Buona la prima. La intervisto e ve la presento. Vi informo preventivamente che è un po' scontrosa e molto, ma molto, ma stramolto severa nella selezione dei manoscritti.
Eccovela, si chiama Rita Angelelli ed è a capo della casa editrice Le Mezzelane.
Buongiorno Rita, grazie per la disponibilità, partiamo subito con la domanda di rito: può dirci nel minor numero di battute il maggior numero di cose su di lei, gossip compresi?
Ho passato da un po’ gli 'anta, ma non mi sento per niente vecchia. Ho due figli, una casa, un cane e un po’ di vicini che mi fanno dannare: c’è il decespugliatore folle, che taglia l’erba del suo giardino a ogni piè sospinto e a tutte le ore, il ruba fichi e olive, il guardone, una famiglia di extracomunitari che urla come se stessero in mezzo al deserto, tanto non li sente nessuno... E poi c’è il postino, che non suona il campanello, ma bussa sempre tre volte, proprio come nel film. Lui ha delle nocche robustissime, tant’è che il portone un giorno gli ha risposto: non buttarmi giù, hanno sentito e tra due secondi mi aprono. Questo è tutto il mio gossip.
Lei ha fondato una casa editrice dal nome, mi consenta, un po’ strano: Le Mezzelane.
Com’è maturata questa decisione? Sia del nome, sia della casa editrice.
La casa editrice è nata in seguito ad alcune delusioni personali editoriali. Avevo pubblicato due romanzi e due sillogi poetiche con tre editori differenti, oltre ad aver “cercato” autori per una casa editrice, ma da tutto questo lavoro ne era venuto fuori ben poco: una casa editrice non mi ha mai pagato, da una non ho mai ricevuto un report e dalla terza i risultati erano così ridotti che mi sono detta potrei benissimo fare anche io l’editore, ma non così. Sei mesi di progettazione e Le Mezzelane Casa Editrice era pronta a mettere il naso nel mondo editoriale. Il nome si rifà alla storia del paese in cui vivo: attorno al ‘700 si andò affermando sempre più il lavoro tessile, che riguardava un tipo particolare di tessuti, le cosiddette mezzelane (un misto di lana e tessuti più ruvidi), che ottennero nell’800 la concessione di un marchio di qualità da parte del governo pontificio. Tale produzione vide un grande boom nel dopoguerra, che terminò, purtroppo, dopo la metà del ‘900. Con questo nome ho voluto rendere omaggio al territorio che mi ha dato i natali e in cui vivo.
Siete free o a pagamento? Quale filosofia adottate nei confronti degli autori?
Siamo free. Nessuno dei nostri autori paga per essere pubblicato. Nessun obbligo di acquisto copie, editing a carico nostro, copertina e grafico a carico nostro, promozioni e fiere a carico nostro. Crediamo nei lavori che scegliamo e di conseguenza tutti i nostri autori hanno lo stesso trattamento: promuoviamo i loro libri nei social, mandiamo comunicati stampa, organizziamo presentazioni. Chiediamo però la piena collaborazione, perché la casa editrice non andrebbe avanti senza il loro supporto, condivisione, realizzazione dei progetti.
Come siete strutturati?
La rete è la nostra sede. Virtuale sì, ma così determinata, intensa, vitale, da essere quasi tangibile. Da pochissimo abbiamo raggiunto quota trenta: la titolare Camilla Capomasi, io direttore editoriale e amministrativo, la capo editor Maria Grazia Beltrami, il grafico Gaia Cicaloni e ventisei editor freelance che lavorano giorno dopo giorno sui testi dei nostri scrittori.
Cartaceo o digitale?
Entrambi i formati. Il cartaceo ci dà grandi soddisfazioni.
Quali generi trattate e in quali collane?
Le collane sono tante e trattiamo tutti i generi: thriller, gialli, noir, rosa, manuali di scrittura, saggistica, poesia, fantasy, sci-fii, romanzi di formazione, horror, pulp, testi teatrali, umoristico, erotico, romanzi per ragazzi e tutto il mainstream non classificabile in una determinata categoria. Tutta le collane sono visibili QUI.
E la poesia?
Diamo molto spazio alla poesia, in controtendenza alle tante case editrici che non se ne occupano.
Quanti titoli avete in catalogo?
A oggi abbiamo 132 titoli.
Come dev’essere per voi il manoscritto perfetto?
Non esiste il manoscritto perfetto. Esiste un testo perfettibile. Ogni volta che pubblichiamo un testo cerchiamo di renderlo al meglio con il lavoro dei nostri editor, la perfezione (che rimane pur sempre un’utopia) è anche soggettiva e si raggiunge dopo varie stesure, rimaneggiamenti, correzioni.
Quale ruolo pensa che debba avere un editore nel panorama culturale odierno?
Differenziarsi dalla massa. In un panorama editoriale dove le grandi case editrici pubblicano solo i vip e i nomi “sicuri”, un piccolo editore dovrebbe innanzitutto promuovere la buona letteratura, scegliere storie originali non assimilabili alla massa, autori che abbiano qualcosa da dire al lettore, ormai annoiato e confuso dalla grande quantità di opere letterarie in commercio, anche scadenti.
Quale valore date alle recensioni e al web in genere in ordine alla promozione delle vostre opere e dei vostri autori?
Le recensioni sono importanti sia per la casa editrice che per gli autori. Abbiamo bisogno del confronto per raddrizzare le nostre scelte e per fare sempre meglio. Ci avvaliamo di una serie di blogger ai quali passiamo tutti i nostri testi, per avere una risposta professionale. Poi c’è il web, con le buffe “recensioni” che i lettori pubblicano su Amazon e similari. Leggiamo anche quei commenti, ma spesso lasciano il tempo che trovano, almeno per noi. Purtroppo il lettore medio le legge e quindi dobbiamo “sottostare” alla legge dei grandi numeri e affidarci anche a quelle.
E alle fiere di settore quale importanza date?
Le fiere sono molto importanti perché, oltre ad avere grande visibilità, si impara sempre qualcosa di nuovo. È un punto di osservazione: guardi quello che fanno gli altri e prendi spunto da loro per dare una spinta alle idee che avevi solo nella testa, rimaneggiando il tiro e arricchendo con le proprie idee. Per esempio a Milano, Tempo di libri, abbiamo concepito “l’ufficio stampa” e ci siamo dette, io e la capo editor, che avere un ufficio preposto avrebbe dato alla c.e. maggiore visibilità e professionalità. A Milano, tra le altre cose, siamo stati nominati da Repubblica come uno degli uffici stampa più attivi di tutta la fiera. Sono soddisfazioni.
Quali progetti avete a breve/medio termine?
A fine settembre 2018 saremo a Firenze per Libro aperto, i primi di ottobre saremo a Napoli per Ricomincio dai libri, da metà ottobre in poi abbiamo in programma una serie di presentazioni su tutto il territorio nazionale e il 14 ottobre, in occasione del gemellaggio autori Abruzzo/Marche, una grande opportunità per tutti gli scrittori d’Italia: lo speed date letterario. Tre scrittori e io doneremo il nostro tempo all’ascolto di storie a Roseto Degli Abruzzi, dieci minuti per realizzare il sogno della propria vita: la pubblicazione di un libro. Otto generi letterari, otto storie che vedranno la luce nel 2019.
Che cosa vorrete fare “da grandi”? Avete dei progetti o delle aspirazioni “nel cassetto”, come i manoscritti degli autori?
Eh, bella domanda. Progetti ne abbiamo tanti, sogni anche. Perché anche un editore sogna… Lascio all’immaginazione dei lettori di questa intervista il nostro sogno. Il mio in particolare, che non rivelo, ma non è detto che...
Grazie Mario di avermi ospitata nel tuo spazio. Grazie ai nostri lettori. Grazie a tutto il mio Staff e a tutti gli Autori di Le Mezzelane, perché senza di loro il desiderio di aprire una casa editrice non si sarebbe avverato.
Grazie a te, cara Rita, per il tuo prezioso apporto alla cultura. Ad maiora.