Questo lo avevo scritto sul vecchio blog alle ore 14:48 del giorno 10/07/2009


La procedura del salto nel tempo non funzionava sempre e poi consentiva solo viaggi a ritroso.
Ultimamente era tutto così trascurato: stanze sporche con la connessione difettosa, altre bellissime ma senza collegamento, locali bui.
Da quando avevano introdotto la possibilità di viaggi con doppia partenza simultanea da una camera da letto, sembrava che gli altri locali non interessassero più a nessuno.
Che tristezza.
Ma quando il collegamento riusciva era bellissimo.
Per la verità il bello stava più che altro nell’inizio del viaggio: microscopiche particelle che si materializzavano e andavano a colpire lo spazio tempo smuovendolo in sottilissimi circoli ondulatori concentrici blu cobalto, che ti avvolgevano e ti trasportavano nel passato.
Le partenze a raggiera non mi piacevano.
Una volta arrivati a dire il vero non si sapeva cosa fare, a parte che l’oblio si insinuava incontrollabile nei circuiti sinaptici e quindi ti ci voleva un po’ prima di ambientarti, il soggiorno era un po' noioso.
Il problema dell’oblio secondo me resterà irrisolto.
Si, vabbè, si rideva, si ballava, ci si abbracciava, ma che noia.
Poi non potevi nemmeno scegliere né il dove né il quando.
E al ritorno gli attriti tra entità fisiche spesso erano aumentati e nemmeno tu sapevi perché.
Ultimamente nel passato potevi restarci solo per poco tempo, per colpa di quei bontemponi che una volta arrivati iniziavano a cambiare le cose a loro vantaggio.
E quelli del presente a litigare a causa loro! “Ma tu avevi detto che…”, “tu avevi fatto…”, “ti ricordi che…”. Liti su liti, e anche qualche guerra.
E quel cadavere tornato al presente al posto di chissachì!
Lo hanno rimandato indietro un sacco di volte, ma ritornava sempre.
Si, ritornava perchè il meccanismo era circolare: potevi solo scegliere la durata del viaggio.
Forse quel neutrone mai più ritrovato è stata la causa di tutto. Anche del cadavere. Solo quando ci scappa il morto la gente apre gli occhi (ma solo per piangere, altri invece aprono la bocca, ma solo per blaterare).
Cercando di normalizzare l’oblio hanno solo peggiorato le cose, ne hanno rovinato la sussunzione neuronale.
Poi c’era la panacea: “ah la gente, non finisci mai di conoscerla…” e invece era tutta colpa di turisti criminali.
E dell’oblio.
Oggi, davvero, la tecnologia è diventata fine a se stessa. La sorpresa, l’interesse per ogni innovazione dura sempre di meno.
Insomma i viaggi all’indietro non erano un granché.
Non si contano nemmeno più le imprese ridotte sul lastrico, a causa di quella bolla.
Stamattina ho visto che nei locali dello pscicosterio c’erano dei lavori di ristrutturazione.
Al telebar hanno detto che per l’inizio della stagione invernale proporranno dei tempoviaggi verso il futuro. Chissà, un’altra fregatura.
I bandi per la concessione di fondi e finanziamenti alle imprese interessate sono già stati diffusi e saranno assimilati entro breve, giusto i tempi tecnici per le atomizzazioni pineali; ne resteranno escluse – e giustamente! - le imprese già beneficiarie di contributi e/o fondi per i retrotempoviaggi che non hanno dimostrato sufficiente abilità nella gestione delle migrazioni.
Non erano un granchè quelli all’indietro, ultimamente poi erano gratuiti. Che noia.
Ma quel cadavere ha rovinato tutto.
Ah, se non ci fosse stato.
Noia, ragazzi. Che gran noia.
Oggi hanno staccato anche la luce. Il mese scorso hanno chiuso l'acqua.
Mi rimetto a studiare la scrittura, ma non so nemmeno da dove iniziare.
Ecco forse un retroviaggio poteva servirmi.
Che palle però.
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Arduo ed insidioso
il pendio dell’abbandono
Affranto e compassionevole il buon Dio osserva inerte
Immani ricchezze e miserie
Regnerà sovrano l’oblio
Prezioso rimedio all’impotenza ed alla crudeltà di un ignobile addio
Inflitto a sorpresa da chi ha giurato lealtà
Ma un vento caldo plasmerà il rigore di spietati inverni
Regnerà sovrano l’oblio
Vile ripiego all’impotenza ed alla crudeltà di un ignobile addio
Inflitto a sorpresa da chi ha giurato lealtà
Ma un vento caldo annuncerà il risveglio di tempi migliori
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"Il pendio dell'abbandono" - Carmen Consoli.



