamento del 04/12/2016: Alethea è stata definitivamente espulsa dal sito Writer's Dream in quanto non in possesso dei requisiti minimi (tuttavia il dottor Faccioli a scrivere sulla sua pagina Facebook di essere stato inserito da importanti siti tra le case editrici free, non si sa bene dove, però).